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SOLIDARIETA’ NON SOLO PARLATA

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Già da tempo volevo farlo ma questa volta devo proprio dirlo, la solidarietà esiste e non solo a parole. La sto toccando con mano in prima persona.
E’ noto, poiché non lo nascondo, che da qualche tempo mi trovo in gravi difficoltà economiche a causa principalmente dell’inaspettato quanto meschino licenziamento da parte del mio ultimo datore di lavoro, ma anche della totale mancanza di supporti famigliari perché essendo sola al mondo non posso contare su alcun parente; benché tanti dicano che i parenti in caso di necessità scompaiono come neve al sole io non ne ho quindi non posso verificarlo.
Ho un po’ di amici però che mi sono molto vicini. Loro si sono prodigati e si prodigano per aiutarmi, se non a risolvere, almeno ad alleviare questo periodo così difficile.
Ci sono gli amici che da Trieste mi mandano i pacchi “Marshall” pieni di ogni ben di dio per il sostentamento alimentare.
C’è l’amica che si fa in quattro per aiutarmi a vendere capi d’abbigliamento, oggetti, o suppellettili per racimolare qualche eurino in più. C’è la super amica che si offre di pagarmi qualche seduta dallo psicanalista per evitare d’interrompere la terapia di cui necessito per non soccombere alla mia cronica prostrazione mentale. C’è quella che m’accompagna in ospedale per le visite e mi assiste durante un’intervento. Poi c’è l’amico che mi porta, a sue spese, tre giorni lontano da casa per farmi respirare aria diversa visto che son quattro anni che non faccio un giorno di vacanza. Insomma, anche se son ben lungi dal risolvere i miei problemi, s’è formata una piccola e sincera mano tesa che m’aiuta a evitare il baratro.
Mi conforta assai, benché io non sia una persona abituata a chiedere o appoggiarmi su altri, sapere di poter contare su qualcuno.
In questi giorni posso raccontare un ulteriore avvenimento che mi ha sorpresa e mi ha messa in condizione di pensare che lassù qualcuno, (forse la mia mamma), pensa a me.
La scorsa settimana avevo postato, molto avvilita e anche incavolata, la lettera dell’Inps che chiedeva soldi per oneri percepiti dalla mia genitrice nel 2002, il post è visibile qui ( https://evaporata.com/2015/08/21/lo-stupore-del-mattino/ ) lamentando la mia grande difficoltà a pagare quella cifra anche se piccola.
Bene, oltre all’amica che, dalla Germania s’è prodigata per suggerirmi i vari sistemi per appellarmi alla Legge e trovare motivazioni valide per non pagare, s’è verificato un fatto che mi ha sorpresa come se avessi vinto al superenalotto: una signora, (vista personalmente una sola volta), con la quale ho avuto un fugace rapporto di scambio oggetti da mercatino dell’usato, venuta a conoscenza della mio disagio tramite il blog s’è offerta di pagare per me la cifra richiesta dall’Inps.
Questa donna ha potuto conoscermi meglio solo attraverso il blog e la lettura dei miei libri. Tra noi, dopo quel fuggevole incontro avvenuto a febbraio, non ci sono più stati contatti di alcun genere sino all’episodio ora raccontato.
Non aggiungo altro.
Spesso non me ne accorgo ma, probabilmente, un po’ di fortuna sta toccando anche me.
Devo meditare e trarre qualche insegnamento da queste manifestazioni del fato.

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9 pensieri riguardo “SOLIDARIETA’ NON SOLO PARLATA

  1. E’ davvero bello sapere che c’è in giro della bella gente che sa ancora amare.. e mi fa piacere sapere che tu ne sei circondata soprattutto visto il momento difficile di cui hai raccontato!
    Un forte abbraccio virtuale, continua a sperare e non disperare

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  2. Il mondo è pieno di persone di questo genere, non le vediamo perché non si mettono mai in mostra. Ne so qualcosa, negli anni tremendi seguiti alla separazione, sola con due figli da crescere e i soldi passati dall’ex che andavo a prendere in banca, a diecimila (lire) alla volta… Parenti, conoscenti, c’era la processione a casa mia, mi piovevano anche più aiuti di quelli che mi necessitavano. E fra uno sbaglio e l’altro, la felicità prima o poi mi ha trovato. Succederà anche a te, ne sono sicura. ❤

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  3. Aggiungo alle tue perfette parole la mia esperienza. Alle prese anch’io con il precariato della vita, i parenti si sono dileguati non appena dall’allegro battutista pieno di interessi e attività sono divenuto un disoccupato in attesa di pensione, minima fra l’altro. A loro discolpa non è che io sia mai stato molto presente, ma poi non è vero, che qualche pezzo assieme l’abbiamo fatto, qualche aiuto l’ho dato, e da mio padre alcuni ne hanno avuti tanti, e ricordo perfettamente una mattina a Pavia, al bar Minerva, la colta affabile, solidale, propensa alla commozione e al pianto moglie di un cugino darmi consigli comprensivi e completamente inutili premettendo che sarebbe stata lieta di darmi anche un aiuto economico, da me non richiesto, se non avessero avuto la spesa di un master di tre mesi in America per il figlio. Roba che non è il massimo da dirsi a uno che fa fatica a tirare da un giorno all’altro, ma forse riteneva offensivo offrirmi piccole cifre, e infatti s’è ben guardata dal pagare i nostri due caffè e la sua brioche. Gli amici non sono stati da meno, sciolti come neve al sole, qualche telefonata a dire stupidate, ma non appena esitavo un “ho qualche problema, le cose non girano bene”, un silenzio imbarazzante o un “vedrai che le cose cambieranno, non scoraggiarti”. Non tutti, fortunatamente, e qui arriva la parte positiva, quella che t’insegna, ti fa capire, ti rinsalda e ti ridà fiducia, non solo in te ma anche nell’umanità, che se solo fosse meno stronza… E allora ce n’è uno che ormai da diversi anni si fa una ventina di chilometri ogni fine settimana per prendere l’aperitivo con me (tutto a sue spese e non ci limitiamo a un bicchiere di bianco, ma andiamo a diversi bitter e spritz) e ogni tanto passa di sera e si va a cena o per una pizza e sono a suo carico in tutto; altri due, marito e moglie, i miei più antichi, che mi riforniscono di pacchi sopravvivenza e quando sono sotto ogni limite e non ho i soldi per pagare qualche bolletta ci pensano loro; e i miei vicini di casa, che non navigano nell’oro, una mano me la danno, anzi più di una; perfino l’ucraina che fa da badante all’anziano proprietario di dove abito s’interessa di me, ogni tanto mi stira qualche indumento o mi porta qualcosa che ha cucinato. E poi diversi mesi fa ho rincontrato prima su Fb e poi per caso a Voghera un amico che ci si era persi di vista da una ventina d’anni e se le cose mi si stanno rigirando è solo merito suo, della moglie e delle figlie che ricordavo bambine. Perciò la morale è non aspettarsi niente da nessuno ma che esiste ancora qualcuno che sa dare, e non parlo solo di denaro.

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  4. E’ vero. Gli amici veri si vedono nel bisogno. Qualche anno fa, ho avuto dei grossi problemi e i veri amici, si sono presentati a casa mettendosi a mia disposizione per quanto avessi avuto bisogno.
    Auguri, che il brutto periodo finisca presto. Un abbraccio.

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