
Nei mesi più freddi le giornate propongono, talvolta, alternanza di luce e buio.
Gli occhi si abituano alla penombra e quando arriva il sole abbaglia e dà fastidio.
Per uscire servono gli occhiali scuri, bisogna attenuare questa luminosità così invadente.
Spesso io non riesco ad apprezzarla.
La contrapposizione tra luce e buio, tra chiaro e scuro, giorno e notte l’ho sempre sentita profondamente dentro me. Succede a chiunque lo so.
Come tante persone che vivono in modo dissociato, anch’io sono metà luce e metà buio.

Queste peculiarità sarebbero un grande privilegio se riuscissero a starmi dentro in armonia tra loro, invece non sono facilmente governabili e rendono la vita difficile.
Riuscire ad utilizzarle nel modo appropriato quando serve una o l’altra porterebbe vantaggi interessanti. Riflessione ovvia, ma d’obbligo.
Poiché sono convinta che possedere la prerogativa di essere poliedrici, variegati, versatili, eclettici, – insomma complessi – sia un vantaggio, da tutta la vita inseguo la capacità di imparare ad usare positivamente queste caratteristiche. Purtroppo ci riesco raramente in modo davvero efficace, qualche volta in modo maldestro, spesso con effetti poco rassicuranti.
Per la maggior parte del mio tempo di veglia e dormiveglia (non dormo mai profondamente) questi chiaro scuri si alternano a loro piacimento facendomi rimbalzare come una pallina di gomma da una parete all’altra della vita, lacerandomi con profondi ematomi che ormai non vedo nemmeno più.
Ad essere sincera ho una lieve predilezione per la mia parte oscura, però la porzione luminosa è più utile nella vita quotidiana.
Il fatto che asserisca questo indica una certa dimestichezza nell’uso delle due specialità, ma come detto prima non è facile.
Adesso non so esattamente dove mi trovo, al buio o in luce? In penombra, sì in penombra.
Quando cado nella zona delle tenebre riesco a far uscire pensieri eccellenti dal punto di vista dell’originalità, ma a volte sono talmente in danno che prego un nessuno qualunque di venirmi a salvare.
Quando m’illumino vedo il bello che riesco a spargere intorno a me, ma non per me.
So che non uscirò mai da questo modo di essere perché altrimenti sarei qualcun altro e non me stessa.
Sono quindi destinata a vivere up & down continui.
Probabilmente fossi diversa mi annoierei a morte.
In fondo la cosa importante è non trovarsi in un grigio statico uniforme e totale che appiattisce ed avvilisce chiunque sia costretto a portarselo dentro.

😎🤗
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Metà luce metà buio.
E il giusto compromesso.
Non c’è accecamento, non c’è smarrimento. Chi si accontenta lo sceglie
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😀👍
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Personalmente ho sempre trovato la mia dimensione nella penombra, in quell’unione di luce ed oscurità in cui tutto si fa più soffuso e dove si vede e non si vede. Nella penombra non c’è la “violenza” della luce e né la “morte” dell’oscurità: semplicemente ci si abbandona ad essa, e ci si lascia guidare come se si inseguissero ombre
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Ottimo punto di riflessione.
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Il grigio ha infinite sfumature, ma è comunque faticoso….
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Ingegno e sensibilità rendono le persone più eclettiche, più “artiste”, più geniali, ma possono nel contempo rendere vulnerabili e deboli.
Destino di chi sa cogliere gli aspetti della vita sconosciuti, rispetto a chi vive solo in superficie.
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Hai ragione, la sensibilità è anche un rischio, richiede molta forza per non soccombere.
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Occhiali da sole anche in inverno poi penombra serena a casa…. 😊
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😀
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Credo che, bene o male, tu possa rappresentare quella “genialità” che molti hanno, ma che la società cerca di condizionare a un modello meno versatile e più controllabile, diciamo: più amorfo. Come quando i mancini venivano castigati, perché la mano sinistra era quella del diavolo. Luci e ombre sono dentro in ognuno di noi, ma la maggior parte le perde a causa di un’educazione omologata, oppure è costretto a nasconderle per poter sopravvivere. Poi ci sono i liberi, che dirompono, come te…e meno male.
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E sono anche una mancina castigata durante la prima infanzia…
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Vedi che avevo ragione? Molti geni erano mancini
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Io sempre occhiali scuri, sono fotosensibile…
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Idem.
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