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Fuenteovejuna

A volte gli intarsi della vita si mescolano congiungendo passato e presente.

Proprio oggi mi è passato davanti agli occhi il celeberrimo quadro di Pellizza Da Volpedo “Il quarto stato”, per gli italiani un grande vanto e per me, che abito a pochi chilometri da Volpedo e passo di frequente davanti alla casa museo del famoso pittore, è ancora più significativo.

Spesso seguendo il filo dei miei pensieri vado a percorrere e ripercorrere strade lontane e dimenticate, così è successo oggi quando ho visto il famoso dipinto.

Ma non è del dipinto che intendo scrivere in questo post, perché la visione mi ha portata ad un’altra immagine eccezionale e di conseguenza ad un altro personaggio straordinario: Antonio Gades grandissimo danzatore e coreografo spagnolo spentosi nel 2004.
Di questo fenomenale artista ho visto un solo spettacolo ma ne sono rimasta talmente rapita da non dimenticarlo mai più, anzi credo di poterlo annoverare tra i migliori ballerini che abbia mai visto, e credetemi io ho visto l’eccellenza della danza in tutte le sue sfaccettature.
Tranne Rudolf Nureyev, di cui non ho fatto in tempo a cogliere la magia, gli altri penso di averli visti quasi tutti.
Da Baryshnikof a Carla Fracci, Roberto Bolle, dai Momix di Moses Pendleton inventati dopo gli I.S.O. dove un luminoso Daniel Ezralow brillava come un prezioso diamante (molto prima di trasformarsi nella ciofeca di oggi ridotto a coreografare le scamorze di Maria De Filippi).
Da Martha Graham a Maximiliano Guerra, per non parlare di Merce Cunnigham che ho visto ormai vecchissimo ma talmente strepitoso da lasciare chiunque a bocca aperta anche in tarda età.
E poi Stomp, Tao, i virtuosismi acrobatici dei ballerini russi, e i musical più rinomati da Cats a Rocky Horror che ho seguito in tutte le salse, cinema, teatro e rifacimenti dilettantistici con partecipazione del pubblico.
E i Tangueros argentini con i loro impossibili miscugli di gambe e passionali casque.
Per non parlare dei mitici e folli artisti de “La Fura dels Baus” di cui non ho perso una messa in scena in Italia: portano in giro esibizioni un po’ differenti dalla danza, se non li conoscete cercateli perché Loro danno parecchie soddisfazioni a Maestro Strabilio.

Mi fermo qui perché se continuo mi perdo e vado a raccontare altro dimenticando che oggi le mie parole sono solo per Antonio Gades e Pellizza da Volpedo.

Che cosa c’entra un pittore con un danzatore di flamenco direte voi.

Beh il legame è fortissimo e lo potete constatare guardando il filmato della rappresentazione di “FuenteOvejuna”, ispirato alla commedia di Lope De Vega, una delle ultime opere portate in tourné da Gades e che io ho avuto la fortuna di vedere al Teatro Nazionale di Milano nel lontano 1996.
Avevo scelto quello spettacolo poiché ho una grande passione per il Flamenco e conoscendo la fama di Gades volevo assolutamente vederlo.
I biglietti costavano una fortuna perché chi frequenta e ama gli spettacoli di tal genere sa che per gustare appieno queste esibizioni è fondamentale sedersi in una posizione strategica, conoscere bene il teatro e quindi scegliere quelle poltrone in quella determinata fila della platea, né più avanti né indietro altrimenti si perdono pezzi di meravigliose visioni.
Per la musica e l’arte sono pronta a qualunque rinuncia pur di godere da vicino il talento di un grande.

Ma ancora non ho raccontato il nesso tra danza e pittura.
E adesso ci arrivo: non avevo letto nulla dell’opera che avrei visto, tranne appunto il nome dell’etoile, quindi è stata una sorpresa totale, una meraviglia per gli occhi, le orecchie ma soprattutto emozioni a non finire che riempiono anima e cuore fino negli spazi più nascosti.
Uscendo estasiata dal teatro commentavo con gli amici e tutti convenimmo che in tanti momento della rappresentazione sembrava di vedere vivere il famoso quadro di Pellizza da Volpedo “Il quarto stato”.
Il giorno successivo, leggendo le recensione sul giornale venni a conoscenza del fatto che Gades si era ispirato proprio a quell’opera per le coreografie del suo spettacolo.

Ecco è tutto qui il succo del mio discorso.
Senza che io lo sapessi il Maestro è arrivato a farmi vedere proprio l’immagine come lui desiderava riuscendo a ricordarmi il dipinto tale quale.
Quindi, con questo lungo preambolo, voglio solo dire che quando un artista riesce ad evocare nello spettatore esattamente ciò che si era prefissato, merita veramente tutta la fama e il successo di cui s’illumina.

Sì, ho scritto tante righe per esprimere un concetto minimo, ma talmente grande nel suo significato da meritare le parole più belle del vocabolario.

P.S.: non mi manca nemmeno Joaquìn Cortés che ho addirittura intervistato per la radio in cui lavoravo proprio ai tempi del suo esordio in Italia, quando la sua fama si stava allargando a macchia d’olio.
Cortés all’epoca era un bellissimo ragazzo, simpatico, disponibile e per niente divo, purtroppo non all’altezza di tanto successo perché il suo flamenco “contaminato” poteva andar bene per le riviste patinate di moda.

10 pensieri riguardo “Fuenteovejuna

  1. Che piacere incontrare qualcuno che ama la danza quella vera, che val la pena vedere e amare, non quella ”pseudo” oggi tanto di moda. Ho mia figlia diplomatasi in danza contemporanea. Con la sua compagnia a 21 anni andò a Cipro per rappresentare con lo spettacolo ”Volo tra pensieri di luce”, l’Italia al festival europeo di danza contemporanea nel maggio del 2003. Sono passati anni da allora ma ricordo di quella permanenza ( andai di fatto anch’io ), ogni minuto fatto di partecipazione, divertimento, passione e gioia da parte dei ciprioti che adorano la danza. Un’ esperienza indimenticabile. Erano presenti le più grandi compagnie di danza, tra le quali quella inglese di Richard Alston e quella francese di Christine Bastin. Ottenemmo un bel successo, ricordo ancora l’ entusiasmo in sala e gli applausi. Ora mia figlia è sposata e mamma di due splendidi bimbi, ma quello che ci ha regalato con la sua danza da quando aveva sei anni fino ad un anno prima di sposarsi, è stato un sogno di emozioni, di teatri, di quinte e camerini …un mondo affascinante e travolgente. grazie per questo post. Un abbraccio. Isabella

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    1. Ciao Isabella, mi rincuora il tuo commento caloroso perché penso che la danza a teatro dovrebbe essere molto più seguita, dà emozioni che non si possono immaginare senza vederla dal vivo.
      Ho convinto tante persone a seguirmi a teatro e ogni volta mi hanno ringraziato per aver aperto loro un mondo fantastico e sconosciuto.

      Piace a 1 persona

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