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Patience: sold out

Sono battagliera per carattere e, avendo imparato a difendermi sempre da sola per cause di forza maggiore, non mi sono mai sottratta a confronti e discussioni civili con persone intelligenti.
Purtroppo negli ultimi tempi mi trovo obbligata a combattere, per stupidissime questioni condominiali, con gente arrogante, frustrata, ignorante, e molto maleducata.
Dopo lo scontro con un vicino di casa che aveva appeso sulla porta del mio garage un foglio con scritto “cretina”, avevo deciso di farmi rimbalzare qualunque provocazione, contrasto, conflitto, acrimonia causati da terze persone per futili motivi.
Così ho fatto e continuo a fare da un paio di mesi, poiché questi sprechi di energia mentale ed emotiva peggiorano profondamente il mio delicato equilibrio spichico sempre a rischio, procurandomi ulteriori sofferenze.
Qualche giorno fa, purtroppo, ho ceduto nuovamente alla provocazione perpetrata da un mio datore di lavoro (nero e sottopagato), quello dell’interfaccia inesistente per intenderci.
L’accusa “di mia totale incapacità a soddisfare le sue esigenze, di sfruttare il suo pc per farmi i cazzi miei, e di maggiorare il numero delle ore per portargli via soldi”, discorsi da lui ripetuti a cadenza fissa con toni tranquilli e perculanti, questa volta mi sono stati buttati in faccia con molta stizza, cattiveria e anche aggrassività: mouse e fogli volavano per tutto l’ufficio mentre lui sbraitava come un ossesso.
Io non sono riuscita a rimanere tranquilla, gli ho fatto notate qualche sua pesante “imperfezione”, ed ho parlato alzando il tono di voce.
Però mi sono fermata in tempo e, mentre lui continuava a lanciare i suoi strali malevoli su di me, ho abbandonato il campo giacché, come giustamente dice lei:

Penso ci sia un limite.
Anche se quei soldi, che alla fine del mese erano 200/220 euro, mi mancheranno non posso lasciarmi mortificare perché uno arriva stanco e stressato dal lavoro.
Non è mica mio marito e, se lo fosse, dopo una scenata del genere diventerebbe ex in 37 secondi.

23 pensieri riguardo “Patience: sold out

  1. Hai davvero un problema molto profondo nel tuo lavoro. Il bisogno a volte ti fa guardare dall’altra parte quando appaiono le ingiustizie. Forse trovi i media e dici il modo migliore di trattare con il tuo capo. Il condominio, è lo stesso ovunque. Trovi il meglio delle persone e il peggior tipo di persone che vivono con te. Buona fortuna nelle tue tribolazioni. Un abbraccio

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  2. Io mi ero licenziata in tronco (13 agosto 1979) nell’albergo in cui avevo lavorato 8 anni a causa di un’alzata d’ingegno del mio principale che sarebbe troppo lungo spiegare qui.
    Ricordo che l’ho fatto con determinazione, gelida calma e il tizio non riusciva a credere che due ore dopo ero fuori con armi e bagagli e stavo tornando a casa mia a 500 km di distanza.
    Ho continuato la mia professione in altro albergo, in altra località, per gli anni successivi, prima di sposarmi.
    Pensa che il tizio, dopo qualche mese mi ha cercato e l’ho tranquillamente mandato a…

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      1. Ci avevo lavorato benissimo per molti anni, poi ha improvvisamente dato i numeri licenziando cuoco, un paio di camerieri e due donne delle camere, ad agosto, e pretendeva che l’albergo continuasse a funzionare a pieno ritmo.

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  3. troppa pazienza va poi somatizzata, con certa gente meglio esser chiari e cantargliele, ne va di mezzo la propria salute psicofisica…meglio un panino in meno ma l’amor proprio integro…

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  4. Mi sono licenziato dopo ventidue anni di lavoro continuativi perché ho avuto la bella pensata di mettere la mia dignità umana sopra ogni cosa in una situazione aziendale degenerata. Posso capire quindi quale possa essere la situazione di doversi trovare a dover scegliere tra l’umiliazione per uno stipendio necessario e la riconquista della dignità al costo di perdere tutto e mettendosi nuovamente in gioco, nonostante i tempi difficili e un’età non più buona per inserirsi in nuove realtà lavorative.

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      1. Lo farò se me ne darà l’opportunità. Ma gli avevo già parlato chiaro diverse volte, lui è uno stakanovista, lavora anche 15 ore al giorno, e si sente superman. E’ un bravo professionista e grande lavoratore, pretende dagli altri lo stesso impegno, peccato che abbia il braccino cortissimo. Fa un lavoro molto faticoso, tutto da solo perché non trova più nessun operaio disposto a dargli una mano.

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