Opinione

Feste, parole e fatti

Ieri era il 25 aprile giorno della liberazione d’Italia,
tutti abbiamo festeggiato la data memorabile,
ma, oggi, ci sentiamo più liberi?

La settimana prossima si parlerà del 1° Maggio
“festa dei lavoratori”,
dopo la festa avremo meno morti sul lavoro?

 

51 pensieri riguardo “Feste, parole e fatti

  1. Le feste, come i ponti, o i Santi Patroni, sono sempre serviti per alleviare il peso di attendere 12 mesi per tornare in vacanza e quindi interrompere la giostra lavorativa che ci impongono come criceti nella ruota.
    Lo sapeva bene la vecchia Democrazia Cristiana che inventò tutte le ricorrenze possibili di concerto col vecchio partito dei Lavoratori, e lo sanno benissimo pure i nuovi arrivati, che le regole che tengono inchiodato e mansueto il gregge non si devono modificare neppure di una virgola.
    E pertanto festeggeremo la “Liberazione” anche quando avremo il collare a doppio nodo e il ‘900 sarà un secolo da preistoria.

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  2. Come sempre, ormai tutte le feste hanno perso il loro significato originale, quantomeno sembra che lo abbiano perso anche perché, l’eccesso di comunicazione che ci bombarda ogni minuto della nostra giornata ha portato alla luce l’ignoranza e l’arroganza di chi crede di essere a conoscenza di tutto e fa leva sull’ignoranza di base di molti che seguono pedissequamente ciò che sentono o leggono, senza approfondire. Il mondo cambia, è vero, spesso cambia in peggio. Un abbraccio Nadia, come stai?

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  3. Quella del 25 Aprile / 1 Maggio è una “doppietta” terrificante.

    Sono due giorni in cui a parte starsene a casa dal lavoro non capisco cosa ci sia da festeggiare (fermo restando che ognuno fa quel che crede). Io me ne sono stato a casa ieri e me ne starò a casa mercoledi prossimo: tutto il resto mi sfugge.

    E’ questa sensazione di antitesi, di ossimoro, di estraneità che mi turba… e non è limitata alle due ricorrenze appena citate:

    25 Aprile, “Festa della Liberazione”: non si lavora e si fanno cortei e finisce che ci si mena per strada.

    1 Maggio, “Festa del Lavoro”: non si lavora e si fanno cortei che finisce che ci si mena per strada.

    2 Giugno, “Festa della Repubblica”: non si lavora e non si fanno cortei e generalmente non ci si mena per strada, ma ancora devo capire che cazzo c’ entra la Repubblica con le manifestazioni tipiche della giornata.

    Voglio dire, se uno non vuole lavorare e vuole fare a botte basta che aspetta la domenica e se ne va allo stadio, o no ? 😉

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      1. Pure questo è vero… accidenti, trovi sempre un modo per spiazzarmi ! 😀
        Comunque a uno sventurato che l’altro giorno mi ha scritto alla fine di un messaggio “buona liberazione” ho risposto “a te e a tua madre”… 😉

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    1. Il fatto è che mi sono rotta le scatole di tutte le farse ipocrite degli lultimi anni. Non posso più chiamare i miei amici gay “orecchia” perché i nongay si sentono offesi, non posso più dire ciao negro ai miei amici neri perché i bianchi si offendono, non posso più dire alle mie amiche lesbiche fattela leccare perché i movimenti lgbt mi saltano addosso. Non posso più dire “gobbo” a uno juventino perché i portatori di hcp si incazzano.
      E io che sono un’anima fragile che cosa dovre dire?

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    1. Chi ci governa (e non parlo solo del governo italiano) ha già da tempo oscurato i cervelli. Un bel lavoro lo hanno sperimentato con la campagna pandemica. Ti faccio un esempio semplice ma abbastanza esplicativo: ho visto gente pubblicare su FB le immagini di bare della strage di Ustica spacciandole per bare della pandemia.

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      1. Brava! E io passo spesso per una rompiscatole perché dico le cose come stanno. Talvolta la commissione bibliotecaria del mio paese (di cui faccio parte) dice che io sono lo psirito critico della situazione quando si tratta di promuovere autori di dubbia capacità.

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    1. Negli ultimi anni si sono impegnati a piegare la nostra volontà incutendo la paura, ci hanno perculati con frasi da tipo “preferite la pace o il condizionatore”; sanno bene che non ci muoveremo mai dal divano di casa. 😬

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      1. Non limitarti a Draghi, nell’Operazione COVID sono tutti correi: giornalisti, medici, artisti, influencer, intellettuali, magistrati, politici e prelati. E tutto l’esercito dei cittadini Kapò
        zelanti servitori in mascherina.
        Ovviamente ogni categoria ha avuto le sue eccezioni ma nel complesso un esperimento riuscito grazie a loro. Ora hanno una metodologia brevettata e certificata per qualunque cazzata ( funzionale ai loro sporchi interessi ) vogliano imporre, dal Cambiamento Climatico al Razzismo declinando tutti i colori dell’arcobaleno LGBTQ.
        Il senso critico ( in larga parte ) è stato sostituito da una cieca obbedienza bovina con l’aggravante di non avere quest’ultima innocenza.

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      2. Condivido tutto ciò che hai scritto. Come giustamente dici, tranne le dovute eccezioni, sono tutti correi nella devastante operazione di piegare la volontà del popolo e di alimentare il conflitto tra le coscienze.

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  4. Non cambierà mai nulla se a cambiare non è il sistema. Per i soldi si va a destra e poi a sinistra, passando per il centro. Per i soldi non si guarda alla sicurezza, e quando la sicurezza c’è, allora non si usa per velocizzare il lavoro…

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      1. NOn proprio, Nadia; un conto è la responsabilità personale e un conto è deresponsabilizzarsi dando la colpa a un “sistema”. Il cambiamento passa SOLO attraverso i singoli; se non c’è questo passaggio si continua a lamentarsi di un non ben definito “sistema” e non si va da nessuna parte.

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      2. NOi abbiamo anche una coscienza; le nostre singole coscienze creano una coscienza collettiva, ma se le nostre singole coscienze non cambiano, la coscienza collettiva rimane invariata. Ad ognuno la responsabilità di cambiare se stesso.

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