Ciao Sara.
Da creatura veramente vetusta quale sono, mi permetto di dire che non vale la pena di sbattersi per comprendere linguaggi momentanei e fugaci che si dissolvono uno dentro l’altro creando solo una grande confusione.
Pensa che l’involuzione pedissequa del linguaggio inizia appena un cucciolo umano viene a contatto con un mezzo telematico; perciò, un decenne può essere anziano rispetto a un ottenne, ma non se ne rende conto perché ancora non se la mena per l’età ma, andando avanti di questo passo, anche seienne comincerà a sentirsi vecchio rispetto a un quatrenne.
La lingua è un dono che riceviamo in eredità dai nostri avi e che diamo in dono ai nostri prossimo e lasciamo in dono o ai nostri eredi. Come tutte le cose umane è in mutazione. Ma sta a noi decidere se la mutazione deve mantenere comunque un senso di connessione col passato, evolversi in una direzione o in un’altra oppure essere distrutta. La stessa cosa succede per il patrimonio artistico, architettonico, musicale, letterario, paesaggistico, cittadino. Si può tutelare e migliorare, degradarlo con il turismo di massa (per esempio), sfregiarlo con ritocchi inopportuni (come il Palazzo Reale di Torino ridipinto di bianco, neanche fosse un palazzo ducale nelle Puglie), oppure distruggerlo, come successo in posti fortunatamente lontani dall’Italia (non faccio nomi per non incorrere nei politicamente corretti). Con la lingua è la stessa identica cosa.
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Dimenticavo di aggiungere. Qui me la vado a cercare. Più che I giovani, l’italiano è messo alla prova della distruzione da parte degli HR delle multinazionali e non e di una fetta (non saprei se definite ampia o ridotta) di milanesi propriamente detti o atteggiantesi tali.. nel loro vernacolo moderno fatto di anglismi con sensi completamente inventati.. il vernacolo originale, purtroppo quasi scomparso era molto bello persino per me che ero nato a 1000km di distanza. Per piacere, qualcuno fermi queste 2 categorie. I giovani lasciamoli stare. Ogni generazione si inventa i suoi gerghi che scompaiono dopo qualche anno.
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Ma infatti, è quello che penso anch’io. Ogni generazione inventa il proprio linguaggio, è un segno di riconoscimento come l’abbigliamento.
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Questo lo si vede anche nelle micro realtà come il mio paese.
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Comunque, ogni generazione ha i suoi modi di dire… Metà delle cose che dicevo io da adolescente erano assolutamente indecifrabili per gli “adulti” 🙂
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Ma infatti, era così anche ai miei tempi. 🙂
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No ve’ diciamo che linguaggi a parte che trovano il tempo che trovano forse sarebbe meglio non imparare a parlarne ma piuttosto è utile e sacrosanto sapersi esprimere in modo e maniera comprensibile a tutti giovani e meno giovani, altro che pedissequa!
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Pensa che c’è un sacco di gente che non sa più scrivere in corsivo.
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Eh di quello ne faccio un po’ parte anch’io non che non sappia scrivere ma più propriamente devo ammettere che se già la mia calligrafia è sempre stata di dubbia bellezza per usare un eufemismo, con l’avvento dei computer e tutti i vari device e tecnologia, direi che è ulteriormente peggiorata: la calligrafia della zampa di gallina 🙃
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Beh, anch’io ho una scrittura pessima, ma non è lo stile in discussione 😂
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Io, per dire, non so nemmeno che vuol dire “pedissequa” e dovrei seguire il linguaggio dei giovani?
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Aahhha, ecco, il inguaggio arcaico a qualcuno può apparire nuovo. 😉
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