Stavo proprio discutendo, tra me ed Evaporata, del fatto che siamo un po’ (tanto) demotivate all’esistenza poiché ormai stiamo esaurendo tutti gli ideali. In questi casi, dicono, bisogna avere fede. Ma noi la fede non l’abbiamo mai conosciuta. Non per ateismo congenito o voluto, semplicemente per mancanza di argomenti convincenti da parte di chi la fede dovrebbe infonderla nel nostro cuore. Da piccola ho frequentato per pochissimo tempo l’asilo gestito da suore, presso il collegio in cui mia mamma visse per venti lunghi anni perché orfana di mia nonna dalla nascita. In quell’asilo, con quelle suore che mia madre ricordava prive di pietà, rimasi pochissimi giorni. Praticamente mi cacciarono perché, nonostante i mie tre anni d’età, facevo domande inquietanti che scombinavano l’ordine ferreo che regnava là dentro.
Proprio per la lunga esperienza immersa nell’ambiente ecclesiastico, la mamma aveva una pessima opinione del clero, nonostante ciò mi ha insegnato ad assistere alla messa domenicale, mandata a lezione di catechismo, comunicata e cresimata come ogni buon cristiano.
Diligentemente e passivamente ho acquisito questi sacramenti perché così doveva essere, senza pormi né porre domande. Tanto non me ne fregava niente, m’addormentavo sugli ultimi banchi della chiesa e poi uscivo in fretta appena il cicaleccio delle madame mi svegliava. All’epoca avevo altri problemi da risolvere, a causa di una difficile infanzia. Peggio ancora ho trascorso l’adolescenza. Durante l’età evolutiva non mi sono state risparmiate “prove” molto penose, sicché la mia libertà di scelta è iniziata dopo i diciannove anni quando tante speranze e intenti di vita s’erano frantumati contro mani troppo grandi per le mie forze.
Messa da parte la fede per me misconosciuta, mi sono scoppiati nell’anima molti ideali. Tanti, troppi e alla rinfusa. Pescati a caso giorno dopo giorno per dare uno scopo alla vita che improvvisamente era mia, e non di qualche cialtrone che ne aveva fatto scempio. Quando sentimenti, ideali, sogni e aspirazioni scoppiano tutti insieme non è facile governare la mente. Ancora più difficile diventa governarla se è già in balia di pensieri in tempesta da troppi anni, se l’amore esplode ovunque disordinatamente e vaga aggrappandosi a qualunque cosa a forma di cuore incontrato sulla propria strada.
Ecco perché oggi, in età adulta più che matura, mi trovo in mano resti di ideali, di amori, di sogni andati in briciole. Tutti evaporati o sbocciati, fioriti e poi morti di sete perché nessuno li ha annaffiati.
Ecco perché oggi cerco una fede, anche piccola. Giusto una fedina in cui porre qualche speranza per dare ancora spazio ai giorni.
Non so per quanto ancora mi basterà affogare i miei dolori dentro un pentolone di cioccolato fondente o gelato carico di panna. Prima o poi un’overdose di dolci mi ammazzerà.
I tuoi refusi sono fantastici, come minimo “freudiani”.
Lo “sturmento” un mix tra “sturm” (tempesta) e “tormento”, ovvero una tua vecchia conoscenza…. 🙂
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Eheheeheh Noi non ci si smentisce mai 😉
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io insisto sulla musica 🙂 sempre che tu non abbia già dato in questo campo, intendo lo suonare uno strumento
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Purtroppo non sono capace di suonare alcuno sturmento.
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Ciao Nadia , leggerti quando te scrivi in pirma persona di robe tue e della tua vita , per me ‘ sempre una vera emozione perche’ ho imparato molto da te , davvero , un beso grande , un saluto a Stelio , bella la battuta sulla fedina penale , ne so’ qualcosa…;-)
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😉
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La fede del vicino è sempre più verde.
Smettila di desiderare, invidiare, invocare una fede. Magari ce l’hai già e non te ne sei manco accorta.
Che poi, a dirla tutta, la fede da sola non è niente, è come l’acqua. Se vuoi berla devi avere un bicchiere, usare le mani, metterci la testa dentro, altrimenti stai pure sicura che morirai di sete, l’acqua non ti salterà mai da sola in bocca.
Perciò, in primis, procurati un bicchiere, grande è meglio, un boccale ecco. Esso è la speranza che, da qualche parte, in qualche momento, e magari solamente per pochi istanti, si riesca a intravederla, trasparente, fuggevole, e intercettarla, raccoglierla, berla, sentirne il sollievo.
E comunque valgono le azioni che si fanno, le quali manifestano e, a volte, giustificano una fede, ma che comunque sono sempre la misura della persona, a prescindere dalla fede. Sono la compassione, il rispetto, la carità e la predisposizione a essere regolarmente fregati dai “furbi”, altrimenti si è degli ipocriti, nicodemi e fasulli.
Io purtroppo non ti posso aiutare un granché, non ti posso offrire una fede, al massimo certezze matematiche…
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Stavo per risponderti, ma ci ha pensato prima qualche dio tramite il terremoto, per farmi capire che ho una casa e un lavoro, quindi posso gioire perché ha colpito altrove, e a me notoriamente di quel che succede in giro non me ne può fregar di meno. E poi il buon Napolitano che non ha voluto togliermi la gioia di godere la parata del 2 giugno, perché si sa che la repubblica deve rassicurare i propri cittadini manifestando la potenza che abbiamo a disposizione. Tanto i soldi per i terremotati, come sempre, li prendono da chi usa la benza e da chi lavora onestamente. Non sto ad elencare altre gioie che ho apsirato in questi due giorni perché altrimenti potrebbe scoppiarmi il cuore per la felicità.
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Ah, sul momento ho pensato che ti dovessi sposare e che ti servisse un solido di rivoluzione realizzato in lega metallica pregiata, altrimenti noto come anello nunziale.
Ma se ti serve una fede, anche piccola, una fedina, ce l’hai già, è quella penale: vedi di movimentarla un po’, così rompi la monotonia.
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In ogni caso la poca fede che ti resta, mi sembra un’ottima fede. 🙂
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Io all’asilo le picchiavo io le suore. Dev’essere per quello che ho il dono della fede… 😉
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Ricordo ancora l’odore d’incenso che si aspirava anche nella zuppa del pranzo.
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Gli strascichi di un’infanzia e adolescenza difficile lasciano il segno,la vita è veramente dura da capire perchè certi nascono sereni e certi nascono già segnati dal loro fato? …non so dare risposta ovviamente magari ci fossero le risposte, certo che però andando avanti con gli anni certe cose perdono importanza e altre diventano preziose,tutto sta a non cercare lontano ma vicino a noi, abbiamo tutto senza renderci conto,non ci servono macchine nuove o super tecnologia a tutti i costi …. la fede non è una cosa ma un sentimento astratto a cui possiamo dare voce interna è lì che aspetta per risorgere e magari sta in una foto in un colore,in un fiore , in un’alba o tramonto la fede è sostanzialmente la vita accettata per quella che viviamo senza mai arrendersi ,continuando nel cammino della ricerca ogni giorno avremo la possibilità di riconoscere la fede ,io ti auguro un buon cammino .
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Tu Manola di fedi ne ha da vendere. Tu stessa sei una persona in cui si può aver fede. 🙂
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mi hai fatto un complimento grande grazie .
ps: ti faccio una confidenza io vado poco in chiesa ,perchè la mia chiesa ce l’ho a casa mia,come vedi la fede vive in noi non importa dargli un nome ,ma crederci e questo è il mio pensiero di ogni giorno.
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Le “Fedi” vacillano sempre, tutte. Meglio 1 kg di gelato al giorno, su quello si può contare, sempre! ;-)))
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Tu sei la mia compagna di fede, lo so. Almeno una l’abbiamo in comune: la gola!
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