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Le torte della disperazione

In questo periodo sono senza lavoro ed esco poco. Mi piacerebbe andare a scarpinare in collina, ma continua a piovicchiare, l’umidità ormai fa venire il muschio anche nelle orecchie, sono un po’ raffreddata e quindi mi tocca stare in casa.

Non riesco a concentrarmi su lettura o scrittura perché gli acufeni in questo periodo mi tartassano di più; detesto guardare la tv o stare a letto a poltrire, ma anche dedicarmi alle faccende domestiche.
Di uscire in auto non se ne parla, la benza costa troppo per sprecarla facendo giri a vuoto, c’è nebbia e comunque non saprei dove andare.

Non m’interessano i saldi dell’abbigliamento; ho una passione per l’arredamento e mi piacerebbe inventarmi un nuovo salotto, ma sono in bolletta sparata e i miei mobili sono nuovi.

Insomma, ho la solita anima in pena; un tempo l’avevo in penNa e scrivevo ma, adesso, mi sembra di aver già scritto tutto quello che potevo scrivere, perciò, per evitare di sbattere la testa contro il muro e far cadere i quadri, faccio le torte. Cerco le ricette sul web e poi le elaboro a modo mio.
Le mie torte sono sempre un po’ storte, come la mia mente, però sono buone e abbastanza sane perché metto pochissimo zucchero e l’olio al posto del burro.
L’altro giorno ho fatto la torta di nocciole, ieri la torta con la zucca, bella da vedere ma il gusto non mi gusta perché ne ho messa troppa, perciò sembra più un contorno di verdura che un dolce.
Proverò a farcirla con della feta, magari salta fuori un secondo originale da tirare in faccia a qualche cuoco famoso.

Questa l’avete già vista, era molto contorta ma buonissima.

Visto che come scrittrice non non combino niente, potrei riciclarmi come artista di dolci astratti solo da guardare. Potrei venderli incorniciati per decorare le pareti, inventando così i quadri con la scadenza.
Di solito le idee del piffero hanno successo, qualcuno è riuscito a vendere come opera d’arte una banana attaccata col nastro adesivo a una parete…

36 pensieri riguardo “Le torte della disperazione

  1. Mi soffermo sulla tua affermazione che ti sembra di aver già scritto tutto quello che avevi da scrivere. Anch’io ho questa sensazione e da una parte me ne son fatto una ragione, dall’altra mi urta parecchio… Ma sapere che è una sensazione condivisa mi addolcisce la pillola. Viva le torte, dunque.

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  2. Io come gusto personale preferisco i dolci fatti senza formaggi (ricotta, e simili), per cui li evito, cheesecake inclusi.
    Unica eccezione il mascarpone, che in effetti ben si presta, basti pensare al tiramisù.

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  3. E se tu progettassi salotti per chi può permettersi di cambiarli? Sparo, eh? Comunque l’idea delle torte mi piace un sacco! Non è un idea balzana, sai? Le torte perfette hanno stancato, onestamente; nessuno fa torte artistiche, come le tue. Nessuno. Pensaci.

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