l'osservatorio di evaporata · Opinione

A domanda rispondo

Dopo aver letto il mio post di ieri, qualcuno mi ha chiesto di conoscere il blogger che ho notato usare l’intelligenza artificiale per tutto ciò che produce, (immagini a parole), senza dichiararlo.

Rispondo qui dicendo che non rivelo il suo nome o il suo dominio per vari motivi.

Innanzittutto io ho espresso un’opinione personale, quindi potrei sbagliarmi.

In secondo luogo lui o lei, (potrebbe essere uomo, donna o più persone), non danneggia nessuno, si fa i casi suoi, non chiede soldi, non chiede aiuti, non rompe le scatole, non scredita nessuno, non diffonde idee contrarie alla morale, non esprime idee violente, non incita all’odio, insomma non fa niente di male. Potrebbe anche essere semplicemente l’esperimento di qualcuno. Comunque vive e lascia vivere. 

La mia segnalazione è la constatazione che ormai l’uso dell’AI non viene nemmeno più dichiarato. Si creano profili, immagini, storie, e so che c’è anche chi scrive, pubblica romanzi senza dire che sono prodotti da una macchina e non dal proprio cervello. Tutto qui. 

Ovvio che dà fastidio, perché noi impieghiamo un’ora per scrivere un breve articolo, e dietro a questo articolo ci sono giornate di studio, talvolta di ricerca, mentre un qualunque ragazzino che ha comprato per venti euro un’app di AI riesce a scrivere in due minuti senza fatica dieci post al giorno.
Comunque anche il lavoro prodotto totalmente da AI può piacere, quindi ognuno è libero di scegliere come produrre qualcosa, anche se spesso quel qualcosa è ripetitivo perché anche l’intelligenza artficiale ha i suoi difetti.

Io ho usato quella gratuita per provare a creare immagini, ma non mi ha soddisfatto; forse perché non so usarla bene, forse perché serve pagare per ottenere prodotti migliori. Però seguo blog che usano immagini create con AI, lo dichiarano e fanno un buon lavoro, quindi niente da eccepire.

Come dice l’amico Alberto di “FugaDaPolis”:
“E’ la naturale evoluzione di Internet: stiamo vivendo oggi lo stesso fenomeno (fatte le debite proporzioni) che abbiamo conosciuto nella seconda metà dei ’90, quando la Rete è diventata accessibile a tutti.
Riconosco le stesse cose, le stesse emozioni, gli stessi fenomeni. Sta di fatto che (come Internet) è uno strumento e come tutti gli strumenti può essere usato bene o male: sta a noi farne buon uso e non farci fottere il cervello. Qualcuno ci riesce, qualcuno no, qualcuno ci resta sotto.”

28 pensieri riguardo “A domanda rispondo

  1. Noi in ufficio per questioni di lavoro la usiamo da diverso tempo ma sempre dietro la nostra vigile mano e cervello soprattutto senza contare che comunque in quanto a disegno anche lei è imperfetta. Il dibattito sull’AI è molto complesso comunque a prescindere, credo che non si possa e non si debba spacciare un lavoro proprio se è stato invece realizzato dalla AI tanto più quando si tratta di lavori artistici e letterari… Sai quante volte ho provato con l’AI a modificare le mie foto ebbene, per una che come me piace poco la post produzione delle foto e difatti non la utilizzo sulle miei immagini, ti puoi bene immaginare come vedo ipocrita la sua realizzazione della mia foto, non la sento più mia nonostante io non sia una gran fotografa ma diciamo che preferisco le mie foto al naturale con le sue imperfezioni e la AI non mi conquista per niente, poi ognuno può fare quello che vuole nulla da ridire, però almeno non spacciare per proprio sentire ciò che non si è realizzato!

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  2. Per completezza copioincollo qui il commento che ho appena aggiunto “di là” (facciamo la moltiplicazione dei Blog e dei Pesci noi, mica pizza e fichi! ; ), perchè mi sembra attinente, ricollegato alla chiosa del tuo post.

    Riflettendoci meglio, però, una differenza sostanziale fra la Rete in genere e le intelligenze artificiali c’è.

    Ed è proprio lì che secondo me bisogna stare attenti.

    Internet come la giri la giri ha favorito la condivisione e l’interconnessione fra persone. Su questo non ci piove. Se non fosse stato per la Rete, ad esempio, noialtri difficilmente ci saremmo conosciuti e non ci sarebbe stato verso di condividere e discutere le nostre idee. Aggiungiamo che in ogni caso ha agevolato miracolosamente la comunicazione fra persone distanti migliaia di chilometri fra loro. Se solo nel 1990 volevo parlare con qualcuno negli Stati Uniti erano botte da 5.000 Lirette al minuto, oggi senza spendere una lira possiamo parlare e vederci come se fossimo nella stessa stanza.

    Internet in ogni caso ha avuto (ed ha tuttora) il merito di unire le persone, al punto che non possiamo più farne a meno (ci metto dentro anche tutti i social e le piattaforme di messaging tipo WhatsApp, sempre Internet è).

    D’altro canto, l’intelligenza artificiale (anche se pesca a piene mani dal mondo della Rete, della quale non può fare a meno) tutto fa tranne che “unire”, anzi. Il rovescio della medaglia del suo utilizzo è proprio quello di isolare l’utente, che alla fine potrebbe decidere per assurdo di non aver bisogno di comunicare con nessun altro se non con la sua AI preferita, che magari si è personalizzato nel tempo.

    Ecco, questa parte la vedo un po’ alienante, fermo restando tutto il resto…

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  3. Io la uso molto per lavoro (stando molto attento ai risultati), ma non per quel che produco scrivendo, che faccio per me. Diciamo che se l’intento è creare qualcosa di artistico, come un racconto, una poesia, una foto, un dipinto ecc. è piuttosto triste farlo con l’AI spacciandolo per proprio. Viene proprio meno il senso di opera d’arte, che deve per forza contemplare qualcuno di umano dietro. Sul risultato invece, dal punto di vista di chi fruisce delle produzioni dell’AI, credo che sia importante sapere chi o cosa c’è dietro. Penso sarà un tema molto importante nel futuro prossimo, soprattutto. L’AI potrà creare videogame, film, romanzi, sostituendosi a noi con risultati forse ottimi, ma sapere, appunto, che quel risultato è di una macchina piuttosto che di una persona, credo tolga proprio il valore con cui poi la gente ci si approccerà. O almeno, quella più accorta. Visto che comunque il consumismo prende anche il mondo dell’intrattenimento e delle arti, può anche essere che non freghi più a nessuno. Ma sarà grave. Vabè, tema complicatissimo.

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    1. Sì Davide, il tema è molto complicato anche perché all’AI ci arrivano giovanissimi che imparano prima ad usarla che a scrivere in corsivo, quindi si rischia dei perdere i cervelli del futuro. So che aiuta tanto anche i professionisti per compilare documenti, perché lavoravo nell’ufficio tecnico del comune e vedevo il geometra usare molto AI per scrivere determine e atti vari, per semplificarsi il lavoro. Sottoscrivo ciò che affermi per quanto riguarda l’arte perché, come ho detto a Francesco, una sola idea non basta per fare di un umano un artista.

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  4. Ecco la mia amica Nadia: la forma torna, e di questo abbiamo certezza. Ben tornata
    Potremmo estendere l’argomento a più livelli. Oggi esistono aziende che chiudono bilanci con l’ausilio di software: è la naturale evoluzione delle possibilità che abbiamo.

    Mi viene in mente il correttore di Word che, a suo tempo, sollevò polemiche, o thesaurus che proponeva sinonimi e contrari…potrei citarne milioni. E, ancora prima, tanti programmi che non si limitavano a correggere, ma arrivavano a modificare intere porzioni di testo, facendo editing di livello superiore.

    Un autore, mediamente, per arrivare a un best seller impiegava anni, e spesso non era un lavoro solitario: dieci mani e cinque teste tra stesure, revisioni, abbellimenti. Alla fine, quanto resta davvero dell’autore?

    Tu fai editing e lo sai meglio di me: sei la prova vivente della AI 0.0. Perché ci si adatta al tempo, alle evoluzioni, alle opportunità.

    Ma c’è una certezza che non cambia, e lo dico da informatico: non esiste testo senza un’idea. La macchina può generare, correggere, rielaborare, ma non può sostituire la scintilla creativa. Senza l’idea, il contenuto collassa in conversioni casuali e incoerenti a mio avviso non riesce a cambiare un testo integralmente. Io lavoro molto sul codice madre di Deepseek la AI cinese – per alcune integrazioni di leggibilità per alcuni paesi in cui non è vietato in Europa. Posso dirti la verità.?..è un disastro impossibile che deepseek possa sostituirsi completamente.

    Ed è qui la differenza: forse non tutti hanno grande capacità letteraria, ma chi possiede idee autentiche ha già in mano il seme della creazione. Ciaooo

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    1. Sì, è vero. Una stilla di idea bisogna averla, ma una misera idea non basta, serve anche tanto lavoro per ottenere un buon prodotto ed ho portato l’esempio nel post successivo, altrimenti è come imitare la moltiplicazione dei pani e dei pesci, ma solo Gesù Cristo è riuscito a dare un buon pasto a tutti.

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    2. Per il resto, come ho scritto, so benissimo che in certi campi, come la medicina, l’AI è fondamentale. Il profilo che io ho individuato, (e non lo rivelo perché è gisuto che ognuno faccia le proprie valutazioni senza essre influenzato da me, nel caso in cui lo incontri), sta da anni du FB dove ha pubblicato centinaia di stupende immagini tutte prese dal web, ora si è creato un’identità spettacolare e molto attraente. Non fa nulla di male, ma il suo personaggio è totalmente fasullo ha una falsa identità.

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  5. Comprendo il non voler mettere nomi in piazza senza neanche la certezza assoluta che stiano barando.. però conoscere sistemi e genesi di tali prodotti, potrebbe aiutare chi legge ‘ste cose accreditando gli autori di tributi che non meritano.. insomma quando possibile, e sapendo di essere nel giusto, sono del parere che chi “incarta” il sistema barando andrebbe additato, e pure sottolineato.
    Ho letto che ci sarebbero sistemi validi per scoprire se chi scrive è un umano o una A.I. a mio avviso sarebbero da pubblicizzare.. o magari un giorno finiremo per atrofizzarci e scrivere ognuno la stessa cosa, alla fine..

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    1. Ciao Franco. Qui su WordPress, per adesso difficilmente i farlocchi riescono ad agganciare tanto seguito, anche perché i contenuti devono essere interessanti e il blogger deve creare anche momenti di dibattito per interessare chi lo segue. Se non risponde mai e pubblica a raffica di solito si disperde dopo qualche tempo. Diciamo che la maggior parte dei blogger sono ancora persone che usano il cervello. Sui semplici social come FB o X puoi trovare anche roba brutta e cattiva, ma là sappiamo tutti come funziona.

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