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Da Metropolis a WordPress

Verso la fine del secolo scorso nacque una messaggeria telematica chiamata “Metropolis” che io iniziai a frequentare nel 1995, accessibile tramite il videotel  quando Internet era ancora poco diffuso nel nostro paese.
Metropolis era delle prime chat line estese in tutta l’Italia quando non esistevano gestori di servizi e provider che di lì a poco sarebbero sbucati come funghi, inizialmente a costi abbastanza elevati, sino ad arrivare ai giorni nostri in cui la diffusione è capillare in tutto il mondo ed accessibile a chiunque.

Ai tempi di Metropolis, nata qualche anno prima ma per tanti di noi novità assoluta, entrando in parecchi pub, discoteche o bar, ci si trovava davanti a una gran quantità di occhi incollati ad un terminale, che rimanevano per ore incantati a scambiare messaggi con il resto dell’Italia.

All’epoca sembrava un maleficio perché in poco tempo contagiò anche i più scettici come la sottoscritta, entrata per pura curiosità cercando di comprendere quale sortilegio avesse incantato l’amica del cuore che, sempre presente e attiva nella compagnia, era caduta in uno stato d’ipnosi attratta soltanto da quel piccolo schermo che la distoglieva da qualunque altra forma di comunicazione.

Per due anni Metropolis divenne un potente centro di aggregazione in ogni parte d’Italia.
Si facevano i “raduni” per conoscere le facce dei vari nickname incontrati on line, si scambiavano visite dalla Lombardia alla Sicilia. Nascevano e morivano storie d’amore, naufragavano matrimoni mentre altri si celebravano proprio per merito/demerito di questo nuovo fenomeno.

Metropolis era un’emozione sconosciuta ai più, tanto da indurre una sorta di batticuore ogni volta che appariva la pagina per aprire il collegamento verso quel mondo tutto da scoprire.

Tra le scoperte c’erano ovviamente tante fregature: maschi e femmine, bugiardi spudorati, che davano belle descrizioni di sé di trenta chili o venti anni prima. Uomini che si spacciavano per donne al fine di agganciare altre donne da tacchinare in seguito.
Persone sposate in cerca di avventure e anche piccoli truffatori pronti a divorare innocenti quanto sprovvedute vittime.
Non occorre fare esempi poiché ormai sappiamo come funzionano i predatori virtuali, ma pensate quanto fosse facile cadere in trappola all’epoca di Metropolis, quando la novità entusiasmava tutti.
Io stessa rimasi tutta una notte a chattare con una ragazza dal nickname irresistibile “Il pene mi dà il pane”.
Per ore scambiai messaggi, leggendo tutta la sua vita di povera fanciulla costretta a prostituirsi per vivere (la ragione del nick), mentre io tentavo di convincerla a smettere e cercare un lavoro onesto.
Solo all’alba scoprii che la poveretta era in realtà un ragazzo che s’era divertito a prendermi in giro.

Io con i capelli neri ai tempo del Videotel

Con l’avvento di internet arrivarono infinità di chat e social network, sempre più specializzati ed indirizzati a target ben precisi come i siti fatti per trovare la famosa anima gemella, diventati spesso un gran puttanaio virtuale.

Personalmente ho girovagato ed esplorato la grande varietà di luoghi offerti dalla rete, e mi sono fatta una bella esperienza virtuale, supportata sporadicamente dalla conoscenza tangibile delle persone incontrate sul web.
Ho imparato tantissimo e scritto molto grazie a queste esperienze.

Per quanto mi riguarda, tutto ciò che mi è arrivato dalla rete è stato fonte di arricchimento mentale ed emotivo, considerando anche situazioni negative che non sono certo mancate.
Ovvio che serve un minimo di intuito e furbizia per non incappare in solenni fregature o, peggio ancora, incontri pericolosi da ogni punto di vista.
Ma, avendo imparato a riconoscere la nocività di certi umani in tenera età, ho sempre evitato di farmi male.

Dopo l’iniziale eccitante scoperta di Metropolis, le toccate con fuga veloce in certe squallide piattaforme sono state parecchie, ma qualcuna particolarmente piacevole mi ha regalato eccellenti esperienze.
Ad esempio Myspace, che ancora adesso rimpiango perché aveva un suo carattere principale: lo scambio, il confronto e la scoperta di persone sconosciute impegnate in ogni forma d’arte.

Purtroppo Myspace è stata fagocitata dal mostro Facebook nel quale sono iscritta solo ed esclusivamente per rimanere in contatto con amici lontani.

È stata invece una piacevole sorpresa, ma solo inizialmente, la scoperta di Twitter che, nel giro di pochi mesi, mi ha conquistata per la ricchezza di idee, ideali, opinioni, traffico di menti sveglie e pronte a distribuire e scambiare informazioni verso il distretto universale.
Ma, ormai, anche Twitter è diventato uno strumento perverso dove la gente comune, spacciando assurde stronzate per aforismi di produzione propria diventa twitstar ed ottiene la spunta blu come Trump e Salvini che usano il social per far politica.
Evito ulteriori parole su questa deriva perché credo si commenti da sé.

Nel 2010 ho ricevuto in regalo da un amico il sito di WordPress e mi ci sono affezionata, anche se al principio era come parlare da sola, visto che non avevo ancora iniziato a comunicare con altri blogger.

Benché non mi avesse mai sfiorato l’idea di aprire un blog solo mio, poiché ritenevo fosse roba per gente famosa, ho ritrovato serietà e piacere di comunicare con altre persone che hanno non solo qualcosa da scrivere, ma anche da offrire mentalmente ed emotivamente.

Grazie a tutti voi cari amici di WordPress.

14 pensieri riguardo “Da Metropolis a WordPress

  1. Non ho mai “bazzicato” per le strade informatiche di Metropolis, ma anch’io iniziai a “chattare” nelle mailing-list cui avevo iniziato ad iscrivermi, essenzialmente per parlare di musica con persone di tutto il mondo.
    In quegli stessi anni conobbi Rita, da Melbourne (AUS) con cui sono amico ancora oggi.

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  2. Ciao Nadia di WordPress anch’io sono entusiasta, quando sono approdata qua l’ho fatto perché ero delusa di fb della piega che aveva preso tanto più che mi ero iscritta all’inizio del suo arrivo qui in Italia con un gruppo di amici che frequentavamo lo stesso forum di grafica, anche qui su Wp qualche piccolo contrasto ce l’ho avuto, niente di che sempre i soliti disturbatori, fortunatamente Wp mette i commenti da approvare per le persone non faccenti parte dei propri
    contatti, per il resto invece su questa piattaforma ho incontrato persone splendide con sostanza come dico io e soprattutto persone con valori artistici, letterari che non sono di certo interessati all’apparire ma piuttosto all’essere e questo mi ha colmato di altre piattaforme che invece mi hanno delusa. Bello davvero questo post partendo dall’inizio di Metropolis (che io non ho conosciuto anzi, le mie prime chat sono state con Skype e Messenger all’epoca quando ancora ero morosa con mio marito), per arrivare sino a noi su Wp, raccontando l’evoluzione che c’è stata e che hai vissuto, complimenti 🥀🥀🥀 Buonanotte 🌹

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  3. Eh sì, Myspace era una bella piattaforma. C’arrivai dopo essere fuggito da Pegacity, la città virtuale nella quale ero entrato nel 1997, ma le cui finalità puramente ludiche mi stavano strette.
    Dentro Myspace incontrai dei personaggi interessanti che mi aiutarono a dare un contorno più preciso alle mie riflessioni e, perchè no, anche a prendere coscienza della mia predisposizione a scrivere (troppo).
    Morto quello, cercai con un certo affanno un’altra piattaforma, avendo capito subito che Facebook era solo un tritacarne mediatico, e la trovai in wordpress. Ora lì tengo i miei blog personali (con Aruba), e anche se non sono frequentatissimi, almeno sono esenti da qualsiasi sfruttamento commerciale.
    🙂

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    1. E noi ci siamo conosciuti proprio su Myspace, dove ho conosciuto personalmente anche tante altre belle persone tra cui Laura Paita e Roberto Paulato che, purtroppo, sono entrambi scomparsi.

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  4. Mi unisco al coro, non conoscevo Metropolis nè l’avevo mai sentito! WordPress in realtà non lo vedo come un vero e proprio social network, anche per la finalità, che in tanti casi almeno all’inizio è più raccogliere appunti pensieri e scritti vari e meno conoscere persone 🙂 Twitter lo uso “in incognito” solo per leggere le tendenze, ma spesso si tratta di polemiche o questioni talmente discusse che viene voglia di chiudere

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  5. Io personalmente non ho mai amato le chat. Metropolis, ad esempio, non sapevo nemmeno che esistesse. Ho bazzicato su un social pre-facebook, di cui non ricordo nemmeno più il nome, per qualche mese e poi sono fuggita a gambe levate. Riguardo Twitter condivido ogni tua parola e mi piange il cuore.
    A proposito di twitter, ma tu ricordi che ci siamo virtualmente conosciute lì nel lontano 2013? 😀🐾🐺

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  6. non sapevo neppure dell’esistenza di Metropolis e myspace, comunque non credo fossero molto diverse dalla baraonda arrivata in seguito nei vari social. La prime volta che ho digitato su una tastiera per curiosità è stato in uno degli internet cafè che ormai credo siano estinti del tutto. Poi una sera ci fu la presentazione di Internet tramite il provider di Soru in città, c’era ancora la linea a doppino telefonico e netscape era il browser per eccellenza, lento come un esercito di lumache ma mi proiettò verso un mondo nuovo. Arrivando ai nostri giorni trovo nel blog il luogo ideale e ancora relativamente pacato rispetto ad altre piattaforme.

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