Da quando gli italiani vivono sui social network hanno affinato un talento certamente non nuovo: copiare e qualche volta rubare il frutto di altre menti.
Mi riferisco soprattutto alla parola scritta perché le immagini, nonostante leggi sulla privacy e sui diritti d’autore, sono ormai terra di nessuno.
La trascrizione identica di frasi, aforismi, detti, o anche pezzi di libri passano a miriadi sotto i nostri occhi. Tanti si impadroniscono di motti, massime, sentenze più o meno famosi o lontani nel tempo per sfoggiare chissà quale conoscenza.
Magari non sono neppure in grado di capire ciò che hanno condiviso con tanta passione ma, semplicemente, affascinati dal suono di certe parole. E ci può anche stare, ma, talvolta, succede che le parole copiate siano spacciate per proprie.
Forse si ha l’idea o la voglia di apparire fonti di sapienza e saggezza, peccato che queste virtù non siano nel corredo di chi le pubblica, poiché vederle soltanto passare sul monitor non infonde per osmosi cultura e competenza.
Altro importante lato negativo di questa pratica è che non si hanno più idee personali basate sulle proprie esperienze, sugli errori da cui s’impara a non commettere gli stessi sbagli, dai nostri percorsi di vita che dovrebbero darci materiale per meditare e quindi agire tentando di migliorarla.
Il web, universo sconfinato di informazioni, notizie, dati, spiegazioni, viene usato come un lago in cui gettare l’amo sgangherato che è il nostro cervello il quale pesca a caso incollando tutto sulla fronte senza acquisire conoscenza.
Sicché si rischia di diventare come un set cinematografico in cui dietro la porta di una meravigliosa villa cartonata c’è il deserto.

Lo so, è dura scoprire che viene apprezzato di più uno scopiazzamento rispetto a un rischioso ragionamento personale.
Confesso che anch’io mi trovo spesso a esaminare con sospetto quanto esprimo, chiedendomi se è tutta farina del mio sacco o se sono anch’io un’involontaria vittima di imprintig culturale.
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Abbiamo tutti un imprinting.
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Condivido pienamente il tuo pensiero e purtroppo a completare l’opera adesso c’è anche l’AI, siamo a posto il cervello umano se già piatto di per sé per i motivi sopra citati, con l’evento della AI non c’è più remissione per il ragionamento e questo già in parte lo si era denotato con la diffusione del PC e di Internet basti pensare, che al giorno d’oggi i ragazzini fanno le ricerche sul Web e non è che imparino almeno a fare un riassunto no anzi, copiano e incollano l’intera ricerca. Con questi metodi ma come si potrà mai imparare a ragionare con la propria testa?
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Hai ragione cara Giusy. Anche il cartaceo ormai va scomparendo. Se da un lato fa bene risparmiare carta, dall’altro stiamo perdendo le testimonianze scritte di storia e vita che senza i libri possono essere modificate all’infinito.
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“Tutto ciò che non è tradizione è plagio.” Sulla facciata del Casón del Buen Retiro a Madrid, è riprodotta questa frase di Eugenio D’Ors, scritta inizialmente in catalano, per indicare che, senza tradizione, non c’è spazio per la vera originalità (“Fora de la tradició, cap veritable originalità»)
Risultato di una ricerca su Google in cui puoi vedere le centinaia di migliaia che hanno copiato la frase l’uno dall’altro. Buon lunedì!
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È una frase piuttosto ambigua, perché anche la tradizione ha avuto un suo inizio. Sarà interessante vedere come è stata elaborata da chi ha copiato. 😀
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Brava Evaporata.
Ormai il copyright e il diritto d’autore non esistono più.
Specie per i più poveri.
Quelli che non hanno avvocati in tasca.
I ricchi invece scelgono se perseguire o perdonare chi copia o si appropria di loro pensieri.
Tuttavia penso che “spiluccare qui e là ” sia un peccato veniale e che tutto sommato a molti … fa pure bene.
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Sì, concordo 😅
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Amara verità..
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quello che ho notato è anche l’attribuzione di aforismi a fonti molto note, per le quali però non si è in grado di capire se queste fonti siano reali. Per esempio, si attribuisce ad Einstein un qualcosa che sembrerebbe abbia detto, ma che, forse, non si è mai sognato di dire. E questo è ancora peggio perché così facendo si stravolgono i messaggi storici, scientifici e filosofici e lo si può fare con chiunque, sia del presente che del passato. Chi va a controllare se queste attribuzioni sono corrette e reali? Nessuno.
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Da qualche anno sembra che la storia venga riscritta a piacere secondo la comodità di qualcuno.
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Beh, quello di scrivere la storia a proprio piacimento l’avevano anche gli antichi: basta pensare a ciò che fece Ramsess II dopo la battaglia di Qadesh. Buona giornata Nadia.
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Buondì Neda 😘
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è vero
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Almeno scrivere la fonte…
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Almeno quello… 😅
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Purtroppo è una pratica molto diffusa in tutto il mondo. Ultimamente ho letto che in Spagna si laureavano con tesi interamente copiate da altri senza togliere una virgola. Ecco a cosa siamo arrivati.
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🤦Questa non la sapevo Evidentemente anche i professori che leggono le tesi sono poco istruiti
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Questo è un problema più grande. Sogni felici bellezza.
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