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E cinque mesi dopo?

Ieri qualcuno si sarà fermato ad osservare le macerie dell’Aquila
ancora tristemente vivide dopo dieci anni.

E cosa sta succedendo nei meravigliosi boschi che abbiamo perso a fine ottobre in
Agordino e Cadore?

Per saperlo cliccate sull’immagine e leggete l’articolo di Barbara Marengo

13 pensieri riguardo “E cinque mesi dopo?

  1. Leggo articolo e commenti, e come al solito riscontro una posizione ferma. Va bene, ci sono errori, ma allora facciamo qualcosa, no? Almeno cerchiamo di capire. Tipo che l’economia ha delle ragioni che ci hanno portato a un benessere nemmeno immaginabile solo un paio di generazioni fa. Come sempre ci sono errori, ma stare a guardare e dire “che peccato, che vergogna” non serve a niente, anzi, aumenta il danno

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  2. L’errore che è stato fatto nel Cadore è stato quello di piantare solo abeti di quel tipo, in pratica monocultura che serviva all’industria. Le monoculture sono le più dannose per l’ambiente. Nel Lazio stanno creando monoculture di noccioleti perché le nocciole si vendono bene. A breve anche lì l’ambiente avrà i suoi problemi.

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      1. Purtroppo, per motivi economici vengono spesso fatte scelte poco utili alla natura dei luoghi. Il boom economico del dopoguerra ha fatto i primi danni e la crisi economica attuale sta facendo il resto. Anche in agricoltura sono state fatte scelte scellerate, soprattutto qui nella padania e ne stiamo già pagando le conseguenze. Difficile poter tornare indietro, anche perché l’industria ha le sue esigenze e la grande distribuzione commerciale impone delle scelte che noi cittadini facciamo fatica a contrastare, in parte perché siamo inermi e in parte per comodità. L’Unione Europea sta facendo il resto del danno, imponendo delle ulteriori scelte economiche che stanno stravolgendo quelle che erano le culture, le tradizioni e le colture dei vari paesi membri.

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