Elucubrazioni prefestizie
“Prefestizie” è una parola inesistente, inventata al momento, perché non mi piaceva scrivere “prenatalizie” poiché l’argomento non è ricco di allegria e non voglio rattristare il Natale di chi lo attende appassionatamente.
Sì, so che questo è un pensiero con poco senso, poiché potrei evitare di scrivere il post se non voglio spandere mestizia, però oggi mi gira così. E io la lascio girare, è la mia natura.
Il mondo e gli umani. Il mondo, inteso come pianeta terra, è degli umani poiché loro sono la razza dominante.
Il mondo degli umani invia ogni giorno miliardi di input che si mescolano tra loro. Dentro e fuori casa ci vengono a prendere, a chiamare ovunque noi siamo.
Arrivano immagini sovrapposte e scomposte. Uomini potenti di tutto il mondo parlano tra loro, di noi, di loro, dei noi loro, perché noi siamo loro.
Li abbiamo messi lì a dirci che cosa dobbiamo fare, e loro ci usano poiché siamo “cosa loro”.
E noi non capiamo perché loro fanno ciò che è contrario al nostro pensiero.
Ma qual è il nostro pensiero? Non lo sappiamo più, forse non lo abbiamo mai saputo.
Ma ora più che mai nessuno sa più qual è il proprio pensiero. Perché siamo fusi e confusi da una faccia bella e famosa che si stende su un volto straziato di una guerra che ormai non si sa più che guerra è.
Magnifici corpi di donne e uomini belli, giovani, sani, simili a dei, accatastati alternativamente a corpi morti di vittime straziate da una bomba, da un naufragio, da un folle kamikaze.
Come in un orrido antico gioco shanghai alziamo una bacchetta/gamba stupenda di donna coperta da una lussuosa e sensuale autoreggente a illuminare una scena di calda, rassicurante leggerezza d’animo, ma appesa a questa gamba ne “tiriamo” un’altra smembrata con pezzi di carne e sanguinolenta e ossa smembrate.
E l’istante successivo arriva una cornice piena di serena felicità famigliare, con tanta bella gente che fa festa davanti a una tavola imbandita con ogni ben di dio a disposizione di chiunque si presenti a quella festa offerta da un brand planetario, a seguire il raccapriccio di tragedie di ogni forma e colore infarciscono il pane soffice appena sfornato da un pacioso artigiano che lo offre incartato di grassa armonia.
Ogni forma ogni colore che arrivano dentro i nostri cervelli attraversando, gli occhi si mescolano tra loro formando un impasto di visioni confuse, e noi scegliamo quello che più siamo propensi a vedere per proteggere la nostra psiche da grevi figure che disturberebbero il nostro falso quieto vivere.
Perché ognuno di noi ha il dovere si sopravvivere alle disgrazie del mondo che non sono nostre, ma che vediamo solo da lontano. Perciò partecipiamo il nostro sdegno più o meno indignati, più o meno convinti, ma comunque sempre rassegnati finché non ci rovinano addosso demolendo la nostra vita.
Il problema del “bombardamento” di immagini e notizie è che abitua il cervello allo strazio e all’orrore e lo rende sopito, ebete e non più reattivo.
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Proprio così l’orrore ormai è spettacolo.
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E ci rende assuefatti ed anestetizzati, o non ci sarebbe tanta violenza in giro.
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Non so se lo facciano ancora ma quando iniziò, anche se non molti lo capirono, era rivoluzionario perchè conteneva esattamente tutto ciò di cui hai parlato. Sto parlando di Blob, un miscuglio frenetico di immagini contrastanti tra loro ed un vuoto esistenziale di fondo.
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Quindi sono riuscita a farti vedere le immagini descritte 😃
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esatto! Una descrizione perfetta!
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🤗😊
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Blob lo fanno sempre, ma ogni sara ci sono argomenti diversi
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avranno cercato di adattarlo ai tempi, non so se oggi abbia ancora motivo di esistere ma all’epoca fu visionario riguardo ciò che stava per accadere alla società! Troppo infatti in pochi lo capirono…
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Quando c’era il blob vero che usciva dal cinema con la gente che fuggicva…
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si ricordo quella scena anche se il film originale credo di non averlo mai visto!
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Il film è vecchio però forse una volta è passato in tv, ma non ricordo di averlo visto.
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Sicuramente sarà passato in uno di quegli orari compresi tra l’una e le cinque di notte!😂
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Probabile, infatti all’epoca lavoravo in discoteca e tornavo giusto verso le 6 del mattino
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Che bei ricordi che mi hai riportato alla mente! Otto anni di notti in discoteca mi sono fatto! Mi divertivo, bevevo a gratis, mi pagavano pure…😂
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👏👏👏
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Ricordo che abitavo vicino a un tipo che faceva i mercati, quando io tornavo a casa lui usciva per andare a lavorare e ci incrociavamo spessissimo 😅
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Si, anche quello era un aspetto divertente, da giovedì a domenica era come vivere una vita diversa dal resto del mondo!
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C’è troppa sovraesposizione.
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