Personalmente credo di avere un grado di frustrazione discretamente elevato, però, grazie alla scuola dell’arte di arrangiarsi da soli frequentata fin dalla prima infanzia, ho imparato a non darlo a vedere. Non nascondo, tuttavia, di cadere in pensieri funesti nei confronti di chi mi turba o disturba interiormente. Pensieri che restano comunque tali come, ad esempio, mi è successo poche sere fa vedendo l’automobilista che stava alla guida di un fuoristrada; era appiccicato al mio posteriore impaziente di superarmi perché viaggiavo a 70 km/h anziché 90 come permesso in quel tratto di strada. Avrei voluto spiegargli che, avendo visto un cinghiale grande come la mia utilitaria proprio al ciglio della strada in attesa di attraversarla, cercavo di capire l’intenzione dell’animale che lui non aveva notato perché troppo impegnato a sfancularmi. Devo al buonsenso del cinghiale, che ringrazio, la fortuna di non essere stata spiaccicata tra lui e il fuoristrada che mi stava incollato e che certamente, oltre a spingermi in avanti con violenza se io avessi frenato, avrebbe fatto polpette della mia auto. Talvolta penso a quale grado di frustrazione si trovino tante persone che sbroccano alla minima contrarietà, prendendosela con chiunque capiti a tiro. Leggendo il post di Nadine sul suo blog Profumo di vita mi è venuto spontaneo riflettere sull’insofferenza esageratamente manifesta di certa gente. Come potete constatare a lei è successo di essere maltrattata verbalmente per aver semplicemente espresso la propria idea.
Frequentando i social network capita di sbattere contro innumerevoli dichiarazioni di sdegno, verso svariate forme di ingiustizia sociale, difese a suon di improperi verso chiunque osi mettere in dubbio la loro sincerità; salvo poi constatare in prima persona che lo scrivente così proteso verso il soccorso umanitario se ne sta blindato nella propria confortevole e signorile villetta, negando il più misero aiuto all’amico dietro casa momentaneamente in difficoltà. Rimanendo invece nella banalità quotidiana, recentemente ho ascoltato le lamentele plateali di un conoscente riguardo i disservizi della palestra che frequentiamo. Obiettivamente ha ragione, poiché pagando una quota annuale ci si aspetta che le promesse siano rispettate; ciò che mi ha disturbato è il modo usato per segnalare la mancanza: voce grossa e arrogante verso il primo malcapitato, l’istruttore di sala pesi che nulla può in fatto di gestione degli spogliatoi. Lo stesso succede migliaia di volte ogni giorno in occasioni che tutti ben conosciamo per esperienza diretta: al supermercato, nei parcheggi, nell’ufficio postale e così via. La cronaca illustra ampiamente episodi per tutti i gusti e, disgraziatamente con frequenza inaudita, anche ingiustificabili violenze estreme.
Ho smesso da tanto tempo di pormi domande e, come sempre, mi trovo a filosofare sterilmente sugli animali dotati di freni inibitori che gli umani pare abbiano perso completamente.
D’altronde, come diceva Oscar Wilde, “ogni impulso che soffochiamo ci rovina l’esistenza”.
E allora, dagli di capro espiatorio!
Alla fine il cinghiale ha dimostrato più savoir-faire e intelligenza dell’umanoide seduto al volante. Quanto ancora abbiamo da imparare dagli animali a volte.
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E’ vero, credo che ci sarà sempre da imparare dagli animali.
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Lo sai benissimo che nel paese degli italioti (crasi) automotodipendenti, quel segnale stradale rotondo bianco bordato di rosso indica il valore di velocità minima da tenere.
C’è da sperare che quell’italiota (sempre crasi) impaziente vada a vivere in Sudafrica, dove, oltre all’effettiva utilità del fuoristrada, avrebbe l’occasione di stamparsi su un rinoceronte che gli attraversa la strada.
🙂
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Meglio se il rinoceronte, preventivamente, gli dà una spintarella da dietro… 😀
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Credo capiti un po’ a tutti il comportamento da te descritto. Io ci provo a non imprecare contro i vecchietti che vanno a 20km/h, ma ha ragione Wilde, non posso rovinarmi l’esistenza!! 😂😂😂
Però il cinghiale, con le pappardelle…🤔😍
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La formula della mia cara nonna era “Va a copati mal!”.
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Sarebbe: vai a morire nave?
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Circa: Vai a morire male.
Era l’invettiva per gli automobilisti che non le davano il tempo a lei necessario per attraversare.
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E aveva ben ragione!
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Che storia. 😊
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Quotidianità caro Enri. Ormai lo sappiamo tutti. 😕
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Molto bello e condivisibile questo tuo articolo. Un caro saluto al cinghiale che ha avuto più buonsenso del guidatore del fuoristrada.
Ciao Nadia, buona serata.
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😘
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Viva il cinghiale
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Cara Nadia, considerati certi frangenti, basterebbe anche un po’ di silenzio, suonerebbe sempre e comunque meglio; a meno che non si abbia la capacità effettiva di aiutare e un bel cervello funzionante da sfruttare, perché è questo ciò che fa e farebbe la differenza. O magari una di quelle frasi che, in tempi di difficoltà, si sentivano dire in politica: “Non è tempo per discussioni”, o “Mettiamo da parte le nostre divisioni”, insomma quel buon senso e quelle frasi atte a dare rispetto e considerazione, anche e soprattutto quando non se la pensi allo stesso modo.
Ma, ahinoi, i tempi sono cambiati, e non e non è più tempo e non è più modo, non è più politica e tanto meno è umanità.
Un abbraccio e un sincero grazie per la citazione 🙏🏻😘
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Grazie a te per avermi dato l’ispirazione. 😀
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Evaporata: diplomata in arrangiarsi presso sé stessa. 😉
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È il metodo più efficace per salvare il piumaggio. 😊
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Sono certo che ritroverai la tipologia del tuo quasi tamponatore qui:
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Trovato più di uno. Direi tutti! 😆😈
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Ecco, immaginavo, del resto la categoria non è “localizzata” ma ormai credo sia diffusa ovunque, isole comprese!:-D
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