Selvatica-mente

IN MANI SBAGLIATE ANCHE UN SASSOLINO E’ UN’ARMA

Qualche giorno fa è iniziata la stagione della caccia. Io osservo il lutto interiore per tutti gli animali che saranno uccisi, dopo lunghi ed estenuanti giorni di terrore, per il divertimento dei cultori di questa barbara abitudine.

Non aggiungo altro perché cadrei nei soliti discorsi triti e ritriti.

Io sono contro e basta.

Voglio invece raccontare un episodio orribile, e penso deprecabile anche da parte dei cacciatori comuni, di cui sono stata testimone lo scorso anno.

Faccio parte dell’associazione sportiva “Arcieri Ardivestra”, che si trova in un piccolo paese a quattro chilometri sopra casa mia, quindi piena zona collinare con riserve di caccia al cinghiale.

Noi arcieri disponiamo di un poligono di tiro con i bersagli che spostiamo a diverse distanze secondo la capacità individuale, il campione olimpionico Mauro Nespoli è venuto in ritiro nel nostro campetto prima di andare a Pechino. C’è anche un percorso dentro un bosco adiacente dove, qualche volta, vengono opportunamente poste tra gli alberi sagome di vario genere per tirare proprio in piena natura e far divertire i più capaci (io sono esclusa poiché ancora non ho imparato la postura corretta per mirare come si deve), e i principianti come me assistono facendo un bel giro di osservazione (non come bersagli…).

Proprio durante una di queste escursioni fuori dal poligono ci è capitato di trovare  l’orribile scempio perpetrato da un ignoto gruppo di balestrieri: ben quattro cuccioli di cinghiale infilzati in varie parti del corpo da frecce di balestra (molto differenti da quelle da arco).

Di questi poveri piccoli uno era morto, tre ancora vivi giravano disperati ed agonizzanti; uno colpito alla coscia, uno trapassato da una parte all’altra in pieno ventre, l’altro con la freccia dentro un occhio.

Li abbiamo raccolti e portati alla clinica veterinaria, si sono salvati i due feriti nel corpo quello colpito alla testa non ce l’ha fatta.

Evito di descrivere il nostro sgomento e il grande dolore nel vedere quelle povere innocenti bestiole così sadicamente martoriate da una branco di umani – per i quali non riesco a trovare un aggettivo degno della loro malvagità – che, per puro “divertimento” avevano compiuto quell’impresa ignobile.

Voglio precisare che in Italia è severamente vietata la caccia con la balestra poiché è un’arma micidiale che oltre ad avere quasi la potenza di un fucile non fa alcun rumore, perciò ancor più pericolosa.

Non conosco l’arte del tiro sportivo con la balestra, ma so che tanti balestrieri sono autodidatti, acquistano lo strumento senza essere iscritti a nessun circolo, lo usano come un giocattolo senza pensare che hanno in mano un’arma micidiale.

Il tiro con l’arco difficilmente può essere praticato senza avere un maestro che insegna ad utilizzarlo, poiché anche il solo gesto di incoccare una freccia correttamente richiede metodo ed attenzione, per arrivare alla giusta postura ed imparare a tendere l’arco serve impegno e concentrazione, è un vero sport che appassiona molti come dimostra la sua presenza alle olimpiadi.

Non intendo con questo screditare la categoria dei balestrieri a favore degli arcieri, vorrei solo non dover più vedere atrocità come quella che ho appena raccontato. Dato che siamo obbligati a vivere assistendo a brutture in ogni parte del globo, risparmiamoci almeno queste totalmente inutili, gratuite e degradanti per il genere umano.

Chiunque ha in mano un oggetto che può considerarsi un’arma, (anche un sasso e una fionda lo sono), per favore lo usi con il criterio adeguato al proprio mestiere, condizione e soprattutto coscienza animale….la coscienza umana ha troppe lacune, perciò è inaffidabile.

 

46 pensieri riguardo “IN MANI SBAGLIATE ANCHE UN SASSOLINO E’ UN’ARMA

  1. Sono arrivato qui cliccando quasi “a caso”, non mi ero accorto di quanto fosse datato il post.
    Peccato.
    Peccato perchè ormai nessuno dei leoni da tastiera che si erano affacciati leggeranno più il thread dei commenti.
    Non che tu non abbia controbattuto efficacemente, anzi. Ma perchè questi geni non passano mai su FugaDaPolis ? Io non vedrei l’ora. Comunque (posto che sono a favore delle armi, lo sai) a me la caccia non piace. E ancor meno mi piace la crudeltà gratuita verso gli animali. L’ episodio è terribile. Se sei riuscito a colpire un cinghiale, finiscilo. Portatelo a casa e fanne salsicce. Ma lasciarlo ferito è da merda umana.

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      1. Servisse a qualcosa, poi… Con tutte le macellerie e gli allevamenti che ci sono. Boh ? E’ una cosa che non capisco. Dicono che la caccia ti riavvicini alla natura, io mi ci avvicino lo stesso pure senza ammazzare animali.

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      2. Forse sono i soliti coglioni. Anzi sicuro. Ma li hai messi al posto loro.
        Anni fa qualcuno era capitato su FdP con simili attitudini, ce lo siamo mangiato. Quasi mi auguro che prima o poi risucceda. Ci sarebbe da divertirsi… 😉

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  2. Cara Evaporata, invece di sfogarti in questo modo passivo ed inutile, con abbondante uso di parole che possono significare tutto e niente, abitudine molto comune a noi italiani, perche’ non inizi a concretizzare il tuo sdegno per la strage dei poveri cinghialini segnalando intanto alle forze dell’ordine l’idiota, che dici di aver incontrato in palestra, che si vanta di usare la balestra per uccidere animali?
    A volte fare del moralismo e’ facile, battersi per i propri credo lo e’ meno!
    Un saluto

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    1. Caro Marco, se tu avesso guardato oltre il tuo naso probaiblmente avresti notato la data del post che hai commentato.
      Comunque tengo a darti qualche precisazione riguardo la mia persona:
      1) l mio non era uno sterile sfogo passivo einutile come tu affermi,
      2) se per te le parole significano tutto e niente evidentemente non ne comprendi né l’uso né il contesto in cui sono inserite,
      3) l’idiota incontrato in palestra l’ho strapazzato per bene, ma segnalarlo alle forze dell’ordine era impossibile poiché la sua era una dichiarazione sbruffona di cui non avevo prove né testimoni per dimostrare la sua indegna azione,
      4) per quanto ocncerne il “mio” moralismo ti pregherei di conoscermi e capire come sono prima di appiopparmi peculiarità che sono frutto di tue deduzioni personalissime basate su un post di cui, probabilmente, non hai neppure capito il significato.
      5) prima di lanciare giudizi e conclusioni conta fino a 99 più un miliardo.
      Grazie per aver scelto di leggermi e ancor più per il commento, sarei felice se tu diventassi mio lettore abituale e magari acquistassi anche i miei libri. Così…solo per conoscermi un po’ meglio. 😉

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      1. In effetti ho sbagliato a commentare il tuo post; sono illuso ad aspettarmi risposte differenti da chi ha scritto belle cose, ma poi non ha agito in sintonia con cio’ che ha detto…… Da non credente a queste sterili battibecchi letterali, peraltro inutilmente pubblici, ti saluto e chiudo qui, con le mie personali scuse nel caso ti fossi sentita offesa, e con la speranza di incontrarti di persona per condividere, magari, aspetti sicuramente belli della tua personalita’.
        http://www.arpnet.it/enpa/Vivere/applicaz.htm
        Ciao,
        Marco.

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  3. Allora ho letto troppi commenti,se siete tutti così contrari alla caccia diventate vegetariani perché credo che vi piaccia il cinghiale in umido con le olive o altre selvaggine simili.quindi premetto che sono un amante della balestra ma solo per lo sport niente di strano mi piace un bersaglio disegnato su balle di fieno e cerco di prendere il cerchietto più piccolo come fanno gli arcieri comunque sia l’arco che la balestra sono silenziosi e in grado di uccidere non ci vedo differenza ma secondo voi finti vegetariani(perché mangiare il cinghiale vi piace)la balestra è da vigliacchi ma chi usa una qualsiasi arma silenziata(sia da fuoco che arco o balestra) e spara da lontano invece di affrontare una qualsiasi cosa non è vigliacco???prima di parlare riflettete perché nell’antichità sia l’arco che la balestra erano mezzi di sopravvivenza,quindi se parlate così vuol dire che 1)fate di tutta l’erba un fascio 2)dovreste conoscere bene tutte le armi 3) solo perché la balestra è più potente dell’arco allora sei un bracconiere o un vigliacco??? Miraccomando non vi fate sentire troppo a giro che sparate queste cazZate perché sennò vi prendono per il culo finché le dite qui va bene ma non aprite troppo la bocca anzi cercare di cambiare discorso quando vi interpellano su queste cose. Concludo dicendo sia L’ARCO che la BALESTRA SONO ARMI SILENZIOSE E LETALI

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    1. Parlando a nome personale dichiaro di non aver mai assaggiato in vita mia nessun tipo di animale selvatico poiché oltre ad essere contraria alla caccia la carne mi fa pure schifo. Quindi vai a rivolgere da un’altra parte le tue “certezze” sui gusti alimentari di persone che non conosci neppure lontanamente.
      Inoltre ti dico che cacciare con l’arco e con la balestra non è la stessa cosa! Per un motivo molto semplice: la balestra può essere tenuta armata con il colpo in “canna” pronta a sparare anche mentre ti stai muovendo, mentre con l’arco non è possibile. Quando avvisti un eventuale bersaglio prima di scoccare la freccia devi armare l’arco, perciò la “vittima” ha tutto il tempo per fuggire.
      E adesso piantatela di rompere le scatole con sta menata di arcoe belstra.
      Qui lo dico e ci metto la firma: La balestra può essere usata come un fucile mentre con l’arco non è possibile!
      Detto questo, vorrei sottolineare a grandi lettere che NEL MIO POST NON SI ACCUSA CHI FA USO DELLA BALESTRA MA IL COMPORTAMENTO IGNOBILE DI PERSONE STUPIDE!
      CHIARO? Se non fosse chiaro scrivete alla mia mail evaporata@gmail.com vi darò il mio numero di telefono così vi spiegherò a voce come funzionano le persone!

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  4. Salve, vorrei esprimere il mio pensiero in merito: sono un amante della natura degli animali della balestra e del tiro a segno, non entrerò nemmeno nel merito della caccia perchè è una pratica che va completamente contro i miei principi, è violenta spietata e non offre possibilità all’animale cacciato. Bisogna fare delle distinzioni, da un lato ci sono persone civili che amano scoccare con la balestra in luoghi privati e a bersagli inanimati dall’altro persone deviate e pericolose che utilizzano un oggetto sportivo per fini del tutto illegali violenti e vigliacchi. Io sono di Roma e nella mia città non ho spazi per poter praticare questa passione, lo posso fare però nella mia casa in montagna distante circa 100 km da dove risiedo, potrei andare nella campagne isolate alla periferia della città, ma non lo faccio perchè è pericoloso e ovviamente vietato, quindi ogni volta percorro quei 100km. Voglio solo farvi capire che in ogni cosa c’è un lato buono e uno malvagio, e sta alle persone e alla loro intelligenza fare la cosa giusta. In italia per fortuna la caccia con la balestra è ritenuta illegale, ma è legale sparare con cartucce da 50 palllini contro uccelli conigli ecc, dov’è il giusto in questo? Purtroppo siamo uomini e quindi estremamente fallibili. Io vieterei qualsiasi tipo di caccia sportiva a meno che non sia una caccia di fabbisogno.
    Un saluto.

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  5. Ebbene sì, la situazione descritta è abbastanza deprecabile ma purtroppo, come solito fare, si tende a generalizzare facendosi carico di saccenteria vera e propria. Inizio col fare una premessa perché queste situazioni possono crearsi in svariati modi. L’ignoranza è punto strategico e necessario affinché si verifichino, e ovviamente vi è anche la poca praticità. Faccio un esempio, in questo caso si parlava di cinghiali… pensate ai danni e alle ferite che possono essere causate dai cacciatori dotati di fucile e cartucce coi semplici pallini e non a pallettoni… l’animale viene selvaggiamente ferito e non muore sul colpo, l’agonia è indescrivibile. Insomma, quello che voglio sottolineare è che la frequenza di questi “incidenti” si può verificare con ogni arma, non vedo il motivo di immolare lo strumento della balestra, limitatevi a far ricadere la responsabilità sul sadismo, sull’inesperienza e sopratutto sull’ignoranza… invece di concedervi a sciocchezze come :”Mi sembra che lo spirito infido e vigliacco del balestriere non sia cambiato un granché nei secoli…”

    Saluti.

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    1. Caro lettore, lascio alla discrezione e all’intelligenza di chi mi onora della propria opinione in qualunque post scriva di prendere la parte che desidera. Mi sembra che in questo contesto, sia già stato detto e ripetuto più volte che qualunque oggetto contundente può diventare arma in mani stolte e malintenzionate, quindi mi limito a registrare il tuo intervento ringraziandoti per l’attenzione concessami.
      Saluti a te. 🙂

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    2. Giàggiàggià.
      Non penso che ferire un cinghiale con un fucile a pallini sia da da considerarsi un “incidente”, in quanto per riuscire a procurargli delle ferite abbastanza gravi bisogna essere al massimo a una ventina di metri di distanza e, a parte l’incoscienza di andare a tormentarlo senza riuscire a ucciderlo, è molto difficile credere che da quella distanza si possa scambiarlo per un volatile. Certo, la rosa dei pallini è molto ampia e si potrebbe ferirlo sul muso, ma comunque non si tratterebbe di ignoranza ma di banalissima “stupidità”. I nostri cinghiali forse sono più coriacei della media giacché vengono abbattuti con munizioni a palla singola (quindi neanche con i pallettoni).
      Quanto all’agonia, talvolta sono stato mio malgrado testimone (ora non più per fortuna) di quelle strazianti dei caprioli presi al laccio: piangono tutta la notte e i loro lamenti riecheggiano per la valle. Lo strumento di morte (tremenda perché l’animale arriva a lacerarsi le carni nel tentativo di liberarsi) in questo caso è un semplice cavo da bicicletta, però non me la sento di accomunare i ciclisti con i balestrieri. Chissà perché…
      Bye 🙂

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  6. Tirare con l’arco e uno sport che richiede: precisione. concentrazione e disciplina.

    La caccia in senso lato, e solo per una questione di sopravvivenza.

    Tirare a un bersaglio e uno sport.

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    1. Del tiro con l’arco mi piace la gestualità e l’armonia dello strumento. Insegna a collegare il corpo con la mente mentre si cerca di centrare il cerchio più piccino. 🙂
      La caccia non ha alcun senso ai giorni nostri, e ammazzare per mero divertimento credo sia aberrante.

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  7. E’ innegabile che questo post abbia dato la stura a tutta una serie di considerazioni più o meno condivisibili, com’è altrettanto vero che sia stato completamente travisato il senso ultimo del tuo scritto.
    Se tu avessi scritto in proposito di alcuni energumeni rimasti ignoti che avevano massacrato a pugni qualcuno, stigmatizzando quel comportamento violento oltre ogni logica, e da lì si fosse passati a giudicare stupida, prepotente e vigliacca ogni aggressione fisica, puoi star sicura che sarebbe saltato fuori qualche amante della noble art pronto a difendere la modalità “sportiva” di fare a pugni, praticata fin dai tempi della Grecia Antica, come se la nostra società fosse rimasta ancora ai tempi delle triremi mosse dalla forza di schiavi incatenati al remo (ah no, scusate, quella era una “antica” forma di canottaggio).
    E se poi ci si fosse arrischiati a suggerire che prendersi a cazzotti non è propriamente consigliabile, se non addirittura deleterio per la salute, fino alle sue estreme conseguenze, qualcun altro avrebbe ricordato che anche altri sport hanno i loro martiri: il ciclismo, l’alpinismo, l’automobilismo, le corride, ecc. , e quindi perché scandalizzarsi tanto?
    Ragionando su questa falsariga, dolendosi della ferocia vigliacca di chi accoltella la moglie, l’amante, una donna, caso fin troppo frequente purtroppo, o comunque di chi estrae una lama per conficcarla nella carne di qualcun altro, sarebbero arrivate delle contestazioni puntuali dalla FILC (Federazione Italiana Lanciatori Circensi), nelle quali si sarebbe ribadito il fatto che il coltello è un’arma adatta anche all’uso sportivo, di antica tradizione, nata per la caccia e per la sopravvivenza, esattamente come tante altre armi sportive.
    A tal riguardo si potrebbe contestare che se si parla di armi tradizionali, non dovremmo dimenticare la clava. Roy Lewis, nel suo spassosissimo libro “Il più Grande Uomo Scimmia del Pleistocene” afferma che la prima arma a uccidere la gente lasciando in piedi gli edifici fu la clava. Ci dovremmo pertanto aspettare oggi dei regolari campionati di “uso sportivo della clava”, con tanto di regolamenti, coppe e medaglie.
    Quanto all’uso venatorio della balestra, non posso che confessare la mia ignoranza. Sull’arco non ci sono molti dubbi, esso fu prezioso strumento di sopravvivenza per i nostri antenati, ma sulla balestra non ho trovato sufficienti informazioni, se non quelle che le associano, fin dalle origini, all’uso bellico, da qui la loro sostanziale differenza etica.
    Servus

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    1. L.C.S. Evaporata. Stavo proprio per scrivere un post al riguardo, ma tu mi hai agevolato il compito in modo egregio. Ti ringrazio e utilizzerò questa tuo commento proprio come parole da me sottoscritte.

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  8. Ho letto attentamente le considerazioni dei vari partecipanti alla discussione sopra esposta e,ho notato una certa pregiudiziale nei confronti di tutti coloro che usano la balestra a prescindere dal suo uso!Premetto che uso sportivamente la balestra e l’arco,e posso garantire che un buon arciere non è meno letale di un balestriere se rivolge la sua arma e il suo talento contro un animale!Anche l’arco può lanciare frecce con punta da caccia a tre o a quattro lame,le più letali:affilatissime!Dunque,tutto si riassume allora,a mio parere,con una sola considerazione-la cultura di chi usa questi attrezzi è il propellente che ne determina l’uso!-In una situazione estrema,nella quale il bisogno di cibo è inderogabile,qualsiasi individuo in grado di usare questi attrezzi diventerebbe cacciatore,o assassino se dovesse difendersi da un male intenzionato!
    La balestra racchiude nel suo dna la stessa cultura che ha generato l’arco,ambedue sono nati come attrezzi da caccia(sopravvivenza)e difesa.
    Come qualsiasi arma concepita da mente umana,il suo uso è vincolato alla coscienza e alla cultura di chi la usa!

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  9. Basta sapere come si è svolta la battaglia di Azincourt per rendersi conto che il discorso di Stelio è campato per aria. E’ vero che gli archi poco potevano contro le armature dei nobili cavalieri ma la bardatura dei cavalli, per poterne permettere il movimento in corsa, era piena di punti scoperti. Infatti gli arcieri quando caricava la cavalleria sparavano direttamente ai poveri cavalli anche ben oltre i 100 metri con una pioggia di frecce. Una volta abbattuto il cavallo, il cavaliere cadeva a terra e veniva finito dalla fanteria, visto che con tutta la pesantissima armatura non riusciva a scappare, ammesso che non fosse morto per l’urto della caduta. In questo c’è qualcosa di tanto fiero e nobile rispetto ad un dardo lanciato da una balestra?
    Lasciamo certe visioni romanzate ed edulcorate della guerra e delle armi ai bambini che giocano con i soldatini, altrimenti si rischia di fare grossolani errori di valutazione.

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    1. Forse ti confondi con la battaglia di Poitiers. Lì effettivamente la carica della cavalleria francese fu così affrettata e disorganizzata che gli arcieri inglesi, forti del loro arco lungo, abbatterono molti cavalli dei francesi fin da lontano, con una traiettoria alta che permetteva di colpire gli animali nelle parti posteriori non protette. Poi la stanchezza dovuta a una estenuante marcia e la disorganizzazione fecero il resto, permettendo agli inglesi sbaragliare il nemico.
      Ad Agincourt invece gli inglesi adottarono una tattica ben diversa. Non si nascosero come a Poitiers, ma si disposero in modo da essere ben visti dai francesi.
      Per inciso va detto che i francesi disponevano anche di balestrieri, ma questi ultimi furono surclassati dagli arcieri inglesi, i quali con il loro arco lungo, a parità di gittata utile, avevano una cadenza di tiro tripla rispetto alle balestre genovesi.
      Ciò che arrestò la cavalleria francese, meglio corazzata dopo Poitiers, non furono soltanto le frecce ma anche il terreno, campi appena arati e zuppi di pioggia. In un terreno che definire “pesante” è un eufemismo, gli zoccoli dei cavalli affondavano e la cavalleria francese caricò praticamente al passo, per arrestarsi davanti alle punte aguzze dei pali che gli arcieri inglesi avevano preventivamente piantato nel terreno. I cavalieri francesi divennero così il bersaglio ideale: grande, visibile e immobile.
      Recenti studi hanno dimostrato che le protezioni a strati della cavalleria pesante erano generalmente in grado arrestare la punta di una freccia, o perlomeno di impedirne un profondo (e mortale) inserimento. Un colpo fortunato poteva sempre capitare, ma l’efficacia della freccia consisteva più nella sua forza d’inerzia. Scagliata dall’arco lungo a una velocità elevatissima, più di duecento chilometri all’ora, anche la semplice freccia di un etto o poco più, quando colpiva la piastra metallica delle corazza scaricava la sua energia cinetica con effetti devastanti per gli organi interni del cavaliere, come se egli fosse stato colpito ripetutamente con una mazza (non voglio tediare con le conversioni di unità energetiche, ma penso di ugualmente di aver reso l’idea). E’ ovvio che calando la velocità con la distanza, la freccia era letale solamente grazie a un tiro diretto, a poche decine di metri, quello che in artiglieria viene definito ad “alzo zero”, in quanto nel tiro lungo la sua efficacia era dimezzata.
      Ora, immaginate di essere lì, allo scoperto, protetti solamente da un giubbotto imbottito e una padella in testa, a guardare l’armata corazzata che avanza, certi di non poterla fermare almeno fino a quando non sentirete il puzzo del loro sudore: ci vuole del fegato.
      Ma il balestriere no, lui anche a cento metri di distanza il cavaliere, se lo beccava bene, lo buttava giù di sella, non morto ma ferito quanto basta per indebolirlo. E allora si capisce il motivo della pessima fama (pari a quella dei killer odierni) che godevano i balestrieri all’epoca.
      Quanto ai soldatini, mai avuti, neanche da piccolo quando mi sarebbero piaciuti. (dicono che comunque non è mai troppo tardi… )
      😀
      Jambo

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    2. Ringrazio tutti per l’interessante dibattito che è uscito da questo mio modesto blog. Lo scambio di idee è sempre un piacere anche per chi legge restando fuori dalla discussione perché non edotto in materia, soprattutto se si tratta di Storia (a scuola avevo il calssico 6 stiracchiato). Invito i nuovi lettori a dare un’occhiata ad altri argomenti trattati sul mio sito che sono assai vari e qualche volta molto seri. Io censuro soltanto insulti, bestemmie e idee illegali, quindi qualunque altra opinione è ben accetta. 😀

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  10. @”Stelio, 8 febbraio”

    Un’altra ottima serie di osservazioni(differenza di rendimento con l’arco), tranne una: a meno di acquistare una balestra con archetto inverso(dai 1100 euro in su in Italia) una balestra è tutt’altro che occultabile 🙂

    Ma suppongo aimè che un “moderno selvaggio” li spenda anche pur di divertirsi in tal barbaro modo. Mah.

    Tuttavia vorrei esprimere il mio sbigottimento riguardo la nomea di “vigliacchi” appioppata ai balestrieri bellici: se proprio devo andare in guerra cerco il maggior vantaggio possibile, no? Trovo quasi più vigliacco un cavaliere nobile ben protetto, appunto, da armatura e scudo, coi compagni cavalieri a far quadrato, oltre che avvantaggiato dalla velocità del cavallo (povero cavallo) 😦
    I balestrieri non potevano permettersi nè corazza nè cavalcatura, per ragioni pratiche… mah, era solo un pensiero

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    1. Be’, come diceva Einstein, è tutto relativo.
      Bisogna tenere dell’epoca nella quale venivano espressi quei giudizi.
      A quel tempo (ma forse anche oggi) chi scriveva la storia era al servizio dei potenti, ovviamente sempre cavalieri e mai fanti.
      E’ ovvio che, dal loro punto di vista, uccidere il nemico senza correre rischi era una cosa da canaglie. E’ ovvio che a noi questo modo di ragionare possa sembrare assurdo, sbilanciato, irrazionale, ma anche volendo trovare qualcosa si razionale nella guerra, bisogna considerare l’alterità della classe nobiliare rispetto alla plebe, status che consentiva ai primi di disporre della vita e della morte dei secondi. La morte conveniente per un cavaliere era solamente quella per mano di un altro cavaliere, l’altrimenti era un’offesa al cielo.
      Possiamo trovare una mentalità simile solamente nel Giappone del passato. Kurosawa lo espresse magnificamente nel film “I sette samurai”, quando fa morire il nobilissimo samurai (Kyuzo?) a causa di un “vigliacco” colpo di arma da fuoco, un colpo esploso da un brigante che si tiene bene al largo dalla sua mortale katana.
      E anche durante la seconda guerra mondiale, quando i sommergibili americani riuscirono a forzare i blocchi minati che proteggevano le imboccature del Mar del Giappone, i giornali giapponesi scrissero di comportamento “vigliacco” della marina nemica che aveva subdolamente superato l’ostacolo per silurare impunemente il naviglio giapponese.
      Rimane il fatto che la caccia per divertimento, a prescindere dall’arma, non mi garba per nulla, e il fatto di usare una balestra è solamente un espediente dei bracconieri per non farsi beccare, oppure un atteggiamento per sentirsi cacciatori d’epoca, come una carnevalata.
      Mandi
      🙂

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  11. Evaporata non ti devi scusare di nulla, anzi tu hai fatto benissimo a denunciare il fatto, ci mancherebbe, il problema è che il vero senso della tua denuncia è stato sviato da una polemica fittizia e sterile. Anzi, è bene dare evidenza di questi vandalismi anche per sensibilizzare l’opinione pubblica e di conseguenza le Autorità competenti a porre un rimedio.
    Anche la tua risposta mi fa capire che abbiamo condiviso il vero punto della questione, ovvero che è l’inciviltà e la cattiveria delle persone ad essere il problema, non l’oggetto che utilizzano. Questo è il messaggio corretto che bisogna far passare e sono certo che era questo il tuo vero intento.
    Ho solo trovato fuor di luogo invece quanto detto da Stelio che ha colto la palla al balzo per tirar fuori un proprio rancore personale. Ricordo a Stelio, il quale ama risalire alle radici storiche delle proprie tesi, che i Galli (ed in generale i Celti) giudicavano l’arco un’arma subdola e disonorevole fatta per coloro che rifuggivano dal contatto fisico col nemico poiché troppo codardi e deboli per combattere con la spada. Vercingetorige fece non poca fatica a convincere i suoi baldanzosi guerrieri a farne uso contro i Romani. Questa sembra a qualcuno una buona motivazione buona per disprezzare gli arcieri? A me sembra una congettura pretestuosa e insensata al pari di quelle sopra esposte sui balestrieri. Detto questo ci tengo ad esprimere la mia massima stima a tutti gli arcieri e a tutti coloro che amano con sincerità e serietà il tiro a segno sportivo, qualunque sia l’attrezzo sportivo con cui venga praticato.
    Evaporata, voglio concludere questo mio intervento ritornando al senso vero della tua denuncia citando un famoso brocardo latino che ricordo dai tempi dei miei studi e che ci mette tutti in guardia nei confronti di un pericolo ancora maggiore: “saevitia in bruta est tirocinium crudelitatis in homines”.

    Un saluto

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  12. Per quanto riguarda il tipo delle tue parti che si vanta di uccidere animali con la balestra, ebbene è un delinquente che andrebbe segnalato alle autorità competenti.
    Per sapere che la caccia con la balestra è proibita basta andare su qualsiasi sito, la questione è che volutamente certe persone vogliono delinquere. Noi balestrieri sportivi diamo tutte le informazioni possibili a chiunque per tirare in sicurezza e in piena legalità, inoltre abbiamo una politica di tolleranza ZERO nei confronti di chi anche solo provi a chiedere consigli su attrezzature e tecniche di caccia. Non vogliamo essere minimamente confusi con gentaccia che utilizza ciò che noi consideriamo un attrezzo sportivo come uno strumento per commettere reati. Le offese gratuite che spesso si leggono su noi balestrieri, se da un lato ci fanno sorridere, da un altro lato ci preoccupano perchè sono sintomo di una mentalità molto diffusa di fare di tutta l’erba un fascio e alla cui base c’è la discriminazione ottusa di ciò che non si conosce.
    Qui non si parla di balestrieri o arcieri ma di BRACCONIERI che utilizzerebbero qualsiasi mezzo per riempire il carniere, come reti o trappole di vario genere.
    Personalmente non amo la caccia e il dovermi sorbire i cacciatori che passano e sparano per il mio campo in campagna, ammazzando gli animali che a me piacciono tanto, è per me fonte di grande rabbia e frustrazione, soprattutto perchè la Legge è dalla loro parte. Già non voglio essere confuso con i cacciatori “in regola”, figuriamoci con un vile bracconiere che disonora il tiro sportivo.
    E se le motivazioni per insultare gratuitamente tutti i balestrieri sono quelle che che partono da Innocenzo II e la Magna Charta per poi arrivare ai criminali bracconieri del giorni nostri, allora stiamo messi bene.

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    1. Capisco la tua irritazione, ma nel mio post è descritto soltanto un episodio ed è chiaro che non si sottende criminalizzare i balestrieri in genere. Anzi, mi scuso per chi ha inteso in modo errato. Probabilmente, essendo la balestra uno strumento più preciso e potendosi spostare tenendolo carico forse è preso con leggerezza da persone incoscienti, inoltre non servendo il porto d’armi è anche più accessibile. Comunque ciò che ho raccontato non è contro i balestrieri, ma contro il comportamento idiota di individui che potrebbero ammazzare anche con una fionda, cosa già precisata nel post in modo chiaro e lampante. Come succede in tutte le situazioni sono le persone che rendono un’azione deplorevole e non il mezzo perché si può ammazzare anche con un sasso che si trova in terra.

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  13. Stelio, la tua analisi e anche alcuni (per fortuna solo alcuni) dei commenti dimostrano l’abissale ignoranza che c’è in Italia sul tiro sportivo con la balestra.
    C’è una bella differenza tra dei bracconieri criminali e dei tiratori sportivi con la balestra che si dedicano con passione a questo sport. Il problema non è l’arma che si utilizza ma la testa di chi la maneggia.
    Prima di esprimere giudizi così estremi e superficiali sarebbe opportuno informarsi.

    Per il resto, a nome di tutti i tiratori sportivi con la balestra, esprimo il più sentito sdegno per il vile atto di bracconaggio sopra descritto. Questi sono delinquenti, non balestrieri.

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    1. Siete molti, a quanto vedo, e capisco la vostra rabbia. Comunque vi suggerisco di dare informazioni adeguate a chi si avvicina alla balestra con leggerezza poiché, oltre all’episodio descritto, ho sentito un tipo in palestra che si vantava di ammazzare animali servatici di qualunque genere. E la tendenza dalle mie parti è questa, purtroppo. Forse perché abiot in una zona dove ci sono tante riserve di caccia, quindi facilmente si trovano animali da ammazzare anche se è proibito usare la balestra.

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    2. Per quel che mi riguarda, il tiratore sportivo può tirare con quel che vuole, con l’arco, la balestra, il fucile, il bazooka, le pietre, la neve, le torte, mi è assolutamente indifferente.
      Qua invece di sportivo c’è ben poco.
      E comunque anche tra arco e balestra c’è un abisso, lo stesso che esiste tra una bicicletta e una motocicletta, e non penso che sia un caso se alle olimpiadi c’è il tiro con l’arco e non c’è il tiro con la balestra.
      Il bracconiere non usa la balestra perché è un bell’oggetto, storico, decorativo, ma perché è silenzioso, letale, facilmente occultabile, che garantisce il massimo rendimento per sforzo applicato.
      Quanto alla sua pericolosità “storica”, è noto che l’arco era efficace contro la cavalleria solamente a poche decine di metri, e più per impatto che per penetrazione, mentre le balestre riuscivano a perforare le corazze anche a un centinaio di metri di distanza, perciò senza rischio per il tiratore, da cui l’accusa di vigliaccheria per i balestrieri.
      Buon divertimento.

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  14. @ Stelio: una bella analisi, mi è piaciuta e ne condivido la quasi totalità.
    Premettendo che la balestra, come l’arco, non sono considerate armi proprie dalla legge, ma “strumenti atti a offendere”, perchè la balestra sarebbe un’arma da vigliacchi? Non vedo perchè.
    Anche l’arco è silenzioso(sono arcere agonista e balestriere -molto- amatoriale), potenzialmente mortale e può colpire a distanza.
    Sono d’accordo sul fatto che la caccia non sia uno sport e che nel 99,99% dei casi il cacciatore uccide solo per, appunto aimè, divertimento, non per necessità: ma trovo assurda la differenza tra arco e balestra nell’attività venatoria, così come la balestra e la carabina; se vogliamo analizzare il discorso dal lato etico, un sks jugoslavo con mirino offre molta più certezza di colpire che una balestra, a certe distanze… insomma “non lascia scampo”, anche grazie alla rapidità di fuoco enormemente superiore.
    E come mai un arco è permesso(non in tutte le regioni) e una balestra no? dal lato pratico, una balestra offre un tiro più sicuro, si potrebbe mirare meglio, in punti che, colpiti, permettono un “trapasso” più rapido per l’animale.
    Ora, ripeto che sono contrario alla caccia nella maggior parte dei casi (se io volessi vivere nei boschi come eremita vorrei poter cacciare, non avendo carrefour sotto casa: è l’unica situazione in cui ammetto la caccia) però trovo assurde queste differenze… e trovo assurdo il fatto di dover ottenere il porto d’armi per cacciare con l’arco(sì, per la legge un arco è uguale a un fucile, di qualsiasi calibro, in attività venatoria).
    Contraddizioni Italiane.

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  15. Salve vorrei solamente dire che non tutti coloro che tirano con la balestra sono dei bracconieri anzi io ed un mio amico andiamo a tirare in un campo di tiro con l’arco e non ci sogneremo nemmeno di tirare verso un animale siamo solo affascinati dalla precisione di questo strumento sportivo che a volte viene usato da degli sprovveduti che contribuiscono a portare biasimo su chi invece vuole solo divertirsi senza fare nessun danno come fanno ad esempio i altri paesi dove arceri e balestrieri tirano in compagnia reciproca grazie

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    1. Grazie Alex per aver portato la tua testimonianza. Sono contenta di leggere queste parole poiché, disgraziatamente, l’esperienza dei cinghialini è stata proprio avvilente oltre che dolorosa. E, per giunta, mi è capitato di incontrare in palestra un amante della balestra, autodidatta e disinformato, che si vantava pure lui di cacciare animali per gioco. Insomma non si vuol fare di tutta l’erba un fascio, perciò ti ringraziona ancora per il tuo commento. 🙂

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  16. Qui nella mai zona quasi tutti gli uomini sono cacciatori ,nascono in famiglie di cacciatori e a loro sembra naturale prendere il fucile per uccidire ,per fortuna mio marito anche lui giovane cacciatore anni fa ha capito da solo che la caccia non era per sfamare una famiglia e ha smesso capendo da solo che non era giusto ammazzare gli uccellini e distruggere una fauna già messa male dai diserbanti e bracconieri,ho ammirato il suo coraggio a smettere ,forse ci vuole solo un po di consapevolezza delle azioni che facciamo e forse tutto avrebbe un altro significato .

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  17. Come ho visto in un film, sarebbe il caso di dare a loro la parte della preda così capiscono che cosa si prova ad essere inseguiti per essere ammazzati! :-((

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  18. La caccia non è uno sport (come non lo è la pesca) . Uno sport prevede la possibilità di sconfitta, di venire battuti da un avversario (interno o esterno) sullo stesso campo di gara, con le stesse regole e conseguenze.
    Per certi versi il toreador, pur essendo una figura anacronistica e inaccettabile, ha un atteggiamento un filo più sportivo verso il suo avversario.
    La balestra poi è un’arma da bracconieri, un fucile silenzioso, uno strumento ottuso quanto il suo utilizzatore.
    Nel XII secolo il papa Innocenzo II ne vietò l’uso in battaglia tra eserciti cristiani, proprio a causa della sua pericolosa efficacia, quasi fosse un’arma del diavolo. In realtà propenderei per l’ipotesi che l’anatema emesso da Innocenzo II sia stato sollecitato dalla nobità (chiesa e potere sempre a braccetto) la quale si rese drammaticamente conto della sua vulnerabilità.
    Per mezzo della balestra anche un ignorante servo della gleba poteva permettersi di abbattere qualche quintale di ferraglia con nobilissimo cavaliere annesso, e ciò era considerato sconveniente, una rivoluzione avanti lettera che era irrispettosa delle (cattolicamente sancite) differenze di censo. Fino ad allora una bella carica di cavalleria poteva permettersi di fare piazza pulita della marmaglia appiedata. La balestra avrebbe potuto far scoprire alla plebe che il sangue dei nobili non era così blu come universalmente accettato, e che anzi scorreva bene come quello dei poveri diavoli, con le stesse ferali conseguenze.
    Il balestrieri, trovandosi tra le mani uno strumento in grado di uccidere, silenziosamente, a distanza, senza il minimo rischio, qualsiasi nemico, anche pesantemente corazzato, col tempo divennero tracotanti e incontrollabili, tanto che nella Magna Charta si vietò l’utilizzo di mercenari stranieri così armati.
    Mi sembra che lo spirito infido e vigliacco del balestriere non sia cambiato un granché nei secoli…

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    1. Calma, calma. La pesca è un Signor sport e con la caccia non c’entra nulla! Pescando si mette solo in gioco l’ astuzia del pescatore contro la difesa istintiva del pesce e non la sua vita. Il pesce pescato può (e deve) essere liberato senza alcun danno. Se ti informassi meglio, magari guardati qualche video sulla pesca a “mosca”, ti si potranno schiarire le idee..

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      1. Calmissimo, anzi quasi rilassato. 🙂
        Non ho bisogno di andare su Youtube per vedere come si pesca, dato che ho la possibilità di assistere a questa attività in modalità “live”, sia su acqua dolce che salata, e devo ancora incontrarlo il pescatore che ributta in acqua un pesce che ha tirato su. Gli unici pesci che hanno abboccato e che non porta a casa sono quelli che per mille ragioni gli sono sfuggiti all’ultimo istante, e guardacaso avevano delle proporzioni mostruose 😉
        Un episodio del libro “Tre uomini in barca (per tacer del cane)” parla proprio dei miracoli della pesca.
        Comunque insisto a dire che secondo me, ribadisco, secondo me, la pesca non possa essere considerata uno sport. La vedo più come una filosofia, un modo di approcciare la vita in maniera meno compulsiva. Lasciamo stare la tecnica, le attrezzature, le competizione; la pesca è silenzio, attesa, pazienza, riflessione, sacrificio, merce sempre più rara oggigiorno; il pesce, quando arriva, se arriva, è un di più. 🙂

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