Opinione

I RAGAZZI DEL ’99

Mode a confronto

in divisa
in divisa

Qualche tempo fa ho visto passare sul web questa immagine.
A prima vista il messaggio che si vuol diffondere appare inequivocabile ed eloquente: un eroe e un pirla.
Così è stato captato anche da me. A prima vista! Ma, poi ci ho ragionato sopra e il mio pensiero è mutato. Ovviamente rimane integro l’atteggiamento nobile del ragazzo in divisa militare, mentre non si riesce ad apprezzare lo “stile” trasandato ed ebete del nostro contemporaneo.
Questa immagine però ha suscitato in me altre riflessioni, riflessioni che vanno oltre l’apparenza.
Ho pensato alle vite di questi due ragazzi.
Ritengo che possa esistere più di una analogia tra loro.
La più evidente è la “divisa” che, credo, potrebbero esser stati obbligati a indossare e che, forse, non avrebbero scelto per loro spontanea volontà.
La foto del militare probabilmente è stata scattata poco prima che lui partisse di leva per la grande guerra, quella guerra feroce che si mangiò milioni di giovani vite.
Il pischello con le braghe molli potrebbe indossare la divisa del branco che lo ha ingaggiato senza dargli la possibilità di scegliere altro, pena l’emarginazione, se non la messa al bando e anche qualche pestaggio giusto per fargli capire da che parte stare.
Idem si può dire per lo stile di vita di ognuno, innanzitutto adeguato ai tempi: difficili in entrambi i casi. Certamente più “comodi” per il contemporaneo ma, sospetto, assai meno felici e gratificanti dal punto di vista morale e interiore. Soprattutto nebulosi, privi di prospettive/aspettative stimolanti e rassicuranti.
Il ragazzo di cent’anni fa è stato intinto dentro una guerra mondiale e potrebbe essere morto da eroe consegnando a sua madre una medaglia senza un corpo a cui appuntarla.
L’altro vede la guerra in televisione, ma potrebbe essere ammazzato durante una strage mentre inciampa nelle braghe molli per sfuggire a un attentato avvenuto casualmente proprio nella discoteca dove lui va per sballare in santo sballo. Però lui è più sfigato perché potrebbe avere anche la possibilità di morire bombardato dalle droghe assunte per obbligo di svago. Faccia da pirla, morte da pirla. Neanche la soddisfazione di essere chiamato eroe.
In entrambi i casi vite brevi e inutili, come le morti. Inutili.

Ho usato tanti “potrebbe” poiché, ovviamente, sono soltanto ipotesi personali.

24 pensieri riguardo “I RAGAZZI DEL ’99

  1. Bella riflessione.Lungi da me giudicare o additare ed infatti non lo farò. Unica cosa che però mi sento di dire anche dall’alto dei miei 190 cm è che io dei pantaloni col cavallo poco sopra le ginocchia e mezze chiappe di fuori non me li metterò mai, nemmeno fossero gli unici esistenti in qualsiasi negozio! Mai! Anche perchè ci metto poco a pigliarmi un colpo d’aria e ritrovarmi col mal di schiena! Ma che scherziamo? E del resto ho schivato la moda dei paninari, dei metallari, degli emo, dei pantaloni a zampa d’elefante, dei jeans stracciati, di quelli luridi, di quelli attillati, dei bottoni al posto della lampo e chissà quante altre! Il mio codice comportamentale di gruppo è sempre stato quello di essere io il mio primo gruppo di appartenenza e fanculo chi magari mi ha giudicato male per esser stato uno fuori dal coro!

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      1. In genere jeans neri o grigio scuro, “normali” nel senso di non troppo larghi ma nemmeno attillati, senza risvolti ma nemmeno che toccano terra pulendo il pavimento!😂 Vita ad altezza vita e con la lampo!

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      2. si, un po’ credo sia quello ma anche il fatto che non è che mi piace tanto mettermi in mostra e così mi sento a mio agio mentre in altre vesti mi sentirei troppo osservato! 😀

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  2. Bel post. Ricordo una foto simile di mio nonno, scattata prima della sua partenza per il servizio militare (nel ’29).. E’ impressionante la sua somiglianza con il ragazzo del ’99.

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  3. Ciao, sai percaso chi è l’autore dell’immagine? ho una foto di mio bisnonno, fatta nello stesso studio, nella stessa posa, con la stessa divisa e sarei curiosa di conoscere il proprietario della foto del militare.
    saluti miriam

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    1. Ciao Miriam, purtroppo la foto è una delle tante che girano libere sul web. Io l’ho trovata su FB e non so proprio da dove possa arrivare. Credo che sia molto difficile risalire all’origine.

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  4. Hai proprio ragione! Questo articolo mi fa riflettere molto,grazie! Anche perchè io avrò più o meno l’éta di quel ragazzo e vivo in prima persona le dinamiche adolescenziali del “branco”,quindi mi hai dato uno spunto su cui riflettere😊

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    1. Cara Dalia (che bel nome) ragazzi e ragazze che facevano gruppo e tormentavano i timidi e quelli meno intraprendeti c’erano anche quando andavo a scuola io, ed io stessa ne sono stata vittima poiché ero e sono un cane sciolto che non segue mai le imposizioni modaiole o peggio ancora di clan con regole e comportamenti obblicatori. Naturalmente oggi il fenomeno è assai più violento e diffuso perciò è difficilissimo riuscire a farsi rispettare evitando vessazioni o addirittura violenze. Capisco perfettamente le difficoltà dei giovani di oggi. Serve una forte personalità per non farsi calpestare, ma in età adolescenziale si è ancora in fase di “allestimento” del carattere quindi capita spesso di trovarsi indifesi ed esposti in modo pericoloso. Tu pensa con la tua testa e scegli ciò che credi sia meglio per te. 😉

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  5. ecco, prendiamo i capelli lunghi e gli orecchini. C’era una generazione che girava la schiena al potere, che diceva “io penso e non ci credo alle vostre balle”, così l’hanno massacrata con le droghe. E alla fine la divisa che non voleva mettere è stata sostituita con un’altra

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    1. Ho scritto poche osservazioni palesemente superficiali, fatte proprio per sottolineare la facilità con la quale talvolta succede di buttare giudizi “a vista”. Possono essere osservazioni azzeccate, ma la vita propone una tale varietà di destini che l’eroe potrebbe essere il ragazzo dei giorni nostri. 😉

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  6. I giovani vengono sempre inevitabilmente criticati. E’ naturale, loro cercano di mettersi in contrasto con la generazione dei genitori per affermare se stessi e lo fanno in modi che noi troviamo assurdi e incomprensibili. Ricordo i capelli lunghi negli anni 70, i primi orecchini… orrore!
    I ragazzi di cent’anni fa avevano poco da voler rompere col passato, se non c’era la guerra c’era da lavorare.

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  7. mi fa strano pensare che Nadia abbia voluto criticare il soggetto della foto 🙂 e quando si ragiona su una generazione, o su qualsiasi tema, le eccezioni sono più inutili dei giudizi. In fondo le sue sono considerazioni che fanno in molti. Farsi domande e produrre ipotesi sulle divise è un qualcosa in più del semplice giudizio. Alla fine, generazione dopo geneazione, dai tempi dei tempi, il genere umano non fa altro che indossare divise, comode o scomode che siano una cosa è certa, non se le sono cucite addosso da soli…

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    1. Credevo di essere stata abbastabza trasparente con l’ironia. Pensavo fosse evidente che la mia non è una critica, ma un voler sottolineare col sarcasmo proprio la facilità con la quale si producono giudizi e pregiudizi. Ma forse la mia ironia è troppo sottile per essere compresa.

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      1. l’inizio del mio commento era un’ipotesi per assurdo Nadia. Ho messo il sorriso apposta per indicare l’umore 🙂

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  8. potrebbe essere un ballerino acconciato cosi’ per uno spettacolo, oppure si e’ vestito cosi’ per una festa in maschera, oppure gli piace vestirsi cosi’ ma e’ un figlio amorevole, uno studente diligente ed una mente brillante ma ha solo cattivo gusto.
    Morale della favola? che ognuno si faccia le idee che meglio crede ma le tenga per se. Smetta di giudicate sempre senza sapere ed incominci a guardarsi allo specchio ed a farsi l’esame di coscenza. Scusa lo sfogo ma io ho una figlia che ha tre gemelli, si ammazza di lavoro fuori e dentro casa, cerca di aiutare tutti ma… ha i percing ed i tatuaggi e viene giudicata per questo.

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    1. Conosco bene questo problema, ho tanti amici pieni di tatuaggi. Oggi ormai nessuno ci fa più caso, ma solo quindici anni fa non trovavano lavoro proprio perché avevano la braccia tatuate. E a quei tempi non c’era la crisi di oggi.

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