Ciao tu!
Ieri alla radio ho sentito “Primavera” cantata da Marina Rei e si è aperta un’immagine di tante primavere fa, quando stavamo insieme.
Ricordo il giorno in cui ti ho telefonato e ti ho fatto ascoltare questa canzone, tu eri emozionato esattamente come me.
Era marzo, o forse aprile, e i pruni del viale che ti portava da me erano ricchi di fiori.
Noi eravamo pazzi di noi e del nostro stare insieme; come quella notte, tornando a casa da una serata ad alto grado alcolico, quando ci fermammo a raccattare una poltrona sfondata che qualcuno aveva gettato vicino al cassonetto dell’immondizia.
La caricammo sulla piccola 106 per poi trascinarla sulle scale di casa mia, ubriachi fradici, facendo un baccano infernale.
Ci divertimmo un casino.
Poi litigammo e io ti lasciai dormire vestito nella vasca da bagno; in quella vasca sono rimasti i segni dei tuoi anfibi.
La poltrona restò in cantina per essere eliminata quando cambiai casa.
La nostra storia era già finita da un pezzo, ma i segni dei tuoi anfibi nella vasca da bagno sono rimasti anche quando me ne sono andata.
Ti ricordi?
Ero follemente innamorata di te, ma non ti ho mai amato, come non sono mai riuscita ad amare alcun umano, lo sai. Però ti voglio bene e te ne vorrò sempre, sei stato uno dei miei tre innamoramenti preferiti.
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