LETTURE · LIBRI · Opinione

P.S. al post precedente

Dimenticavo: i miei libri sono stati più di una volta al Salone del libro di Torino, ma il mio nome come scrittrice è rimasto ignoto, quindi non c’è da esaltarsi per essere là con la propria carta. Inoltre, per chi non lo sapesse, chiunque può ottenere di vedere il proprio libro esposto in questa manifestazione; bastano poche mosse: scegliere un piccola casa editrice, pagare per essere pubblicati, e poi pagare per fa sì che la casa editrice esponga il libro al salone.

No, io non ho pagato, nel mio caso i libri erano presenti perché promossi da Associazioni Culturali. E comunque sono rimasti ignoti ugualmente.

25 pensieri riguardo “P.S. al post precedente

  1. Yo pienso que lo más importante es que tus libros están en la exposición en un evento de tanto prestigio como la Feria de Milán. Yo tengo más de 10 escritores italianos en mi blog y sé que ninguno ha expuesto. Tu talento no puede ser menos que un reconocimiento. Tú y muchos sabemos y apreciamos tus dotes de escritora. Yo sigo admirando tu pluma, la forma tan directa y sin adornos como escribes. Un gran abrazo con todo mi cariño.

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    1. Gracias Manuel! Formo parte de esa categoría de escritores llamados “escritores de pocas palabras”. No me gustan los florituras y las palabras inútiles para darle sustancia a una historia que ni siquiera tiene esqueleto. 😉

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  2. Ultimamente ho avuto modo di leggere tanta rumenta pubblicata anche da Mondadori e Feltrinelli; e dubito fortemente che il nome altisonante della CE basti per vendere milioni di copie.
    Mi chiedo quale gretta soddisfazione ci sia nel pagare per essere pubblicati, se poi si rimane ancora dei signori (o delle signore) nessuno.
    Il concetto è semplice: certa gente ha scelto il campo sbagliato (pubblicitario anziché letterario) nel quale applicarsi.

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    1. Però, la rumenta Mondadori, Feltrinelli e altre grandi CE, quando pubblica ha la certezza matematica di non fallire, e per fare questo pubblicano solo persone conosciute (vedi gli ultimi libri usciti). Quindi sì, se si vuole vivere bene scrivendo bisogna arrivare a loro, altrimenti ti accontenti di vivacchiare con piccole CE, CE a pagamento o self publishing (quest’ultimo se non altro di lascia integerrimo l’onore, per quel che vale).

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      1. Non resteranno sulla cresta dell’onda, ma nemmeno ignoti, altrimenti non ti pubblicano. Pensa che nemmeno le librerie comprano libri di sconosciuti, nemmeno se sono autopubblicati e hanno fatto quasi 20000 vendite. Ma a quegli autopubblicati, basta pagarsi una parte di mutuo, il resto te ne fai una ragione, tanto quel pubblico continuerà a comprare i tuoi libri, ma resti ignoto/a.

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      2. No, Graziella. Nemmeno pubblicando con Mondadori e co. si vive di scrittura. Tutti gli scrittori italiani fanno anche altro per tirare a campare. Solo i colpi di genio alla Harry Potter ti permettono di vivere di rendita, ma ne arriva uno 50 anni.

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