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Ogni cosa è surreale

Stava correndo su per la collina, di colpo diventò buio pesto e non vide più nulla.

Non era stata annunciata alcuna eclissi.

Sentì una presenza umana e intuì che non voleva spaventarla.

Si avvicinò, per nulla intimorita, e vide un ragazzo molto giovane..

Le chiese se aveva paura, rispose un “no” deciso.

Lui, un po’ meravigliato del fatto, domandò se potevano continuare la strada insieme.

Quel buio improvviso era un segnale di pericolo per tutti.

Senza parlare si rifugiarono in una casa apparentemente disabitata; appena entrati lei riconobbe la sua casa di campagna, c’era la luce fioca di una lampadina notturna.

Tranquillo so dove siamo, disse lei, accorgendosi del desiderio di domande del compagno.

Sono tranquillo, così dicendo la toccò per non perdere il contatto.

La ragazza si voltò verso di lui e si trovarono faccia a faccia con i respiri un po’ ansimanti che si mescolavano. 

Lui, in silenzio, cominciò a baciarla. Si accasciarono vicino al termosifone sotto la finestra più grande. Lui sotto e lei seduta sopra, cominciarono a fare l’amore.

La ragazza indossava tanti vestiti uno sull’altro, ma non li tolse.

Lui ebbe un orgasmo immediato e lei capì che era la prima volta che stava con una donna. Continuò a muoversi sopra di lui, in modo ritmico, dirigendo il pene ancora in tensione come le suggeriva il proprio desiderio. Ebbe anche lei un orgasmo intenso, bellissimo quasi delirante.

Sentì che lui in quel momento l’amava profondamente.

Era sempre buio, conoscendo la casa andò a tentoni nel bagno per lavarsi.

Sapeva che non c’era acqua, ma aprì ugualmente il rubinetto del bidet; l’acqua scese, allora capì che nella casa c’era stato qualcuno.

Nel buio non vide gli indumenti appoggiati sul bidet e li bagnò.

Provò ad accendere la luce e si accorse di avere immerso nel bidet calze rosse e nere che non le appartenevano come altra sua biancheria intima appoggiata lì.

Cercò di rimediare ma peggiorò la situazione.

Chiamò il ragazzo ma lui non rispose, però sentì che era ancora presente.

Sentì che stava arrivando qualcuno e cercò di nascondersi.

Spense la luce e avvertì la presenza del ragazzo che la riacchiappò per fare ancora l’amore davanti alla finestra.

Sapeva che stava entrando qualcuno, quindi cercò di fermare il ragazzo, ma non riuscì.

Allora guardò fuori attraverso una fessura del muro.

Vide due angeli d’argento che suonavano le trombe del giudizio universale.

Erano statue, ma si muovevano e stavano spiando proprio loro.

Li guardavano con piglio severo mentre continuavano a suonare le trombe.

Intanto non era più buio totale ma penombra grigia, come se il paesaggio fosse avvolto da una nebbia trasparente che offuscava la luce, eppure permetteva di intravedere tutto.

Fuori sembrava fosse sparita ogni forma di vita, c’era solo la vegetazione e le case più a valle mentre i due angeli d’argento erano tornati immobili.

Solo ora notavano che il silenzio s’era fatto inquietante, e le domande salirono impazienti alle loro labbra.

Io mi chiamo Laura, tu chi sei? Chiese la ragazza.

Leone è il mio nome.

Come sei capitato qui?

Stavo facendo un giro in moto tra queste colline sconosciute e improvvisamente è arrivata l’oscurità.

Mi sono fermato e ho cercato di capire dove potevo dirigermi per trovare aiuto, poi ho incontrato te e ti ho seguita.

Quello che è successo dopo è del tutto surreale. Ho seguito l’istinto e…tu mi sei venuta dietro senza esitazione.

E’ vero. Anch’io sono rimasta spiazzata dall’improvvisa mancanza di luce, mi sembra di essere in un’altra dimensione, in un mondo sconosciuto, benché riconosca perfettamente tutto quello che sta intorno. Tranne i due angeli che sbucano dal muro vicino alla finestra.

Che cosa facciamo adesso? Chiese Leone.

Non ne ho la minima idea. Sembra che non ci sia più alcun essere vivente in circolazione. Bisogna cercare di capire che cosa è successo.

Anche in questa casa c’è qualcosa d’insolito. E’ la mia, ma sembra abitata da altre persone, eppure ci vengo soltanto io.

E…quei due angeli…

Già gli angeli. Forse stiamo sognando. Anzi, sto sognando e tu sei una donna che vive dentro il mio sogno.

Può essere vero anche il contrario. Ribatté Laura.

Dipende dai punti di vista…. Osservò lui sorridendo.

Già, non posso obiettare nulla.

Vieni qui, disse il ragazzo prendendole dolcemente la mano.

Si abbracciarono, noncuranti di tutto, distendendosi sul divano in pelle nera che lei ben conosceva e così, stretti uno all’altra, si assopirono.

Furono svegliati da un botto fragoroso, era un tuono.

Si levarono entrambi dal divano per guardare fuori. Stava piovendo a dirotto e il cielo era ornato da migliaia di fuggevoli lampi che accendevano il panorama come insegne luminose impazzite.

Rimasero a guardare come ipnotizzati da quello spettacolo terrificante e splendido nello stesso tempo.

Gli angeli d’argento erano scomparsi e fuori continuava ad esserci il deserto.

Avevano perso la nozione del tempo, non sapevano se era giorno o notte e da quanto fossero dentro quella storia iniziata col buio improvviso.

Avevano in testa un gran confusione, la sequenza degli eventi, il loro incontro, l’amore estemporaneo fatto tra loro due sconosciuti, gli angeli.

Le situazioni senza senso che stavano vivendo li indussero a riconsiderare la possibilità di stare sognando entrambi e, quindi, ognuno era frutto dell’attività onirica dell’altro, come tutto l’accaduto sino a quel momento.

Si guardarono negli occhi, intuendo che nella loro testa girava il medesimo pensiero.

A che cosa pensi? Chiese Leone

A tutto e il contrario di tutto. Gli angeli là fuori erano illusione?

Probabilmente sì. Rispose lui.

Eppure non mi sono meravigliata vedendoli, come se li aspettassi. Però non ne capisco il significato.

Niente ha un significato oggi.

Oggi? Non sappiamo più che giorno è, il tempo sembra immobile e mutevole insieme. Siamo in questa casa che pensavo mia, ma ne ho persa la certezza. Ho fatto l’amore con te, come non l’avevo mai fatto con nessun altro uomo, e non so chi sei. Ogni cosa è surreale, eppure non mi sono mai sentita vicina alla realtà come adesso.

28 pensieri riguardo “Ogni cosa è surreale

    1. Grazie, è il mio stile di scrittura. Purtroppo è considerato poco commerciale perché in Italia i lettori preferiscono romanzi con tante parole che allungano le storie senza aggiungere nulla. Tutti i miei sono come il concentrato per brodo, volendo potrei farne degi romanzi, ma poi mi annoio. 😉

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      1. sai, io credo che alcuni aspetti dei sogni, anche quelli più incasinati e inspiegabili abbiano un nesso con la realtà. Il problema è trovare quel nesso

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  1. E’ strano il tuo modo di scrivere, o di comunicare. A volte sei dura, altre volte una marmellata di emozioni. Non commento questo blog, lo trovo molto bello, con i tuoi angeli e con il tuo amante, virtuale? Ma ovviamente non sono fatti miei.

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      1. E’ la prima cosa che ho pensato, a un tuo sogno. Ma ora che sto leggendo “mondo matematico”, capisco che a volte ci sono combinazioni incredibili nel mondo reale.

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