Lui si annoiava un po’, io invece guardo il mondo dall’oblò e mi drogo un po’.
Droghe legali eh, io sono una cittadina modello e mi servo in farmacia.
Mi drogo con parsimonia, giusto il minimo indispensabile per non deragliare.
Ieri, per esempio, ci sono andata vicino, ma poi sono rientrata nei ranghi della brava italiana obbediente.
L’esame di ieri è stato l’ultimo di quattro passaggi per capire il motivo del peggioramento improvviso del mio disturbo all’udito.
Primo passaggio: ennesimo esame audiometrico ed impedenziometrico; risultato: peggioramento pesante, serve altra indagine
Quindi, secondo passaggio: esame vocale, notevole riduzione dell’intelligibilità vocale: ossia completamente sorda dall’orecchio sinistro, il destro un po’ meno. Serve altro esame.
Terzo passaggio: ABR, risultato: il quadro appare meritevole di risonanza magnetica encefalo e tronco encefalo con e senza contrasto.
Ieri fatta RM, risultato: “tortuosità dell’arteria cerebellare anteroinferiore che nella cisterna dell’angolo pontocerebellare di sinistra giunde in prossimità con l’ottravo nervo cranico con verosimile diagnosi di conflitto vasculonervoso”.
Letta così sembra ostrogoto, quindi vado dal mio medico di base per cercare di capire.
Oggi visita dalle 13,30 alle 15,30.
Esco mezz’ora prima dal lavoro e alle 13,43 sono in ambulatorio.
Ci sono già due persone in attesa, lui non è ancora arrivato.
Siamo tre donne, ognuna si fa i fatti propri ma, dopo le ore 14, cominciamo a domandarci come mai non arriva il medico. Verso le 14,30 sentiamo che si apre la porta dell’ingresso posteriore. Adesso aprirà, diciamo in coro. No, lui apre comodo alle 14,45, intanto una delle due prima di me se n’era andata perché non poteva aspettare oltre.
Io entro alle 15 in punto.
Lui mi guarda: “Ha bisogno?”
Sì, ho fatto questi esami, può dirmi che cosa devo fare?”
Lui dà un’occhiata in modo assai svogliato (avrà caldo, penso) e poi dice “eh, non so deve andare dall’otorino.”
“Sì, infatti, però con la prescrizione che mi ha fatto lei mi danno la prima disponbilità il 2 maggio del 2023, non può mettere una sigla diversa da P (programmabile)?”
“No, non se ne parla, non posso farlo perché lei è solo sorda, ha gli acufeni e perde l’equilibrio, non ha una malattia grave.”
“Sì, però qui c’è scritto che…”
“No, no, guardi, prenoti on line, perché io non posso fare niente”.
Va bene, ringrazio ed esco.
Sento un pallone che si sta gonfiando dentro la testa, succede spesso.
Piango un po’, torno a casa, apro il frigorifero, prendo la vascetta di gelato, ci butto dentro qualche pasticca e aspetto che venga sera.
Oggi sono una cittadina modello.
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