Opinione

MARTINI ON TWITTER

Twittando su Twitter s’incontrano avatar dalle forme più svariate, tra queste forme ci sono anche marchi di prodotti molto rinomati. Io ho instaurato un dialogo saltuario col famoso marchio Martini che rappresenta una bottiglia di liquore.

Non so chi risponde ai miei twit, di certo non è un risponditore automatico come quello che usano tanti divi approdati recentemente in questo social network. Non so nemmeno se l’interlocutore è uomo o donna, se è sempre la stessa persona o più persone. Di certo so che bottiglia, umano uomo o donna che sia è molto educato/a, solerte e fa bene il proprio lavoro. Perché è ovvio che di lavoro si tratta. Sono le famose pubbliche relazioni che ogni azienda, personaggio, divo, ma anche sconosciuto qualunque, dovrebbe tenere quando ha contatti fuori dall’ambito privato.

Naturalmente i residenti nella sfera dei nessuno qualunque, come me, non fanno riferimento alle particolari regole della celebrità, le uniche norme valide ovunque sono dettate dalla semplice educazione.

Nel caso di soggetti/oggetti che necessitano in qualche maniera vendere se stessi o la propria arte, sarebbe ovvio pensare che abbiano il piacere/dovere di essere cortesi con chi ne decreta il successo: il pubblico che li ama e li segue, gente comune che apprezza, sostiene e ammira qualcuno che non sa della sua esistenza.

Ed eccomi al punto focale del discorso. Non voglio credere sia per mancanza di educazione, né per capriccio (come spesso succede a celebrità talmente altezzose da pretendere poggiapiedi in oro zecchino), comunque i personaggi dello spettacolo che frequentano Twitter raramente rispondono ai loro follower, seguono soltanto insigni di pari livello e dialogano solo tra loro.

E’ una scelta, e come tale non intendo criticarla, però mi sento autorizzata a dedurre che i “famosi” approdano ai social net. per farsi pubblicità e attrarre noi comuni mortali, ma poi non ci degnano di uno sguardo e se ne stanno a ciarlare tra loro esibendo con orgoglio il codazzo infinito di follower sconosciuti e adoranti.

Voglio comunque far notare a questi “famosi” che un social network nasce per relazionarsi e scambiare opinioni con persone di pari livello, cultura e interessi, ma non solo con quelle, specialmente se si aspira ad ottenere un seguito di fedeli sostenitori.

Qualcuno giustamente osserverà che, superando i centomila follower, è pressoché impossibile dare retta a tutti poiché non li si vede nemmeno passare per la quantità enorme di messaggi che arrivano. Sacrosanta verità che, purtroppo, è sfatata nel momento in cui il personaggio viene criticato. Questo particolare l’ho costatato personalmente: finché s’inviano saluti, complimenti, auguri, domande favorevoli, quasi mai arrivano cenni di riscontro, ma appena scatta la critica magicamente giungono le risposte.

Altro fattore da prendere in considerazione è il rischio di essere infastiditi tenacemente da ammiratori troppo invadenti, se non addirittura perseguitati da squilibrati e stalker, ma sul web ci sono i mezzi per scrollarsi di dosso questi individui che diventano veramente pericolosi se si materializzano, finché restano qui dentro è possibile controllarli.

Detto questo mi domando: com’è che funzionano ‘sti vip di cui tanto si brama l’attenzione? Perché quando pongo un twit qualunque, quindi non in funzione del prodotto, al marchio Martini lui risponde subito e Jovanotti (tanto per citare uno tra i più seguiti e attenti twitteri famosi) manco mi degna di un punto e virgola per simpatia.

Non venitemi a dire che Martini deve vendere e Jovanotti no, perché entrambi sono dentro per commercializzare un prodotto, non ci sono storie che tengono. Non me la bevo proprio che Gerry Scotti è lì a conoscere gente nuova per il piacere di farlo, altrimenti non seguirebbe solo persone altrettanto celebri e non scambierebbe messaggi solo con loro, si iscriverebbe come Virginio e basta senza far emergere la sua popolarità.

Inoltre faccio notare che il Signor Martini Vermouth e co. forse è un pochino più famoso sia di Jovanotti sia di Gerry Scotti, diversamente non sarebbe il mitico drink di James Bond, né potrebbe permettersi testimonial come George Clooney o Naomi Campbell e neppure avrebbe fatto notare, un po’ di anni orsono la meravigliosa quanto sconosciuta creatura, partendo dalle sue divine chiappe, nel magnifico spot dove le si sfilava l’abito di maglia mentre camminava, che ci rivelò Charlize Theron, oggi grande e rinomata diva.

Essendo una buona osservatrice, dotata di esigente gusto estetico, ho imparato che la miglior televisione spesso si vede negli spot pubblicitari anziché nei programmi (purtroppo) e tante aziende incrementano notevolmente le vendite grazie a ingegnose quanto artistiche clip promozionali studiate da menti eccelse che restano nell’ombra, probabilmente le stesse che hanno suggerito a Martini di essere cortese su Twitter.

Quindi cari vip aspiranti twitteri mettetevi un twit sulla coscienza se intendete vantare la carta d’appartenenza all’autentico popolo telematico, oppure rimarrete i soliti noti con la grassa soddisfazione di avere un seguito di fan-atici silenti e adoranti, ma a questo punto ditemi che gusto c’è se si riduce tutto a una tendenza da rincorrere per dire che ci siete anche voi.

14 pensieri riguardo “MARTINI ON TWITTER

  1. io ci sono da poco su Twitter e devo dire che sono un uccelino spaventato o meglio impreparato ,devo farmi le ali ,forse riuscirò a twittare con un po di pazienza ,aiutino?????
    byebye

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  2. Sottovaluti la possibilità che “la grassa soddisfazione di avere un seguito di fan-atici silenti e adoranti” e il potersene vantare sia esattamente il motivo per cui molti personaggi sono sbarcati in twitter. L’unico motivo. Senza nessun desiderio di imparare o condividere altro. Semplice vanità.

    L’unico rischio che corrono, ma non so se se ne rendono conto, è che i loro fan, seguendoli troppo da vicino, capiscano che non sono poi nè più intelligenti, nè più brillanti, nè più interessanti, del loro pubblico.
    Questa vicinanza fittizia all’inizio è divertente, ma finisce col togliere tutta la magia 🙂

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    1. Una vera perla di spot pubblicitario: era quello in cui il tappo dello spumante partiva da qui e andava a posarsi sull’ombelico di Naomi. Capacità accattivante di grande classe, mi complimento con l’agenzia che l’ha ideato.

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  3. Lucidissima radiografia di uno degli aspetti, nella mia modesta opinione, più discutibili e sconfortanti del fenomeno twitter, che per altri versi offre invece risvolti umani e possibilità molto interessanti. L’accresciuta popolarità di questa piattaforma aggregativa ne sta lentamente trasformando natura e dinamiche. Evaporata ha una capacità di messa a fuoco sorprendente in alcune occasioni e riesce a sintetizzare uno spaccato di certi scenari con la chiarezza e la pulizia necessaria a renderli fruibili da chiunque. 10 e lode.

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