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La festa del montone

L’ultimo lavoro fisso che ho avuto prevedeva le vacanze obbligate nel mese di gennaio, quindi se desideravo cambiare aria per qualche giorno dovevo organizzarmi e partire sola perché, dopo le feste dicembrine, è difficile trovare qualcuno disposto a fare un viaggio. Adoro la montagna e il trekking estivo ma, non essendo in grado sciare per ragioni di equilibrio, in inverno la montagna è fuori dalla mia portata.
Qualcuno mi diceva: “sei fortunata, ci sono magnifiche vacanze nei paesi caldi, tutti sognano di andare in inverno a crogiolarsi sotto il sole e immergersi in acque cristalline”. Per me no! A parte il fatto che l’acqua sopra il ginocchio mi fa paura, e non so nemmeno stare a galla, mi annoio a morte e non saprei cosa fare tutto il giorno in una località pur bella ma concentrata nella vita da spiaggia. Pertanto avendo questi intralci personali mi sono sempre orientata verso città europee o nuovi paesi da incontrare. Così, per due anni di seguito, decisi di godere po’ del meraviglioso  Marocco. Il primo anno visitai le città imperiali e,  l’anno dopo, non avendo voglia di sbattermi in spostamenti continui, prenotai una settimana ad Agadir, pensando dentro di me: “Agadir sarà la solita città vacanziera, aria salmastra, lungomare, libri da leggere per compensare la noia mortale…per una volta ci posso stare dentro”.
Invece quella settimana si moltiplicò: Agadir mi tenne per il cuore tutto il tempo che avevo a disposizione, al punto da indurmi a scrivere più di una storia in suo onore dentro i miei libri. In quel mese la percorsi tutta in lungo e in largo, ogni giorno uscivo a piedi con lo zaino in spalla e tornavo prima che facesse buio per andare a correre quei chilometri di spiaggia pressoché deserta. Imparai a memoria le strade dove non v’era traccia di turismo, feci amicizia con i vigili del fuoco locali e i poliziotti che mi vedevano salire la strada che portava all’antica Casbah dove i pastori mi offrivano il formaggio prodotto col latte delle loro pecore. Fu una vacanza lunga e vissuta come un amore tra me e quella città. Tra le tante impronte che mi porto addosso una è rimasta particolarmente incisa nella memoria: durante una corsetta sulla spiaggia notai che i gabbiani volavano stanziando a riva e non verso il largo come sempre, e così fu per qualche giorno di seguito. Chiesi il motivo di quel comportamento inconsueto, i residenti mi spiegarono che c’era la festa del montone e tutti i pescatori tornavano nei paesi di ogirine per trascorrerla in famiglia, sicché le barche erano ferme e i gabbiani venivano a terra in cerca di cibo normalmente offerto dagli scarti della pesca.

In quei giorni guardando intorno, e il cielo sopra la mia testa, potevo godere queste visioni

💙💙💙

P.S.: Già che ero là cercai di fare due chiacchiere con i montoni, ma fu impossibile trovarne uno disposto a farsi vedere perché in realtà non era la loro festa ma facevano a loro la festa, che è diverso.

Un po’ come succede in U.S.A. nel giorno del ringraziamento, la festa del tacchino. Paese che vai…

💔❤💔

30 pensieri riguardo “La festa del montone

  1. Scusami se non sono molto presente ma sono indaffarata.
    Situazione difficile la tua.
    Io adoro il mare il caldo e le nuotate e comunque ti avrei suggerito l’Egitto e naturalmente il Marocco e le città imperiali.
    Ma anche la Spagna gennaio è piacevole da visitare e Madrid e ricca di bellezze di cultura e di vita..
    Che programmi hai per quest’anno?
    Sherabbraccicari

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    1. So bene che c’è la vita fuori da qui e anch’io ci sono quando posso. In Egitto ci sono stata, ma mi ha deluso per tutta la miseria e l’abbandono che ho visto ovunque , un paese così ricco di storia che ha scritto pagine di architettura quasi aliena adesso è un immondezzaio agghiacciante. Sono stata a Madrid proprio nel mese di gennaio ed ho trovato la neve, una comica spettacolare vedere gli spagnoli muoversi in auto con un cm. di neve. 😀

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      1. In Egitto sono stata l’ultima volta proprio l’anno prima del gravissimo attentato a Sharm el-sheikh poi la situazione è andata degenerando e sinceramente non mi va di correre rischi che posso evitare.
        La neve a Madrid il colmo!
        Shera buonanotte

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      1. Ah, se è per quello, ho paura anche dell’acqua, delle grandi distese, ma anche dei fiumiciattoli di campagna, che sembrano poco profondi ma ti tradiscono … mi vergogno ma è così! 😥 Anzi, non mi vergogno, è solo così. 😀

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  2. è sorprendente e forse rimane ancora più impresso un luogo quando non ci si attendeva un granchè a priori…ed è ancor più bello se si stringono amicizie con persone dalle tradizioni diverse, disponibili a condividere il loro tempo per soddisfare le curiosità di chi rimmane affascinato dal luogo Bellissime le immagini!

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      1. Sono d’accordo, io sono stata in Egitto sempre a gennaio ed ho potuto vedere tutte quelle piccolezze che in alta stagione mi sarei persa

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  3. Poveri montoni! Io le abolirei certe “usanze”. Sei salita su un cammello? I miei ricordi dei viaggi di studio in Africa sono legati soprattutto agli spostamenti in groppa a cammelli e dromedari:animali adorabili,dolcissimi e molto intelligenti. Soprattutto le femmine

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