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E le cicaleeeeee. Non tutti i mali vengono SOLO per nuocere

Estate, caldo, tempo di cicale.
Non sia mai detto che i social caciaroni si lascino sfuggire l’occasione per diffondere la vacuità della settimana.
Da un paio di giorni, infatti, su FB & co. gira questa dichiarazione caldamente condivisa da tanti:
Cattura

Questa non la posso proprio appoggiare poiché le cicale nelle mie orecchie ci stanno tutto l’anno già da molto tempo.
Fortunatamente non patisco il danno da mancata possibilità di condividere, pertanto sono tranquilla.
La ragione del mio cicaleccio personale è che soffro di acufeni dovuti alla Sindrome di Ménierè colpevole anche di avermi fatto perdere il senso dell’equilibrio.
S’è manifestata per la prima volta all’improvviso senza una precisa ragione, più o meno come descritto qui: Mi chiamo Alcide

Nel mio caso non è stato un danno all’apparato uditivo a provocarla ma problemi psicosomatici, gli stessi che mi hanno portata al primo ricovero in un ospedale psichiatrico, da allora gli acufeni non mi hanno più abbandonata.
Gli acufeni sono una brutta bestia perché non solo tormentano ininterrottamente la mia vita sia diurna, sia notturna, ma inducono una sordità particolare che non permette di avvertire certe frequenze.
Ad esempio, quando sono in un ristorante sento in modo aggressivo e confuso tutte le voci della gente che occupa i tavoli in sala, ma non riesco a capire le parole di chi mi sta a pochi centimetri di distanza, e le relazioni sociali diventano difficoltose.
È una delle tante complicazioni della mia vita senza quiete, il primo anno credevo di impazzire con tutti quei rumori venuti dal nulla che spaccavano la mia testa, poi l’istinto di sopravvivenza mi ci ha fatto abituare.
La mia è una vita in cui non esiste il silenzio.
Capite perchè le cicale non mi danno fastidio?

32 pensieri riguardo “E le cicaleeeeee. Non tutti i mali vengono SOLO per nuocere

  1. Ho avuto un allievo con la stessa patologia, il vociare del palasport lui lo viveva come un gladiatore che si apprestava a combattere al colosseo. La sua concentrazione era superiore rispetto a quella dei suoi compagni, per lui non era semplice distinguere la mia voce tra le centinaia che lui percepiva mescolate e rumoreggianti ( così le descriveva ) . Ogni anno era una lotta con i medici del C.O.N.I.
    Per avere l’autorizzazione a fare
    agonismo,fortunatamente erano i fatti che parlavano per lui.
    Oggi insegna, è un Sensei molto amato , spece dai più piccoli. E quella che un tempo io definivo una grande capacità di concentrarsi, si è dimostrata anche una enorme sensibilità percettiva, una sorta di radar che gli permette di essere comunque in sintonia con chi gli sta intorno.
    Ha! Le cicale mi piacciono.

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  2. Nadia…..premesso che apprezzo sempre chi dice apertamente le cose perché mette in condizione il mondo di adattarsi e di fare una scelta. Quindi…tralasciando la breve premessa – mi dispiace aver letto questo articolo perché è ovvio che la sofferenza o il fastidio di qualcuno non è mai una bella cosa da scoprire. Dirlo … E dillo sempre – troverai sempre chi capirà e non farà altro che appoggiarti senza farlo pesare. Il restante saranno coloro che ignoreranno ma di quelli non curarti…saranno gli stessi che incontrei sempre e per sempre. Sull’ articolo …io amo le cicale – mi danno sempre la sensazione di relax – anche perché ogni volta che le sento in un modo o in un-altro capisco che davvero sono in relax…altrimenti non le sentirei.

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    1. Quando ho davanti persone che non conosco un po’ mi vergogno a dire che praticamente funziono come una persona sorda, però cerco di capire ciò che dicono mettend einsieme le parole che afferro. E pensa che, come lavoro saltuario, faccio la promoter in centri commerciali dove i rumori si sommano e si confondono. Devo dialogare con sconosciuti che mi chiedono informazioni sui prodotti, quindi io deco capire e rispondere adeguatamente. Il mio livello di concentrazione va alle stelle per poter fare bene il mio lavoro. La necessità aumenta la forza di tutte le doti positive che abbiamo.

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      1. E commuovente questo tuo dettaglio e non posso che dirti brava… Per come affronti le cose e per la sprezzante positività che doni atteaverso queste tue testimonianze. Io ogni giorno combatto per tentare di trovare aperture in persone che vivono le loro angosce le loro disabilita’ come drammi irreversibili. E con tanta fatica ed abnegazione si tenta di ottenere un risultato…partendo dal presupposto che solo noi siamo la risposta . noi nella ns caparbietà nella ns voglia di vita contro le imposizioni del mondo. Hai detto una cosa bellissima la necessità aumenta la forza di tutte le doti positive che abbiamo. È questo è uno spaccato di vita vera che deve diventare per me un grande elemento di miglioramento da trasferire… Sii fiera della tua forza…trasformala come fai in possibilità… Non arrenderti e quando te la senti dillo…chi ti ascolta imparerà ad ascoltarti di più..ad ascoltarti meglio e su tutto ad apprezzare di più quello che fai…perché per farlo devi impiegare più te….più te diventa più tutto. Ai tutta la mia ammirazione.

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      2. Grazie Francesco, il fatto di aver dovuto imparare fin da bambina a difendermi da sola dai traumi delle molestie sessuali, perché i miei genitori avevano grossi problemi da affrontare e io non volevo essere un ulteriore problema, mi ha insegnato a contare solo su me stessa.

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      1. Nel mio caso neppure l’operazione può aiutarmi. E la sordità indotta non può essere eliminata con un apparecchio poiché, essendo un amplificatore di suoni, aumenta le mie difficoltà.

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      2. L’ho scritto nel racconto “mi chiamo Alcide”. E’ successo all’improvviso, nessuna causa scatenante, ma tanti problemi sommati che hanno fatto traboccare il vaso. Avevo già una lunga storia di traumi alle spalle che partono dall’infanzia.

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      3. Non ci sono mai riuscita perché sono stati più di uno. Poi durante l’adolescenza ho subito anche il peggio: un fidanzanto più grande di me che mi picchiava. Da 0 a 20 anni la mia vita è stata un piccoli inferno. Difficile stare bene se ti sono stati rubati i primi vent’anni di vita.

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      4. Mio padre è un gran brav’uomo, ma aveva il vizio dell’alcol alle quattro del pomeriggio andava all bar e, se non tornava per cena, mia mamma manda me a recuperarlo perché non stava in piedi. Lei lo amava tantissimo e gli perdonava tutto, io soffrivo per mia mamma ma non riuscivo a perdonare mio padre che, tra l’altro, lavorava quando ne aveva voglia…

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      5. Ero piccola, ma il mio dispiacere era tanto grande per i miei genitori. Li perdonavo perché a loro volta avevano alle spalle storie pesanti di abbandono e soprusi. Se scrivessi un romanzo dovrei partire da molto lontano per raccontare la mia storia.

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    1. Non è facile, perché ogni persona è diversa e funziona a modo suo, soprattutti per quel che concerne la psiche. Io ho imparato a ripararmi da tante sofferenze (non eliminandole perché con certe malattie non è possibile) grazie all’istinti do conservazione e alla scuola dura che sin dall’infanzia mi ha obbligata a imparare a difendermi.

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