
Quando chiuderò questa vita tra gli umani userò la famosa frase di Roy Batty: “sui social network terrestri ho visto cose che voi alienati non potete nemmeno immaginare”.
Tutti i cani e gatti del creato che, disperati, tentano di sfuggire alla pubblicazione continua e debilitante delle propria immagine che il padrone orgogliosamente sbandiera ad ogni smorfia del mau/bau.

Pranzi e cene illustrati piatto dopo piatto dall’antipasto all’ammazzacaffè, ma anche semplici panini, caffè cappuccini, colazioni o merende, torte di compleanno e torte in faccia, così solo per informare il social che si sta mangiando. Sappiamo quindi che cosa la gente mette nello stomaco.

Si informano gli amici (che a volte sono 4 o 5 mila) del nuovo taglio di capelli, ma anche di unghie dipinte sia di mani sia di piedi; le tette finte che sbucano da generose scollature poi sono un must soprattutto su Twitter. Ho provato a mettere anche le mie, ma essendo autentiche e grosse come un foruncolo, nessuno se n’è accorto.
Spesso e volentieri vengono monitorate e pubblicate con costanza quotidiana le performance sportive attraverso le varie applicazioni che offre il mercato, manco fossimo campioni mondiali di ciclismo o atleti medagliati alle olimpiadi.
Il tramonto batte l’alba di molti punti, segno che poca gente la mattina è abbastanza sveglia da fissare il sole che sorge, mentre tutti la sera sono in coda a guardarlo quando scompare all’orizzonte.
Succede anche di vedere persone litigare scambiando pubblici messaggi, sputtanandosi a vicenda magari senza mai essersi incontrate.
Finché si resta su questi argomenti, credo che tutto ci possa stare e tutti ci siamo cascati qualche volta, compresa la sottoscritta. Chi non gradisce sorvola o volta pagina.
Mi è più difficile passare indifferente sull’esposizione di materiale che dovrebbe essere trattato, a mio avviso, in modo più delicato e discreto.
E’ bello generare un figlio, ma resto perplessa sulla smania che hanno alcune gestanti di pubblicare ogni ecografia, dall’inizio alla fine della gravidanza, coinvolgendo persone pressoché sconosciute in una fase della vita che dovrebbe essere intima e vissuta con chi si ama veramente.
Peggio ancora le partorienti che declamavano passo dopo passo tutto il travaglio e persino l’uscita del neonato dal proprio corpo, come fosse un lungometraggio da pubblicizzare per la nuova stagione.
Ammalate di cancro fiere delle loro teste rasate, ostentarle come trofei di guerra contro il tumore mentre brindano con l’ennesima chemioterapia: esempi di umano coraggio per contagiare col medesimo coraggio qualche altro sfortunato? Desiderio di condividere le proprie sofferenze confidando nell’empatia di un pubblico sconosciuto ma “amico”? A parte quei tre o quattro, che sono amici veri anche fuori dal social, temo che gli altri riescano solo a osservare con bavosa curiosità pensando “meglio a te che a me” mentre si toccano le palle.
E i bambini…i bambini esposti dal primo vagito fino all’età scolare quando, finalmente in possesso del proprio Iphon, potranno selfarsi cercando di vendere la propria immagine a pedofili smaniosi in cambio di una ricarica da 10 €.
Salto a piè pari il discorso delle immagini raccapriccianti di umani o animali torturati, sezionati, seviziati, sbattute in faccia a ciclo continuo perché la gente deve sapere. E’ giusto che le ignominie siano rese note, ma è meglio farlo in modo adeguato e non sguaiato.
Tutto questo riguarda la sfera privata, se passiamo alle notizie di pubblico interesse ci si può perdere nei meandri delle bufale che quotidianamente portano le nostre idee su strade sbagliate e talvolta ci inducono in errore. Ma non mi ci voglio addentrare.
Restiamo nella quotidianità “famigliare” del social. Tra pochi giorni ci si sarà l’annuale commemorazione dei defunti perciò si leggeranno dichiarazioni di sconfinato amore per i propri cari estinti, e immagini di tombe addobbate per l’occasione e dimenticate tutto il resto dell’anno.
Io dichiaro qui che tra poco esco e faccio un giro al cimitero, ma ci sono stata anche un mese fa e prima ancora.
Per fortuna ho solo il blog.
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E non scrivo articoli tutti i giorni.
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Analisi fantastica! 😀
I profili delle neomamme che diventano profili di figli sono i peggiori, io poi ricordo che da piccola odiavo essere fotografata… sarei cresciuta con più ansia ancora! 😅
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Si insegna la vanità…
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Già… e l’assenza di contenuti a favore del contenitore, spesso!
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Purtroppo…
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In aggiunta va detto che quelle madri che documentano dall’ecografia poi continuano a spiattellare foto dei propri bebè quotidianamente sui social, e a codeste madri (o padri che siano) io augurerei una bella denuncia dal figlio una volta maggiorenne… sui malati non do giudizi, sono combattuta e non penso di poter avere un’idea precisa dalla mia posizione.. per il resto ci sono anche quelli che condividono aforismi e riflessioni morali quando sono i primi a comportarsi male fuori dai social, e a questi quasi quasi preferisco le tette e la documentazione delle cene
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Hai dimenticato i poveri di immaginazione che condividono qualunque cosa facciano gli altri….
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Poveri di immaginazione
Poveri di opinioni
Poveri di spirito
Vele spiegate
In balia del vento
Paura della solitudine
Uniformati alla massa
Perché deboli
Interiormente
Perché incapaci
Di trovare la propria strada
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Mancano le foto del prima e dopo le diete
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E delle vacanze.
Sì, perché mostrare ad “amici” quanto si è fighi a vivere vacanze da sogno sembra essere molto più utile che godersi fino in fondo le proprie ferie (magari staccandosi da smartphone, pc ed internet…)…
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Avevo dimenticato le vacanze. Grazie per avermelo ricordato.
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Ah già! :-))
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🐷🐖🐄🐗🐽
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