Tutti nutriamo ambizioni, speranze e desideri. Qualcuno realizzabile, altri impossibili. Pochi, apparentemente inottenibili, qualche volta si realizzano.
La gamma delle chimere che inseguiamo è pressoché infinita benché qualcuna sia più frequente e comune nelle fantasie di tante persone: fama ricchezza salute amore bellezza, chi più chi meno, tutti li desideriamo.
Negli ultimi anni il desiderio che accomuna la grande parte del mondo che non ne trae guadagno è sicuramente la pace, la tutela dell’ecosistema e, forse, un altro paio di cose che servirebbero per vivere serenamente ma che, disgraziatamente, non portano denaro perciò vengono messe da parte.
Nella mia veste di essere umano, ovviamente, non faccio eccezione. Come tutti, ambisco la realizzazione di quanto sopra citato.
Però, se mi fermo a pensarci bene, dentro me ho un grande sogno che bramo dalla nascita e che non sono mai riuscita a realizzare, è il sogno di non sognare.
Non sognare per poter dormire, dormire e basta!
Non tanto, almeno qualche ora consecutiva totalmente priva di visioni oniriche, qualche ora senza sogni.
E invece no!
Da quando cominciano i miei ricordi di bambina, nella mia vita, ci sono solo notti selvagge, notti dormienti sì, ma senza il sonno ristoratore.
Il sonno che stacca tutti i contatti con la coscienza, quello che ti dona un po’ di pace e di autentico riposo. Questo sonno è per me del tutto sconosciuto.
Ormai ci ho fatto l’abitudine, altrimenti non sarei qui a raccontarlo. A questo tipo di guasto mentale, altamente disturbante, o ci si abitua o si finisce male. In ogni caso è un’anomalia che tante volte ferisce profondamente le mie giornate poiché l’inquietudine provocata da certi sogni mi accompagna per tante ore dopo il risveglio e, qualche volta, anche per più giorni.
Un esempio esplicativo lo trovate nel mio racconto “Solitudine cosmica”, questo racconto è la precisa trasposizione scritta di un sogno che ho fatto nel lontano 1993, trasformato in una storia surreale con minimi ritocchi.
Nel mio enorme magazzino onirico ho ammassate incalcolabili quantità di visioni strampalate e bizzarre, ma più spesso inquietanti e angosciose, dalle quali posso ricavare trame degne di un’antologia di “racconti dell’impossibile”.
Ed effettivamente ricchi dossier di tracce pronte per l’elaborazione letteraria sono stipati nel mio studio in soffitta, soprattutto per toglierle dalla mia mente, ma non incontreranno mai occhi di altri lettori poiché questo genere di narrazioni non trovano un mercato redditizio per gli editori.
In ogni caso io continuo a raccontarle a qualcuno che non c’è, giusto per liberarmene sperando di riuscire, almeno per una notte, a dormire e basta.
Che bella immagine…
A proposito…. hai visto quelle che ti dissi, poi?
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Sì,sì. 😀
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Piaciute?
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👌🐾
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L’ha ribloggato su Antonella Lallo.
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Ti capisco, ho nella memoria sogni da quando ero bambina, li ricordo tutti perfettamente. Mi capita di vedere posti che ho sognato anni e anni prima e provo un tuffo al cuore, come se rientrassi in un’altra vita
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Di notte vivo un’altra vita che mi tormenta e non mi lascia riposare.
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È successo qualcosa nel passato che ti ha traumatizzata?
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Beh…se leggi qualche post che parla della mia infazia e adolescenza di traumi ne trovi per riempire due esistenze…purtroppo.
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Psicoanalisi?
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Da tutta la vita. Anche ricoveri al neuro.
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Ok, rimane solo da riderci su 😀
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