Opinione · Report

L’INPS e gli enti governativi vogliono cadaveri per non pagare i debiti contratti verso gli onesti cittadini

Io sottoscritta Nadia Mogni mi trovo in cassa integrazione (in deroga) dal mese di luglio del 2013.

Da tale data sino a oggi, 20 marzo 2014, non ho ancora ricevuto un centesimo dell’Ente preposto al pagamento dell’ammortizzatore sociale richiesto dalla ditta per la quale lavoro. Tengo a precisare che in tutto questo tempo ho girato tra Inps, patronati e camera del lavoro per riuscire a ottenere notizie sui motivi di questo ritardo, ma nessuno ha saputo darmi risposte. Ho anche contattato i vari uffici della Regione Lombardia nei quali sono stata rimbalzata e, dopo varie telefonate con relative attese musicali, mi è stato detto che nessuno può darmi informazione riguardo la mia posizione ma posso inviare una richiesta solo ed esclusivamente via e-mail all’indirizzo che si occupa degli ammortizzatori sociali ponendo i quesiti che m’interessano. Cosa che ho fatto già diverse volte nei mesi scorsi senza ricevere segni di vita.

Sono divorziata e senza parenti di alcun grado, né ascendenti, né discendenti. Pertanto posso contare unicamente sulla mia fonte di reddito che fino allo scorso anno era corrisposto dalla società presso la quale sono tuttora dipendente cassintegrata.
Mancando il reddito di cui sopra, ho tirato a campare con i risparmi che, purtroppo, sono pressoché esauriti. Quindi, attualmente ho difficoltà economiche pur avendo crediti sia verso il mio datore di lavoro (TFR) sia verso l’Ente preposto al pagamento della cassa integrazione che, nel mio caso, è la Regione Lombardia.
Aggiungo altresì che, avendomi tale situazione gettata in un profondo stato di sconforto e depressione psichica, ho dovuto richiedere le cure di uno psichiatra che ora non posso più permettermi per mancanza di fondi. Pertanto il mio stato mentale già assai provato ha ricevuto un ulteriore danno da ciò che vado a raccontare dopo questa premessa.

Ieri ho trovato nella cassetta della posta un avviso dell’ufficio postale per il ritiro di una lettera raccomandata proveniente da Genova.
Sono andata in posta a ritirare il documento firmando la ricevuta di ritorno. Mi è stata consegnata una busta proveniente dall’INPS di Tortona. Per un momento ho avuto la speranza che ci fossero notizie tanto attese, benché il mittente fosse strano e oltretutto la lettera inviata da Genova.

Questa è la busta

Notare l'indirizzio dell'agenzia mandataria e il timbro postale di provenienza
Notare l’indirizzo dell’agenzia mandataria e il timbro postale di provenienza

Il contenuto della busta

foglio 1
foglio 1
Notare la fima
Notare la firma

Seguiti da un terzo con le varie tiritere e bollettino mav per il versamento. (Mia madre percepiva meno di 560 € mensili di pensione viveva in una città lontana 25 km da me, era sola ed è morta nel 2009 dissanguata per il cedimento di una varice; i soccorsi sono giunti 45 minuti dopo la telefonata della vicina di casa che era situata a 200 metri in linea d’aria dall’ospedale).
Considerando la provenienza e i riferimenti ivi descritti potrei anche sospettare una truffa ma, se il documento è autentico, il mio scoramento cade qualche metro sotto terra, luogo in cui dovrebbero trovarsi tutti i delinquenti che hanno portato l’Italia a questo punto di non ritorno.
E’ ovvio che se avessi ricevuto la richiesta un anno fa avrei pagato senza batter ciglio per evitare grane, dal momento che la somma “ERA” alla mia portata. Ma oggi non è più così, oggi mi trovo a dover lesinare i centesimi per pagare le spese di casa e di sostentamento, quindi il tempismo della rivalsa Inps sembra quasi una beffa bella e buona.
Se poi penso che ci sono famiglie con figli da mantenere o anziani da curare messe ben peggio di me, lo sconforto si mescola a una rabbia dolente e pesante da tenere dentro. Perciò mi vien da pensare che il governo attenda la morte per fame o per suicidio di parte della popolazione onde evitare di rendere il maltolto agli onesti cittadini.

Prendendomi la piena responsabilità di quanto sopra dichiarato, lascio al lettore eventuali conclusioni e commenti a questo mio sfogo perché io NON HO PIU’ PAROLE.

21 pensieri riguardo “L’INPS e gli enti governativi vogliono cadaveri per non pagare i debiti contratti verso gli onesti cittadini

  1. Hai ragione a non avere parole: non ne ho nemmeno io, di parole, mentre di parolacce me ne verrebbero un’infinità, un dizionario intero! Anzi, perché non ci mettiamo tutti insieme a redigerlo, un dizionario delle parolacce??? Comunque il mio primo pensiero è stato come quello di Manola: Le iene, Striscia la notizia, Servizio pubblico, La vita in diretta…e consimili. A manetta. A gogo. A tutta birra. Senza cedere mai. (sfilza di improperi….)

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    1. Sì cara Daniela ci vorrebbero i cazziatoni televisivi. Il fatto è che il mio caso temo non sia abbastanza drammatico per fare notizia. Sai che la morte ormai è all’ordine del giorno quindi dovrei almeno morire un po’ per poter ottenere attenzione. :-/

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      1. Provaci, dammi retta, e credici: dovresti mandare questo post pari pari: ne ho sentite di molto meno importanti (insisto: come rientro in questo post migliaia di parolacce mi si affollano nel cervello) 😦

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  2. questo appare essere un paese di merda ti potrei dire hasta la victoria oppure sarebbe da mollare tutto e andarsene mi verrebbe questa fantasia pure io non è che economicamente sia messa bene e pensare che pago tutto e di piu a questi strozzini mi verrebbe voglia di scomparire in qualche luogo ameno con relativo cambio di identita ma so che non lo faro’ ahi ahi

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  3. solo una parola, non per sconfortarti, ma per dirti che tanti ti capiamo e abbiamo passato fatti come i tuoi…
    nell’immediato post-sisma, mio marito, Aquilano come me, a tre giorni dal terremoto, senzacasa-figlioquattromesi-studiodistrutto-sfollatialmareonelletende, riprende a lavorare su chiamata diretta di un grosso ente statale che ha co-gestito le emergenze. Contratto assente ma sottoscritto poco dopo. Io impiegata in una ditta privata, torno a lavoro quasi subito, poi cassa integrazione per un pó. Noi eravamo sulla costa adriatica, a casa non potevamo sare più, i viaggi quotidiani costavano, ma ogni giorno partivamo insieme, lasciando bimbo al sicuro coi nonni, e questo per mesi.
    L’ente per il quale ha lavorato mio marito, lo ha pagato DUE anni e mezzo dopo, anche tirando squallidamente sul prezzo. E non vi dico la fatica enorme, per avere quei soldi. (e lui avendo emesso fattura ci aveva già pagato l’IVA, e visto il contesto, quello era il nostro sostentamento x quel periodo)
    A me, l’INPS ha pagato la cassa integrazione in deroga non ricordo più quanti mesi dopo. L’azienda dove lavoravo, privata, con la sede crollata, ci ha pagato il 15 aprile, a 7 giorni dal terremoto un anticipo sugli stipendi successivi per aiutarci .
    a cinque anni, noi stiamo bene. ci siamo ripresi, e questo è quanto. siamo tutti sulla stessa barca. Tieni duro e in bocca al lupo.

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    1. Ti ringrazio. Io rispetto a voi sono superfotunata perché ho ancora la casa e nessuno da sfamare, però voglio dare questo un piccolo contributo, giusto per aggiungere una testimonianza non drammatica, ma comunque da mettere in conto a chi di dovere.

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      1. E fai bene, è giusto condividere e far sapere certe cose.Sapessi come farei nomi e cognomi di certa gente io…..manon posso -.-
        quanto al resto….comunque penso sempre di essere fortunata 😉 è a certe mediocrità che non c’è fine.

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  4. Nadia non ho parole per qualificare tante ingiustizie ,si può far poco contro questi mostri che ci comandano senza sentire i vari casi ,loro fanno tutto un falò,hai fatto bene a portare conoscenza di queste incongruenze gravi loro possono non pagare ??? noi no… io ti consiglierei di sollevare più polverone che puoi anche scrivendo ai giornali locali e nazionali perchè è importante che si sappia ,forse non ti porterà giustizia ma, mai dire mai io ci proverei e mi raccomando non mollareeeeeeeeeee

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  5. Tanto per allarmarti… vista la “specchiata correttezza” dei tuoi ex datori di lavoro, hai verificato la modalità di pagamento da loro scelta?
    Nel caso della cassa integrazione in deroga il pagamento può essere effettuato dall’INPS direttamente a te, oppure a conguaglio con anticipazione aziendale, ovvero ti paga l’azienda e poi l’INPS la rimborsa.
    Hai visto mai che…

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    1. Quella è stata la prima cosa che ho verificato. A meno che non siano tutti d’accordo per esaurirmi il cervello, il commercialista mi ha fatto firmare il documento con le coordinate bancare affinché le somme vengano accreditate sul mio conto corrente.

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      1. E’ da luglio che i pagamenti della cassa integrazione in deroga sono bloccati o vengono eseguiti col contagocce.
        A fine gennaio è stata messa disposizione delle regioni una prima tranche di 400 mln (70 mln solo per la Lombardia), ma ne mancano ancora all’appello 4 volte tanto.
        L’INPS, ha tagliato i fondi per la CIG, ma si è guardata bene dal tagliare i 200.000 (duecentomila) e passa Euro dello stipendio di quella sanguisuga di Mastrapasqua. Perché sanguisuga?
        Perché oltre a succhiarti via la tua cassa integrazione per soddisfare la sua ingordigia, è anche vicepresidente dell’associazione Strozza&Ammazza, altrimenti nota come Equitalia.
        Come vedi, se vuoi incazzarti ancor di più, basta chiedere, io sono a tua disposizione.
        Comunque sono sicuro che ne hai passate di peggiori, e passerà anche questo periodo poco felice.
        Bye

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  6. Solo ingiurie e insulti, al mittente
    inps, e non varrebbero a colmare la vergogna di un Italia combinata cosi’, una giustizia appannaggio dei ricchi.Perseguire i centesimi , di chi forse non ha neanche piu’quelli e garantire la certezza dell’impunita’, chi si macchia di colpe assai piu’ gravi…continuo a stimare il tuo coraggio e la franchezza.

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    1. Questo caso è solo uno dei tanti che mi fa vergognare di vivere in questo stato

      Quando, per motivi personali e/o professionali, mi trovo a parlare con persone straniere, la difficoltà è veramente pesante!!!

      Al tuo posto non so come potrei trattenermi dal rispondere a dovuto modo o dall’andare presso gli uffici competenti ma carico di “rabbia”, purtroppo

      La cosa peggiore è che a 57 anni non riesco ad immaginare un rimedio a questa situazione italiana!!!

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