Ambiente

PENSIERI DI TERRA

In questi giorni ho poco tempo per impegnarmi in nuove avventure perciò vado a rovistare nei cassetti della carta e metto in circolo vecchi pensieri che, “casualmente”, sono ancora attuali.

Ricordi com’è una viola? Credo di sì, ma probabilmente non ricordi più quanto è bella.
Correndo nelle stradine in mezzo ai campi ogni tanto le incontro, questo è il momento giusto per vedere certi fiori e certi colori.
Voglio raccontare un po’ di questo marzo capriccioso che minaccia sempre di farmi la doccia quando mi ci tuffo per annusare tutti i suoi profumi, è un invito a fare una corsa con me. Resta pure dove sei e continua quello che stai facendo, io illustro tutto.
A quest’ora non c’è nessuno in giro e la natura è più rilassata e ben disposta a comunicare con chi ha voglia di starla a sentire. Così capita che mentre corri concentrato sul respiro e sul movimento delle gambe che assorbono armoniosamente l’impatto col terreno, una piccola foglia ti cade sulle mani in movimento. Se tu fossi veramente solo e lontano non ci faresti caso, ma adesso stai in simbiosi con le creature che sono intorno a te, perciò questa non è una semplice foglia che cade. E’ un saluto, un segnale di calda accoglienza da parte di questi amici vivi e palpitanti, e allora tu sorridi per ricambiare l’abbraccio, sorridi e corri con più vigore e forza anche se la corsa resta dolce e tranquilla. Corri scambiando la tua energia con quella della terra ricca di vita che batte sotto i tuoi piedi. Ad ogni passo si rafforza il legame con la terra, ogni contatto comunica ai tuoi piedi un bellissimo messaggio-massaggio che sale lungo le gambe, attraversa l’inguine, le viscere, lo stomaco, corre nelle vene e giunge fino al cuore, il cuore pompa sangue che illumina il cervello, e tu stai finalmente bene, e corri e sei sereno, e non c’è più pena, né dolore, né spina dentro il cuore. Tu sei la terra, sei l’albero che vive, sei l’aria che respiri, sei il verde, il giallo delle primule, il blu o il grigio del cielo, il buio della pioggia, i lampi fanno luce, e tu diventi acqua, ti sciogli nella terra, ti mescoli con lei, e vai a nutrire gli alberi attraverso le radici, così diventi un albero, e sai cosa vuol dire essere albero, e ramo e foglia, e frutto cibo per uccelli e voli insieme a loro. Ti fai portare in alto, dentro le nuvole da dove osservi il mondo e vedi un uomo piccolo che corre sulla terra, ti accorgi che sei tu, ma che non sei più là, sei diventato terra, e albero coi frutti, ti stai donando al cielo e adesso sei felice perché senti l’armonia che è dentro di te, quella che ti permette di riprendere energia per continuare a correre e vivere.
So di non svelare niente di nuovo, ma voglio ricordare che noi viviamo sulla terra, e se finisce lei…

8 pensieri riguardo “PENSIERI DI TERRA

  1. Bello, molto animista. Corri e la tua anima corre con te, ma non è solo tua, essa è l’anima dell’universo.

    Corri, sulla terra, e contemporaneamente corri nella tua anima.

    E mentre corri una foglia si posa sulla tua mano; c’è un meraviglioso ragno sopra di essa, ma, sul momento, non riesci a catturarne la bellezza; lo fissi (interdetta? spaventata? sorpresa?), sei distratta, e non non fai caso a ciò che la natura ha riservato per te: una meravigliosa radice di pino che si è allungata eroicamente in superficie per raggiungere l’umido salvifico e mantenere eretto il fiero fusto di chi la sovrasta.
    L’incontro fortuito e fuggevole tra la sua scorza scabra e la punta della morbida tomaia multicolore, afferma la servitù della natura, la padrona sulla terra, nei riguardi delle inderogabili leggi superiori dell’universo, in primis quelle della fisica.
    L’energia cinetica accumulata muove in avanti la parte superiore del tuo ben oliato (e sudato) meccanismo naturale, mentre la base di appoggio rimane fissa in una ben precisa posizione della struttura spazio-tempo nella quale ti trovi.
    Il baricentro mutevole e l’imperturbabile forza di gravità concorrono in perfetta sintonia alla creazione di una nuova esperienza assolutamente naturale.
    Un ramo di acacia accarezza il tuo braccio teso alla ricerca di un aiuto improbabile: una sensazione fugace ma bruciante, una di quelle esperienze che lasciano il segno.
    Mentre le cose procedono nella loro assoluta naturalezza, il ragno rimane sorpreso della brusca deviazione dalla direzione del suo moto, originariamente verticale.
    Finalmente l’evento si compie.
    Uno spezzone di calcare che, dopo eoni di oscurità, deve al costante operato delle naturalissime aria ed acqua la sua fortuna di poter ammirare l’Eden, colto da incontenibile felicità coglie l’occasione per baciare il tuo polpaccio. E’ un bacio appassionato, profondo, da levare la pelle; nonostante egli ti trovi impreparata a tutto ciò, riesci comunque a percepire che qualcosa di tuo, di intimo e di fluido sta già scorrendo; è una reazione assolutamente naturale, ma niente affatto comune.
    Per la sorpresa la tua bocca si spalanca in un grido muto, che subito cede il passo ad un roco mugolio che non proviene dalla gola, ma dal corpo tutto.
    Piaci.
    Alla natura tu piaci immensamente, incontrollabilmente, e allora lei ti vuole, vuole tutto il tuo essere. Con le sue estremità irresistibili, le foglie, il fango, la terra, le ramaglie, lo avvolge, lo palpeggia senza pudore, eroticamente attratta da ogni millimetro quadrato della tua pelle.
    E alla fine, come natura comanda, succede: lei entra in te. Si precipita nella tua bocca spalancata, si infila sotto le unghie disperate, si intrufola impudicamente persino nel naso fremente; ci sa fare, è così dolce cedere e abbandonarsi a lei.
    E mentre la natura entra a far parte di te, con un ultimo sussulto ti lasci assorbire da lei, un perfetto orgasmo simultaneo che nessun amante ti aveva mai concesso di provare.
    Rimani così, distesa e spossata, mentre il tuo sudore bagna il terreno come fosse rugiada, e un gentile rigagnolo rosso rubino irriga una zolla di morbido terriccio.
    Forse un giorno, proprio lì, su quella zolla crescerà una pianta di fragole, e un saggio che passerà di là, costretto a fermarsi dall’appostamento di due ferocissime tigri, si chiederà come mai quella fragola sia così incredibilmente rossa e così amabilmente dolce.
    In quell’attimo fuggente, tu, la natura, l’universo e il fato siete un tutt’uno, specialmente agli occhi del ragno, il quale stava per schiantarsi, ma per sua fortuna ha trovato te.

    🙂

    Perdonami.
    Potrai mai perdonarmi?

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    1. E che cosa dovrò mai perdonarti? Sei entrato magistralmente nel mondo magico di noi creature ibride ed hai saputo interpretare un pezzo della nostra vita. Posso solo ringraziarti di esserti lasciato serenamente avvolgere dalle nostre benefiche spire 😉

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  2. vorrei sapermi fondere con la natura come riesci a fare tu. Penso che sia un’emozione forte e bellissima, so che qualcuno sente l’energia degli alberi mi piacerebbe tanto poterlo fare anch’io. 🙂

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  3. E se finisse Lei, ci ritroveremmo in sole tre possibili posizioni: sdraiati, seduti o in piedi sul nostro NULLA…
    Grazie per la condivisione.

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  4. Sono sensazioni che conosco bene,le passeggiate tra i boschi e vialetti alberati mi portano sempre altrove con pensieri che corrono ,musica e profumi che mi lasciano poi più serena e pronta a continuare la rutin oramai diventata un po insopportabile se non ci fosse questo lascia passare per la nostra terra che mi da un po di energia per continuare ,sì speriamo che non finisca lei…non mi….o non ci resta altro .. 🙂

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