Seduta davanti alla finestra, quadro naturale e mutevole di casa, guardo le mie tre ultime pubblicazioni poiché devo prepararmi per la presentazione di domani sera.
Come avessi in mano libri sconosciuti, leggo l’indice delle storie per ricordarmi il contenuto. Già, perché non rammento che cosa sta scritto in questi libri.
A domanda: come puoi non ricordare ciò che scrivi, potrei facilmente rispondere: mi chiamo Evaporata… Graziosa e semplice battuta che non dice nulla.
Il motivo è comunque altrettanto semplice: io non sono una scrittrice.
Sono una donna che, da sempre, ha l’abitudine di estrarre tutto ciò che le passa per la testa per fare spazio nella mente. Pensieri, riflessioni, fantasie di qualunque natura, storie inventate per tenermi compagnia, ma anche piccoli danni mentali quotidiani, sofferenze umane vere o presunte, insofferenze, stonature e storture che la vita propina ogni giorno. E poi il bello e il brutto che vedo intorno a me, perché ho intrinseca l’abitudine di osservare il mondo in ogni sua sfumatura. Percorro a piedi tanti chilometri sulle colline intorno al paese dove abito, osservo la natura, gli animali, uomini e cose. Le mutazioni di tutto e tutti. Prendo nota e fisso su carta materiale o virtuale.
E allora perché questi libri?
Un po’ per caso: i libri precedenti, “Storie di un illustratore di coriandoli” e “Evaporata: blog di una donna senza segreti” sono stampati perché vincitori di concorsi letterari (si fa per dire) che prevedevano come premio la pubblicazione gratuita…e basta. Infatti sono stati messi al mondo e poi abbandonati come succede normalmente. E’ lo scrittore, o presunto tale, che deve sbattersi per divulgarne l’esistenza, cercare di farsi conoscere ed eventualmente vendere le cinquanta copie che gli vengono regalate. Ho iniziato a partecipare a concorsi nel lontano 1992, ma solo quelli indetti da associazioni culturali che frequentavo. Ho vinto premi con tanti racconti brevi che sono stati collocati dentro raccolte di autori vari non per essere vendute, ma diffuse nell’ambito delle medesime associazioni. Un modo come un altro per svagarsi: c’è chi gioca a bocce o calcetto, c’è chi scrive e chi legge.
Un po’ per vanità squisitamente umana.
Un po’ per provarci: a chi non piacerebbe campare facendo quello che più gli piace e che gli riesce senza troppa fatica.
E qui salta fuori il motivo per cui non sono una scrittrice. Ritengo che lo scrittore sia un professionista che si guadagna da vivere col frutto della sua attività di romanziere, poeta, saggista e così via.
Benché io sia iscritta alla SIAE come autrice di testi ed “Evaporata” sia registrato, e di mia proprietà sia come pseudonimo sia come nome d’arte, non ho mai guadagnato un centesimo vendendo i miei libri.
Andando quindi controcorrente quest’anno ho deciso di provarci investendo (pochissimo) su me stessa, auto producendo l’ultimo libro “Leggermente Evaporata”. Una raccolta di scritti che viaggiano attraverso l’invenzione pura e semplice, la narrazione in forma di racconto dei miei sogni più stravaganti, pensieri deliranti che affollano la mente, osservazioni sulla realtà che viviamo quotidianamente esposte in modo preciso ed oggettivo senza lasciare spazio a smancerie laddove sarebbero soltanto inutile edulcorante. Qualcuno mi ha fatto notare una forma di durezza in ciò che scrivo riguardo la visione del mondo. Sì, può essere. Ma così è il mondo. E io scrivo quello che vedo, non quello che vorrei vedere.
La leggerezza però c’è dentro i miei libri. E’ una leggerezza ironica, a volte bizzarra, e sempre rigorosamente surreale, un po’ scemotta ma divertente.
E così provo a diventare una scrittrice in un momento di crisi planetaria, in un paese dove tutti scrivono e nessuno legge. Ma chi sene frega, io sono fatalista: se qualcosa deve succedere prima o poi accadrà, con una spintarella magari ci sono più probabilità, quindi diamoci ‘sta spintarella. Il massimo che può succedermi è: NIENTE!
Intanto scrivo quello voglio e come voglio: mica sono una scrittrice!
Che perla, sei, in un mondo in cui tutti si sentono scrittori. Specie quelli che non leggono mai (che è come voler essere chef senza mangare)
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Anche tu sei un amico/a 😀
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Credo che non sentirsi uno scrittore sia il miglior passaporto per diventarlo. 😉
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Nel frattempo mi diverto ad osservare e scrivere come cambiano i colori del cielo. 😀
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Chissà come mai chi scrive dice sempre che non si sente scrittore forse la sola differenza sta appunto nel vivere del frutto del pro pio lavoro e pochi sono gli eletti fortunati scrittori di fama perchè sostenuti da case editrici importanti ma non è detto che sono migliori di altri purtroppo anonimi (non è il tuo caso però e neppure per il nostro amico Stelio ) che scrivono cose eccellenti ma per un mercato assai chiuso e d’elit non riescono a sfondare nel successo pure di vendita e fama come sarebbe giusto…. perciò cara amica Nadia,anche se io non sono nessuno per giudicare in questo argomento , mi permetto di dirti io che ho letto il tuo libro e ti seguo nei tuoi blog , per me e sono sicura per chi ti legge tu sei una scrittrice in piena regola e fai bene a provare ad emergere ne hai tutte le qualità e poi come sempre ci vuole fortuna…
..comunque sia, pochi a mio parere scrivono come te schietta e originale e quello che vuoi e quando vuoi perciò tu sei già fortunata e manco lo sai 🙂
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Sai qual è la fortuna che so bene di avere? Ci sono persone come te che mi vogliono bene e come chi scrive i commenti ai mie post un po’ scombinati. 😀
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L’evaporazione è un processo che cambia lo stato, la forma, ma non la sostanza.
E’ logico che il ghiaccio mantenga la sua forma, è coerente a sé stesso, nei casi peggiori al limite dell’ottusità.
L’acqua si adatta a qualsiasi forma, e questo, a volte, fa comodo, però, a volte, essa è infida, insincera, si prostituisce al contenitore.
Il vapore invece è leggero, libero, cambia forma a ogni istante, immemore di tutto se non della sua essenza, e si alza a formare un teatro in cielo.
E’ ovvio che tu passi direttamente (e impunemente) dallo stato solido a quello gassoso. Questo processo in chimica viene definito “sublimazione”.
E’ un buon viatico… 🙂
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“Sublimazione” adoro questa parola in tutti i sensi come l’amore.
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Spiacente. Tu sei una scrittrice, perché non puoi fare a meno di scrivere. Il resto è (solo) mercato. Non ti confondere 🙂
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Se mettiamo da parte il mercato, io sono una grandissima scrittrice. Non riesco a stare un solo giorno senza scrivere. Quando ancora non era di moda, in mancanza d’altro, scrivevo sui muri. 😀
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