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La dialettica applicata all’amante che si crede furbo

La mia vita non ha segreti per nessuno, nel senso che a domanda rispondo sempre sinceramente, visto che non ho niente da perdere né da nascondere. Un particolare del mio lifestyle che non ho mai celato è di aver avuto parecchi fidanzati dopo il divorzio. Come già raccontato più volte mi sono capitati diversi esemplari di maschio da buttare nel tritarifiuti, qualcuno l’ho già descritto, vedi “Il nidificatore” o “Il guastatore”.

Oggi mi è capitata sotto gli occhi una letterina che scrissi nel lontano 2007 ad un fidanzato che pensava di essere molto furbo. Dopo aver letto ciò che trovate scritto sotto, andò a contar balle da un’altra parte portando con sé la radiografia che gli avevo fatto. Poi non venitemi a dire che sono una difficile neh…

“Spigolature verbali (altrimenti dette rotture di palle)

Le contraddizioni interiori e sentimentali non mi spaventano più di tanto poiché sono dovute alle nostre debolezze ed insicurezze.

È pressoché impossibile costruire una forte personalità che non vacilli di fronte a niente e nessuno, chi ci riesce probabilmente non ha cuore.

Quello che invece mi infastidisce, e mi fa pensare, sono le praticità contraddittorie espresse verbalmente nei momenti più leggeri di certi discorsi rilassati.

Mi spiego.

Se tu dici che hai bisogno di stare con i tuoi amici, di voler giustamente coltivare le tue passioni, gli impegni lavorativi e di svago, le ambizioni dentro e fuori dal lavoro (l’auto che ti fa godere o il successo professionale), la tua famiglia e gli affetti generici e tutto quello che esiste nella tua vita fuori da un possibile od eventuale rapporto d’amore con una donna, a me sta bene perché so che la tua vita si svolge prima di tutto lontano da me e al di fuori del nostro “rapporto” (non ho ancora capito come devo considerarlo, ma abbiamo detto che è meglio non farci domande né menate).

Se invece succede che io prospetto (=sottoporre alla considerazione altrui) la mia disponibilità (=propensione a tenere un certo comportamento) – magari in modo scherzoso – ad ospitarti per un intero fine settimana e tu rispondi che non è possibile per te stare via di casa oltre qualche ora perché lì c’è bisogno di te e la tua famiglia ha bisogno di te, io ne prendo atto e sono felice del tempo che puoi dedicarmi, oltretutto sacrificandoti, facendo altri chilometri in auto oltre a quelli che già ti spari abitualmente.

Quando poi manifesti la necessità ed il diritto (sacrosanti) di andare fuori dai coglioni con chi ti pare, dove ti pare, per più giorni, a me sta più che bene e sono contenta per te che riesci a ritagliarti qualche momento per il tuo benessere.

Però voglio capire (e questa è una mia sacrosanta necessità, che tu puoi tranquillamente evitare di soddisfare) che fine fanno i tuoi impegni personali e lavorativi in questo frangente.

Contemporaneamente (e nell’eventualità in cui te lo domandassi) preciso, per quanto mi concerne, che anch’io ho i miei impegni familiari (seppur ristretti ad un sola persona: mia madre) e professionali, e anch’io ho amicizie importanti, passioni e necessità da coltivare per il mio benessere interiore e mentale, che non pospongo a niente perché hanno sempre e comunque (indipendentemente da come e quanto posso amare un eventuale compagno) un loro spazio ben preciso nella mia vita, nella mia anima, nel mio cuore, nella mia mente e nel mio tempo che niente e nessuno potrà mai portargli via sino a quando dipenderà dalla mia volontà.

So bene che non siamo tutti uguali e che ognuno gestisce le proprie risorse affettive come sente di poter fare, ma vorrei farti osservare che gli affetti (non gli amori o le relazioni passeggere) autentici e radicati in noi non perdono mai le loro posizioni quando interviene un nuovo elemento (più o meno stabile, più o meno importante) nella nostra vita.

E, visto che ho un esempio abbastanza fresco di giornata, il mio impegno di questa sera non implica obblighi da parte mia né tantomeno rinunce o modifiche di programmi altrui poiché le persone e le situazioni che dipendono direttamente dalla mia presenza e disponibilità sanno benissimo di potervi contare in ogni occasione (ovvio che se mi schianto contro un albero l’impegno che ho preso va a farsi fottere).

E per questa serata è ininfluente che io ci sia o meno; indipendentemente dall’esistenza di un uomo che riempie totalmente la mia vita sentimentale e occupa solo lo spazio comunque riservato al Mio Amore, e in questo spazio (da sempre) ci sta solo ed esclusivamente l’uomo che amo (anche se in tanti momenti della mia vita non ho avuto alcun uomo da amare).

E, in ogni caso, quando hai obiettato che avresti potuto venire questa sera, (e giustamente non l’hai detto perché non vuoi dire cose che non puoi mantenere), ti sei dimenticato che pochi minuti prima avevi affermato di essere impegnato in fiera questa sera….

E adesso concordo con te che questo non è un  “verbale di polizia”, ma una fredda e dettagliata analisi dei comportamenti umani…preciso, però, senza la volontà di fare il processo alle tue intenzioni o indagini sulla tua psiche, poiché queste pratiche, (quando è il caso che io mi scomodi a metterle in atto), le riservo agli umani di cui non mi innamoro.

E concordo anche sul fatto (casomai non te ne fossi reso conto) che  “certi calcoli” si possono fare anche quando il cuore è molto preso dall’amore; perché è vero che il cuore spesso viene filtrato dalla mente, (e in certi casi può succedere il contrario lasciando conseguenze devastanti), ma esiste qualche creatura “speciale” che riesce a mescolare e separare i due “organi” mettendo o togliendo all’occorrenza “l’anima”…però…so che l’anima non esiste per tutti, e non mi riferisco a quella “canonica”…

L’obiezione dell’anima che “viene e va”, che può essere tradotta nella terminologia umana in: “calcolo”, non viene liquidata dalle creature speciali come un dato di fatto, ma (su richiesta delle parti interessate) può essere oggetto di lunghi e profondi scambi di opinione in sede adeguata.

Quanto scritto sopra è un semplice chiarimento (pur se non richiesto da nessuno) sul mio modo (molto personale e forse distorto, quindi passibile di ogni tipo di demolizione o critica da parte di altre menti) di vedere certi episodi.

Resto comunque a disposizione per eventuale dibattito in merito, ma so che non hai argomenti all’altezza del mio nobile culo.

                                                                                                      La Divina Prof. N.d.N.”

 

28 pensieri riguardo “La dialettica applicata all’amante che si crede furbo

  1. 😬 Posso solo dire che credo di essere fortunato a non aver mai ricevuto una lettera del genere! E però mi chiedo anche come è possibile che la maggior parte delle donne scelga sempre tutti sti pallonari! Morirò e non lo saprò mai mi sa!🤔

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      1. E meno male!Però guarda, a me sti tipi mi fanno proprio incazzare e ti spiego perché.Dunque tu uomo sicuramente fortunato stai con una gnocca ( e tu rientri nella categoria mi pare!) e che fai?Invece di ringraziare il fato o quel che è ti metti a raccontare palle per non vederla?Ma sei fuori? Che ok, magari ne trovi un’altra altrettanto gnocca (i fortunati a quanto pare ci riescono!) ma, ok una volta, due ma se lo fai sempre allora significa che non te ne fotte della prima quindi che Minchia ci stai a fare se devi anche complicarti la vita,viaggiare e spender soldi? Boh, davvero non capisco ma non li sopporto sti tipi e non è invidia anche se penso che un briciolo di quella fortuna visto che a loro non serve tutta, poteva pure arrivare a me!😠👿

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      2. Quello a cui era indirizzata la lettera probabilmente aveveva un altro tipo di problema, non voleva attaccarsi troppo a me perché gli facevo paura. Un giorno mi disse: “quando mai ho avuto addosso una come te, ma ti sei vista?” Io non ero certamente venere, ma lui si riteneva sfigato perché le sue morose precedenti erano dei gabinetti. Ma la cosa che lui riteneva più pericolosa era il mio cervello.

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