Opinione · qualche pezzo di me

Il prezzo di un peccato

Ormai da dieci anni ho imparato a limare parecchio le spese che mi permettevo in precedenza quando avevo un lavoro fisso.
Ciononostante ho visto scendere costantemente il livello dei miei risparmi che vengono intaccati per tirare la carretta; pertanto ho deciso di annotare ogni minima uscita di denaro per capire se posso limare ancora qualche spesuccia, non strettamente necessaria, onde evitare di ritrovarmi col fondo della pentola bucato.
Ieri ho diviso le varie voci di spesa per capire qual è possibile eliminare e, con un po’ di stupore, ho visto che solo in gelati lo scorso mese ho speso quasi 60 €.
Non gelati consumati seduta su divanetti griffati di una lussuosa gelateria, serviti in ricche coppe addobbate con frutta panna e liquori vari, ma innocenti coppette o coni “da passeggio”.
Quello che è convenzionalmente considerato un peccato di gola per me è una spesa fissa mensile.
Questo peccato è parte della mia alimentazione, pertanto ho deciso che il sacrosanto gelato, delizia del palato, non verrà eliminato, ma sarà come il pane quotidiano.
Alla faccia della miseriaccia.
Toh! Ciapa  sü e porta a ca’!

24 pensieri riguardo “Il prezzo di un peccato

  1. Sacrosanto. E che diamine.
    Non so o non mi ricordo se fumi, ma nel caso quello è un ottimo punto riguardo al taglio delle spese. Una volta avevo fatto un conto (per difetto) di quanto avevo speso fino a quel punto in sigarette. La cifra risultante è stato uno dei principali incentivi a smettere. 😉

    Piace a 1 persona

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