animali · Opinione

Mangiami senza farmi soffrire

Deviando dagli argomenti di tendenza su cui l’Italia discute, oggi parlo di ciò che mette in difficoltà il territorio dove risiedo.

Vedo da vicino il grave problema della peste suina e tutto quello che ci gira attorno, perciò un paio di settimane fa ho guardato a spezzoni il servizio che il programma Report ha mandado in onda a tal proposito.
Non sono riuscita a vedere tutti i filmati mandati in onda perché erano troppo forti e cruenti per la mia amina, però so che cosa succede negli allevanti intensivi; in questo caso si parla di maiali e, vedendo come vengono torturati e maltrattati per poterne ricavare carne da macello, mi si spezza il cuore.
Non mangio carne di alcun genere, però anche le galline ovaiole sono allevate in modo indegno, come lo sono la maggior parte dei pesci e altri animali destinati all’alimentazione.
Evito di parlare della Cina perché, là, c’è proprio l’inferno per qualunque animale.

A questo punto, andando contro la mia avversione verso l’attività venatoria, mi viene da pensare che sia meno crudele la caccia.
È molto triste questa considerazione, ma se fossi un animale condannato a morte preferirei trascorrere le mie ultime ore in libertà.

26 pensieri riguardo “Mangiami senza farmi soffrire

  1. Ti capisco benissimo. Mio marito è vegetariano da anni. Io mi concedo ancora la carne di tanto in tanto (alle feste in famiglia, perché fanno solo la grigliata).
    Quando vengo in Italia mi sorprendo sempre per la varietà e quantità di prodotti con carni animali presenti ormai anche nei supermercati dei paesini di provincia. Mangeranno davvero tutta quella roba e a quel ritmo?
    Un mio punto debole è ancora il formaggio, perché le alternative vegane industriali sono (almeno qui) delle porcherie ipercaloriche.

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      1. Sono d’accordo perché molte delle ricette che salvo millantano 10-15’ minuti di esecuzione, però omettono 30’ minuti passati a pelare e affettare alla julienne i vegetali. 🙄

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  2. Nel tuo titolo c’è tutto !
    “Mangiami senza farmi soffrire”
    Ma perché …
    Guardo pochissimo la tv, questo però non posso
    Un minimo di sollievo è che mangio pochissima carne della zona . Ciao Nadia 🥺

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  3. So da tempo cosa succede negli allevamenti di bovini e suini, li ho visti, e talvolta mi trovo in difficoltà se decido di comprare della carne (per il pesce no, è tutto pescato).
    Ogni tanto ho la fortuna di procurarmi della carne proveniente da un piccolo allevamento “casalingo”, e comunque sempre tagli inusuali.
    Pur non essendo vegetariano (o vegano) posso comprendere la scelta etica di non mangiare carne, e non sopporto chi prende in giro i vegetariani o li tratta con supponenza definendoli “erbivori”.
    A quei “carnivori” chiederei se mai hanno ucciso un animale per cibarsene. Infatti è troppo facile andare al supermercato e mettere nel carrello una confezione di carne, ma in buona sostanza si è i mandanti di un atto efferato.
    Ahoj

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  4. Il problema esiste e se vuoi ti aggiungo una cosa che lo rende ancora più grave (e che conferma la tua riflessione di chiusura del post): pensa a quanta della carne “prodotta” negli allevamenti intensivi, con i metodi che conosciamo bene, viene alla fine completamente sprecata.
    Si, sprecata, come quando vedi distruggere con le ruspe tonnellate di frutta e verdura “in eccesso” o perchè non soddisfano determinati parametri fissati da chissà chi, chissà quando e chissà perchè.
    La cosa grave è che questi sistemi industriali (allevamenti o coltivazioni che siano) non lavorano secondo la logica del bisogno – o stretto necessario – ma sulla base di numeri sballati e di normative insulse. Il risultato è che tutto ciò che non riesce ad essere consumato dall’ uomo e che non può essere “riciclato” in mangimi ed alimenti per animali – stiamo parlando di almeno un terzo della produzione – viene alla fine distrutto perchè inutile.

    Questo rende tutto se possibile ancora più triste: un terzo delle sofferenze gratuite potrebbe tranquillamente essere evitato all’ origine. E a nulla serve, secondo me, evitare di consumare, o cercare cose “certificate”… tanto lo spreco continuerà comunque.

    Anche la caccia stessa, per come funziona oggi è assolutamente inutile: i cosiddetti “cacciatori”, almeno la metà di loro, sono solo dei perdigiorno che alla fine – ammesso che riescano ad abbattere qualcosa – non sanno nemmeno che farsene. Poi magari vanno a mangiare al ristorante. Tanto varrebbe per questi, se proprio gli va di sparare in giro, farsi un bell’ abbonamento ad un poligono e divertirsi col tiro al piattello.

    Altro sarebbe se veramente dovessimo procurarci (coltivando o cacciando) quello che serve sul serio alla nostra sopravvivenza: lì davvero si potrebbe parlare di equilibrio. Ma quella fase purtroppo l’abbiamo superata da un pezzo… ci siamo “evoluti”, no ?

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    1. Ciao Albè, vivo in una zona dove ci sono più doppiette che residenti. La maggior parte dei boschi sono riserve di caccia al cinghiale, perciò persone come me, che vanno a scarpinare tra boschie colline, corro spesso il rischio di essere impallinati, a me è successo e l’ho solo schivata. La settimana scorsa un ciclista è stato gravemente ferito su una pista da ciclocross vicino al mio paese. Il cacciatore, che era in mezzo a un campo insieme ad altri, ha visto qualcosa muoversi tra gli alberti ed ha sparato. Il ciclista rischia di perdere un braccio e un polmone.
      Puoi quindi immaginare che simpatia ho per la caccia che, proprio come dici tu, adesso è un passatempo per dei cretinacci che non mangiano nemmeno quello che ammazzano.
      Per stare bene con me stessa, (ma non ho fatto fatica perché la carne mi ha sempre fatto schifo), sono diventata vegetariana. Tuttavia, sapendo che qualunque prodotto derivato dagli animali è frutto di sofferenze, vorrei diventare vegana.
      Lo spreco ormai fa parte della condizione umana, (almeno per noi che viviamo nei paesi ricchi), giusto due settimane fa ho mangiato qualcosa nella zona ristoro di un ipermercato; erano 20,30 poco prima della chiusura, c’era poca gente ed io ero l’ultima seduta al tavolo con un piatto di pasta appena acquistato a due metri di sistanza. Mentre stavo finendo di mangiare ho visto che tutti i piatti rimanenti, contenenti lo stesso cibo che stavo mangiando, sono finiti nel sacco della spazzatura.
      Mi è venuto da piangere.

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      1. Ci credo. Secondo me il problema principale è proprio lo spreco.
        Pensa solo ai “catering” che servono le mense aziendali, per esempio.
        Per contratto, devono fornire ogni giorno un numero di pasti che già supera del 30% (non sparo numeri a caso, lo so per conoscenza diretta) il reale fabbisogno del personale. Non ti arrabbiare se ti dico perchè 😉 E’ perchè anche lì ci sono le “quote”: grazie alle splendide trovate dei contratti collettivi nazionali, oggi abbiamo la quota celiaca, quella vegetariana, quella vegana, quella intollerante al lattosio e via così, mettici tutto quello che ti viene in mente. Quindi tu parti di base con un menu al quale poi devi aggiungere (non sostituire, ma aggiungere) un sacco di altra roba specifica che probabilmente non consumerà nessuno.

        E vale per tutto, eh ? Vale per le mense aziendali, quelle scolastiche, quelle parrocchiali, vale pure per i ristoranti e i bar, tutto. Questi “trasformatori di cibo”, per forza di cose richiederanno ai fornitori quantità di materie prime in eccesso e via così a catena. Alla fine è ovvio che qualcosa si perde per strada.

        Io penso seriamente che dovremmo darci una regolata, il mio problema è che non so da dove cominciare.

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  5. Condivido con te tutto il post ho visto la trasmissione di cui parli e anche altre a suo tempo con video di allevamenti davvero agghiaccianti. Anch’io sono diventata vegetariana e da oltre trent’anni ormai e sono viva vegeta e le mie analisi risultano essere almeno sino ad oggi, sempre perfette senza nessuna carenza 😊 Buon pomeriggio cara Nadir 😘

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  6. Purtroppo è orribile il modo in cui vengono massacrati gli animali. Io, quelle rare volte in cui mangio carne, cerco sempre allevamenti locali in cui mi accerto che il trattamento sia il meno cruento possibile. Tuttavia sto prendendo in considerazione l’idea di diventare vegetariana.
    Da oltre 15 anni però uso solo prodotti cruelty free, perché purtroppo spesso si sottovaluta anche l’impatto delle industrie cosmetiche sugli animali. E lo trovo mostruoso, perché non è giusto approfittare così della vita altrui.

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  7. Sono vigliacca non guardo questi documenti che sono, purtroppo, il assolutamente inutili come quelle pubblicità che mostrano bambini idropici con gli occhi grandi che chiedono aiuto. Non le guardo perché la società del consumo è più forte e più potente
    Io cerco di essere a posto con la mia coscienza Ma di più non vedo intorno. Un abbraccio ❣️

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