Opinione

IL SANGUE NON E’ ACQUA

Oggi sento alla radio che l’ultima speranza del nuoto alle Olimpiadi 2012, Gregorio Paltronieri, non è riuscito a portare a casa la medaglia perciò quest’anno l’Italia degli sport acquatici è rimasta “a secco”.  Non succedeva da ventotto anni leggo dappertutto, quindi, a parte i pettegolezzi di varia natura, finché nessuno tornerà a vincere il nuovo cadrà nell’oblio come succede a tutti gli sport diversi dal calcio.

Tutto perfettamente nella norma.

Esattamente com’è nella norma un fatto appurato da decenni, ma non temo di ripeterlo perché non entra proprio nella testa della gente che gli atti criminali rendono molto più delle vittorie olimpiche. Bastano due nomi per dimostrarlo, chiedetevi a bruciapelo o chiedete a chiunque chi è Mark Spitz e chi è Charles Manson. Sicuramente il 90 per cento delle persone sa bene chi è il secondo, mentre il primo lo va a cercare su google.

La natura umana ha una predilezione per i protagonisti negativi, l’ho già scritto fino alla nausea, e dimentica velocemente chiunque abbia fatto qualcosa di buono. A meno che non si tratti di macchine per far soldi, come i Santi sui quali si aprono business di proporzioni planetarie: San Pio ne è una lampante dimostrazione!

Il povero nuoto dovrà aspettare un po’ per avere ancora popolarità perché a nessuno verrà in mente di lodare impegno e tenacia: sei vinci sei un mago per trenta secondi, se non vinci sei pirla per sempre.

Tra dieci anni chiedete a qualcuno chi è Michael Phelps

 

Un grande campione

 

 E poi chiedete chi è James Holmes

 

 

Tutti ricorderanno il secondo, pochissimi il primo perché sui giornali e in televisione lo spargimento di sangue tira più dell’acqua sparsa intorno alle piscine olimpiche. Quindi continuiamo a scrivere libri e fare film su stragisti e criminali dimenticando chi lavora sodo anche senza portare allori in casa, ma poi non lamentiamoci se gli ammiratori e gli emuli degli assassini si sprecano in tutto il mondo.   

 

P.S.: mi è venuta in mente una cosa che nel secolo scorso ancora non era così in auge da noi. I vari reality show dove ognuno può riuscire a trovare un momento di notorietà se ha il coraggio di fare figuracce, o è abbastanza idiota per un trono da Maria De Filippi. Tanti campioni mancati, o ex campioni di qualunque sport hanno qualche speranza di essere ricordati tra dieci anni non come atleti, ma come sportivi della stupidità.

 

 

 

6 pensieri riguardo “IL SANGUE NON E’ ACQUA

  1. hai ragione.
    Gli antieroi, quelgli antieroi che devastano e fanno inorridire tutto il mondo tirano più degli eroi, quelli che non si fanno notare perché di norma si crede che il bene sia dovuto, credo per la morbosità bestiale che, secondo Darwin, noi discendiamo da un animale. E ancora lo siamo.
    A dir la verità di questo Holmes non ricordo bene, e non vado a spulciare Google per vedere cosa ha fatto, di brutture bastano quelle odierne ma del leggendario Spitz ne ho pieni gli occhi.
    A mio parere comunque, e parlo da tifoso del Milan, credo che lo sport abbia dei cicli.
    Ad esempio negli anni ottanta c’era il ciclo dei fondisti e mezzofondisti, poco più indietro negli anni Mennea correva e faceva record e medaglie, non parliamo del ciclismo e poi, nel ’76 con Panatta, Bertolucci, mi sembra e l’odierno tecnico nazionale che in questo momento non ricordo il nome, l’apoteosi del tennis. Sono a migliaia da ricordare, in tutti i settori dello sport italiano, arrivando ai giorni nostri con le e i nostri nuotatori.
    Però ora mi chiedo…come mai, mettiamo caso Pippo Inzaghi è andato in pensione a 39 anni, Maldini a quasi 40, vincendo tutto, mentre una ragazza di 24 anni e altri e altre di età simile si prendono un anno sabbatico?
    Non è che per caso sono fragili, o forse si considerano arrivati e basta?
    Quando assisto a un qualsiasi evento sportivo, se ci sono italiani lo guardo e faccio il tifo, quando sento l’inno di Mameli, mentalmente lo canto, quando vedo la Cagnotto ancora il lacrime dopo mezz’ora dalla sua prova, piango con lei,.
    Probabilmente in futuro avremo altre Jessica Rossi, ma è naturale, bisogna vedere se ci sono talenti simili in Italia, e se hanno costanza e rispetto. Non è detto.
    Qualche anno fa, comunque, quando ancora mi potevo permettere di acquistare la rosa, c’era una classifica particolare, ora non so se esiste ancora.
    La classifica diceva che l’Italia, comprendendo tutte le discipline sportive, ma proprio tutte era la prima al mondo in fatto di risultati.
    I numeri parlano chiaro comunque; il nuoto per ragioni che nessuno spiegherà mai, in questa olimpiade ha deluso al massimo.
    Ovviamente la colpa se ci sarà un calo d’interesse per alcune discipline va diviso.
    Va diviso tra protagonisti e media.

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    1. C’è una cosa da considerare, caro Antonio. La tipologia di sport che prendiamo in considerazione. Certe discipline si possono esercitare sino ad età abbastanza avanzata, il calcio come dici tu può essere giocato a ottimi livelli anche dopo i 30 anni, secondo il ruolo del giocatore. Ma velocisti, ginnasti, nuotatori iniziano in tenerissima età, proprio da bambini, e poco dopo i vent’anni sono già vecchi perché in queste specialità conta tantissimo la scioltezza e la forsa della gioventù più che l’esperienza.
      I cicli sulle preferenze del pubblico sono sempre strettamente legati alle vittorie, se abbiamo campioni in casa lo sport in questione diventa una tendenza, se non ne abbiamo viene dimentica. E’ sempre stato così, quanto il tennis faceva incetta di vittorie era osannato da tutti, adesso nessuno ne parla più. E giustamente come dici tu, il calo d’interesse va diviso tra protagonisti e media.
      Però negli ultimi decenni la pressione mediatica è notevolmente aumentata, credo in modo esagerato perché ci inducono a pensare e desiderare ciò che ci propinano ogni giorno anche in maniera occulta…per fortuna non tutti abboccano. 🙂

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