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Fantasmi

Avete mai provato a vivere con dei fantasmi?

No, non “quei fantasmi”. Non quelli che girano con il lenzuolo o vivono nei castelli, oppure appaiono in determinate occasioni sulle scogliere per spaventare i naviganti. Non sto parlando dei fantasmi leggendari.

I fantasmi con i quali ho rapporti più o meno stretti sono persone, cose o animali che esistono da qualche parte ma, per ragioni indipendenti da me, non mi sono vicine fisicamente.

Ci sono le amiche che vivono all’estero e riesco a vedere si e  no una volta all’anno, ma tra noi esiste un legame molto forte, quindi le sento spesso vicine.

Altre due presenze importanti sono i miei genitori.

Mio papà è morto giovane nel 1974, mia mamma è morta dieci anni fa.

Lui non ha mai smesso di palesarsi nei miei sogni, ma non come fantasma. Sono io che non l’ho mai dimenticato, nonostante fosse un padre umanamente fragile e praticamente inesistente come figura maschile. Lo sogno spesso, ancora con le sue insicurezze e tutte le sue sofferenze mentali irrisolte come se toccasse a me sollevarlo dal suo passato poco felice.

Lei, la mamma, la sento gridare “Arrivooo” come quando suonavo il campanello di casa sua, la vedo seduta nella sua cucina con il gatto in braccio a raccontarmi sempre le stesse cose. Sento i suoi piccoli passi veloci, nonostante la protesi all’anca e una gamba più corta. Vedo le sue mani leggermente deformate dall’artrosi propormi per l’ennesima volta di guardare i suoi fiori, i suoi pupazzetti di pezza, le nostre vecchie foto, e offrirmi la decima fetta di torta in venti minuti.

Uomini: in questo caso sono io a trasformarmi in fantasma. Ci sto un po’ e poi scompaio.

Poi ci sono gli animali.

Dalla nascita e fino a che non ho cominciato l’attuale lavoro ho sempre convissuto con animali, tutta la mia stirpe per dna è molto legata agli animali.

Ho smesso di averli in casa da quando vivo sola e sono costretta ad assentarmi per giornate intere, perciò qualunque animale vivrebbe in stato di abbandono.

In ogni caso anche qui i miei fantasmi  sono belli vispi e sempre presenti.

Oltre a tutti i cani, gatti, anatre e galline, che ricordo da piccola poiché vivevo in città ma in una vecchia casa di ringhiera dotata di ampia corte che all’epoca sembrava una cascina, i tre sempre presenti intorno a me sono due gatti e un cane.

Il primo gatto viveva con me ed il mio ex marito.

Non aveva un nome perché non ha mai voluto rivelarlo. Lasciava che lo chiamassimo micio nero perché era nero come la pece e di una bellezza ipnotica. Un maschio di quasi 5 chili: una pantera tutta muscoli e agilità.

Secondo noi non era un gatto, ma l’espressione di qualche entità o anima di cui non conoscevamo la natura. L’avevamo trovato in giro, portato a casa e lui ci aveva adottati, sembrava volerci proteggere da tutto e da tutti.

Con noi era affettuoso e dolcissimo, con chiunque altro stava sempre all’erta. Non si lasciava avvicinare da nessuno, non si lasciava fotografare mai, e si comportava come un cane da guardia.

Era un gatto assolutamente mite, ma il suo aspetto ed il suo portamento incutevano timore e rispetto in chiunque lo vedesse. A certe persone faceva paura, come se riuscisse a vedere dentro il cuore di chi aveva qualcosa da nascondere o di cui vergognarsi; senza muoversi restando fermo ad osservare l’individuo questi si sentiva in difficoltà e gli stava alla larga evitando anche di guardarlo.

Questo gatto meraviglioso, circondato da un’aura particolare e dotato di grande carisma me lo hanno ammazzato in un modo tremendo.

Dopo giorni che non lo vedevo qualcuno mi ha telefonato di aver visto una specie di “cane” che assomigliava al mio gatto, morto in un fosso lungo la statale: era lui con un grosso buco nel ventre provocato probabilmente da un attrezzo da lavoro. Era inverno e c’era la neve, siamo andati a raccoglierlo rigido come un baccalà, lungo disteso sembrava davvero una pantera. L’abbiamo seppellito presso la fontanella delle rose in un viottolo di campagna.

Micio nero è sempre con me.

La principessa Melania Melody, per gli amici Mel, è la meravigliosa gatta del  mio avatar.

Mel è stata per anni il mio alter ego. L’aveva trovata mia mamma dentro una botte in un cortile abbandonato. Figlia di una gatta randagia squama di tartaruga e di un blasonatissimo e splendido persiano rosso.

È la gatta più bella che abbia mai visto in vita mia. Tutti i colori della madre e lo splendore del pelo paterno.

Sapeva di essere bella ed ammirata e si comportava di conseguenza, altezzosa e vanitosa come una diva degli anni 30, sempre in posa per farsi adorare.

Vivevamo in simbiosi, ma lei era la personalità dominante poiché sapeva bene che il suo fascino aveva una grande influenza anche su di me. Era lei che decideva quando prendere le coccole, e quando ignorarmi, dormiva su un telo bassetti a lei riservato nella parte libera del mio letto, quando il mio sonno era agitato e stravolto da incubi lei si avvicinava e mi svegliava dolcemente per rassicurarmi.

Mi amava tantissimo, di un amore distaccato, come solo una dea sa fare. Ma quell’amore è ancora vivo nel mio cuore come allora.

E’ morta a 14 anni, dopo una malattia renale che lei non ha voluto lasciarsi curare, ricoverata in clinica veterinaria non permetteva a nessuno di somministrarle medicine né toccarla.

Mi ha chiesto di lasciarla morire in pace, ed io l’ho assecondata.

Dopo giorni di sofferenza fisica per lei, ed emotivamente devastante per me, presi la decisione. Quel giorno il veterinario mi consegnò una fattura con su scritto “eutanasia con smaltimento”…

Mel non mi ha mai lasciata, mi ha seguita in tutte le case che ho cambiato, e la sera quando mi allungo sulla poltrona per leggere, lei arriva e mi salta in braccio per scacciare la malinconia.

Dopo Mel è arrivato Bò, il grande Bò, il prodigioso Bò. Beauregard I° D’Occitania, un incrocio tra un pastore tedesco ed una femmina di pastore belga.

Anche Bò ha il suo spazio tra le foto, se volete vederlo vi rendete conto di quale maestosa potenza era dotato.

Di solito ogni donna ha nel suo animo l’uomo dei sogni, io avevo il cane dei sogni. E Bò ne era la perfetta incarnazione.

Per motivi indipendenti dalla mia volontà ho dovuto forzatamente, e con una tale sofferenza da farmi cadere in profonda depressione, separarmi da lui dopo un anno e mezzo di convivenza.  Da allora non l’ho più visto, né ho più saputo nulla di lui, ma era ed è il cane della mia vita e ancora adesso quando vado a correre in collina lui corre insieme a me.

Un’altra grande protagonista della mia vita è la fantasia.

La mia casa è straripante di personaggi fantastici e surreali, apparentemente inanimati. Interlocutori con personalità e carattere ben definiti che riempiono i miei giorni nei modi più disparati. Ci sono naturalmente gnomi, folletti e tutto il popolo fantasy, con l’ottima compagnia di spiritelli che abitano e decorano le travi del mio soffitto mansardato. E poi l’animalario più curioso e variopinto possibile, tutti lì nella tana colma di vite invisibili, surreali, immaginarie, ma generose di affetto e di calore per riempire il tempo della mia vita da lupo solitario.

Questo popolo di fantasmi reali, virtuali o surreali sono una paradossale moltitudine di presenze/assenze con le quali io riesco a non sentirmi sola…sulla terra.

 …La solitudine cosmica è un’altra storia…

14 pensieri riguardo “Fantasmi

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