LETTURE · LIBRI · Scrittura

Saper leggere

Non sono capace di leggere ad alta voce in modo decoroso.
Ci sono invece persone che sanno dare forma, colore e vigore a testi che apparentemente sembrano piatti e invece non lo sono affatto, basta saperli leggere come meritano.
Gli attori di teatro, talvolta, propongono letture o monologhi che, grazie alla loro sapiente esposizione, ammaliano il pubblico tenendolo incollato alla poltrona per lungo tempo.
Il mestiere di lettore è tutt’altro che semplice me ne sono accorta durante la presentazione di un mio libro quando, oltre al relatore, avevo a disposizione un vero interprete.
Fu lui a scegliere i racconti da presentare e, mentre recitava le parole scritte da me, io pensai: “Che bella questa storia, ma, sta leggendo il mio libro?”

21 pensieri riguardo “Saper leggere

  1. Anche a me è capitato che qualche mio brano fosse letto da un lettore professionista, ma non ne sono rimasta soddisfatta. Non mi piace l’enfasi, non mi piace quel calcare su alcune parole, non mi piace la lettura “finto gioiosa”, come se chi legge fosse intimamente felice… amo invece la lettura semplice, quasi piatta… sarò strana?

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  2. Mi ritengo un ottimo “lettore a voce alta”, se ci limitiamo alla correttezza formale intesa come fluidità, rispetto dei tempi, pronuncia (tolta una leggera strascicatura romanesca acquisita, parlo quasi italiano).

    Se andiamo sull’interpretazione, quindi sull’ “anima” (che è quello che intendi), faccio cagare. 😉

    Diciamo che vado bene per leggere il libro di testo in classe, ma per il resto lasciamo perdere.

    Non c’entra una mazza ma mi hai fatto tornare in mente il solito aneddoto buffo, non mi trattengo, devo raccontarlo:

    Eravamo in terzo liceo, una delle secchione della classe (parliamo di una che in Italiano aveva la media del 9, che poi si è laureata in lettere e a quanto ne so oggi è insegnante di ruolo in un liceo romano) doveva leggere a voce alta un passaggio di un libro, che ovviamente tutti seguivamo sui nostri volumi.

    Tutto bene, finchè ad un certo punto non arriva la seguente frase (più o meno testuale, parliamo di quasi 40 anni fa, la memoria è quello che è):

    “…Tale teoria trova conforto anche nella tesi sostenuta cinquant’anni prima da S. Freud…”

    Bene, la sventurata, senza soffermarsi a riflettere nemmeno un momento e dando prova della sua abissale quanto sottostimata ignoranza, lesse tutto d’un fiato:

    “…tale teoria trova conforto anche nella tesi sostenuta quasi cinquant’anni prima da SAN FREUD (pronunciato proprio FREUD)…”

    Momento di gelo, con tre quarti della classe che non aveva nemmeno capito cosa fosse successo ed il restante quarto, oltre alla professoressa in cattedra, colto da un’epocale accesso di risa incontrollate. La meschina, con gli occhi sgranati e l’aria stizzita si fermò, chiedendosi cosa ci fosse da ridere e la professoressa cercò di soccorrerla imbeccandola: “volevi dire Fròid ? Sigmund Fròid ?”

    “No, no, avrei detto Fruà… qui c’è scritto Freud”.

    Capisci che cazzo mi è toccato sopportare ? 😀 😀 😀

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      1. L’effetto fu proprio quello: mettici anche l’ambiente scolastico, ricordo che mi prese uno di quegli attacchi di ridarella che appena sembrano smettere basta che guardi il tuo vicino di banco e ripartono 😀

        “SAN FREUD” è rimasta una battuta ad effetto per anni, anche dopo la fine della scuola: i pochissimi con cui sono rimasto in contatto, ancora oggi se dico “SAN FREUD” ricominciano a ridere.

        La cosa triste è che è tutto vero e che la tizia in questione, come ti ho detto, attualmente insegna alle superiori.

        D’altronde avevamo anche una professoressa di italiano che diceva “autibus” come plurale di autobus e che una volta cercando di lanciarsi in una citazione dotta disse una frase in tedesco che lì per lì ci lasciò interdetti. Durante quello stesso anno scolastico, in gita con lei come accompagnatrice, ritrovai la frase in questione su un’etichetta sotto il finestrino del treno: “Keine gegenstände aus dem fenster werfen“. Glielo feci notare sarcasticamente, aveva spacciato “Non gettare alcun oggetto dal finestrino” per una massima filosofica tedesca dell’800. Da qui si capisce anche perchè l’anno successivo fui bocciato a settembre con tre materie orali della minchia 😉

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  3. Pienso que, quien leyó tu libro, seguro que tenía como base un mensaje muy bien estructurado para no dejar que la audiencia pierda su atención o capte información que sea diferente a lo que tú habías escrito.
    Saludos Nadia.

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  4. Io odio leggere ad alta voce. Nelle letture silenziose riesco a metterci tutti gli elementi che rendono la lettura bella. Ma quando mi capita di leggere in presenza …divento schematico e dando poco colore alle parole. Direi che sia più uno stato d’animo che una capacità…per cui ti capisco

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